Kieran non si era più sentito di parlare con Nik, nonostante una parte di lui lo volesse; si era concentrato sull'organizzazione della sua festa di compleanno, con l'aiuto di Brian, sapendo bene di dar luogo a una delle feste più attese dai giovani.
L'unica cosa che aveva smorzato gli animi dei ragazzi era che la festa richiedeva un invito: Kieran non voleva fare niente di esagerato, ma sapeva bene che i diciotto si devono fare in gran stile, eppure decise che avrebbe scelto lui chi invitare, senza il rischio di ritrovarsi sconosciuti che gli rovinano la festa.
Aveva deciso di fare la lista degli invitati con Brian, invitando così persone che il capitano conosceva bene, ma che Kieran non era solito frequentare. Nell'elenco inserì anche le persone del corso avanzato, sapendo bene che alcuni non ci sarebbero venuti, ma sperava comunque che Nicholas accettasse. Era indeciso se invitare o meno il ragazzo di fianco al quale Nik era solito sedere, ma questo avrebbe destato troppi pettegolezzi, così decise di invitarlo comunque.
Aveva messo in lista anche Debby, con grande approvazione da parte dell'amico, confidando nel fatto che lei avrebbe trascinato il fratello alla festa, in caso avesse deciso di non andarci.
Quel giorno sedeva al tavolo con la squadra, mentre questi discutevano su altre possibili ragazze da invitare, quando i suoi chiamarono.
Kieran uscì dalla mensa e accettò la chiamata:- Pronto?
- Tesoro, ciao! Come stai?
Kieran sorrise:- Tutto bene ma', voi invece? Vi trovate bene?
- Sì, ma ci manchi.
- Come no mamma, so benissimo che vi state divertendo senza di me - disse ironico.
- Che figlio che ho! - disse con tono falsamente esasperato.
Kieran stava camminando per i corridoi e sapeva benissimo che tutti stavano cercando di capire con chi era al telefono, così decise di uscire.
- Allora, pronto a diventare maggiorenne?
- Ovviamente. Ho organizzato una festa alle colline, prenotando la discoteca.
- Bene dai! In quanti sarete?
Kieran, mentre svoltava per imboccare l'ennesimo corridoio, percepiva che era preoccupata:- Tante mamma, ma non preoccuparti, sono persone che conosciamo sia io che Brian.
- Hm... vedi di non combinarmi casini signorino o prenderò il primo aereo e verrò a cercarti.
Il ragazzo sorrise, mentre usciva nell'aria pungente di dicembre:- Sì, ma'.
Il buon umore del ragazzo sparì quando vide il Nicholas seduto accanto a quel ragazzo della classe avanzata.
Di nuovo lui, pensò.
- Scusa mamma, ma ho dimenticato di fare una cosa per il prof, devo andare, ti chiamo poi.
- Ok, fai attenzione, mi raccomando.
- Sì ma', salutami papà - e riagganciò, rientrando nell'edificio per dirigendosi nuovamente verso la mensa.
Sapeva bene che si stava comportando da codardo, ma Nicholas lo faceva arrabbiare in maniera innaturale, insomma lui era una persona che non perdeva la calma facilmente, ma con quel ragazzo...
Si bloccò in mezzo al corridoio, decidendo di affrontare la questione Nicholas una volta per tutte, così fece dietrofront e si convinse a chiarire con lui e capire perché gli facesse questo effetto.
Superò la porta d'ingresso con sicurezza, ma questa vacillò del tutto, portandosi con sé anche il suo fiato, non appena vide Nicholas che stava baciando il ragazzo del corso.
Neanche la voce di un ragazzo arrivato dai giardini, che urlò il nome Chris, gli fece distogliere lo sguardo sgranato, nemmeno quando i due si staccarono, ma prese un leggero respiro, bisognoso di ossigeno, solo quando lo sguardo di Nicholas incontrò quello di Kieran.
Nik sgranò gli occhi e socchiuse le labbra, in cerca di parole, ma Kieran si voltò ed entrò nella scuola, sentendo la voce di Nicholas che lo chiamava.
Si fermò solo quando appoggiò la schiena alla porta dello sgabuzzino, dove il petto si alzava velocemente per l'urgente bisogno di altro ossigeno.
Perché ciò che ha visto lo ha sconvolto?, si chiedeva. Perché gli ha fatto così male?Debby era elettrizzata all'idea della festa: il fatto di esser stata invitata le aveva mandato in tilt il cervello.
Tutti i suoi amici si chiedevano come fosse possibile, ma lei si limitava a dire:- Perché lui conosce mio fratello e quindi ci ho fatto amicizia pure io.
Accennava appositamente a Nik, sperando che le persone cominciassero ad evitare di fare gli indifferenti, o peggio, con lui, ora che sanno che è amico di qualcuno così conosciuto come Kieran.
Sapeva che Nik non avrebbe voluto andarci, così stava già escogitando un piano per convincerlo, quando vide Kieran correre sconvolto per i corridoi quasi deserti per via della pausa pranzo.
Si chiese cosa fosse successo, ma si limitò a pensare di non farsi gli affari altrui, come era solito ricordarle suo fratello.
Mancava poco alla fine della pausa pranzo, ma prima che lei potesse dirigersi verso l'aula di storia, venne trascinata in un'aula vuota.
- Nik! Mi hai fatto prendere un colpo!
- Scusa - disse neutro come sempre, ma Deb vide che qualcosa non andava. - Ho bisogno di chiederti un favore.
- Oh - entrambi sapevano bene che cosa significava: aveva un modo per obbligare il fratello ad andare alla festa di Kieran. - Dimmi.
- Devi procurarmi le chiavi di casa di Kieran per domani.
La ragazza osservò a lungo il fratello e notò la serietà nel suo sguardo:- Sei serio?
- Certo.
- E cosa ci devi fare? - chiese confusa e sorpresa.
- Devo... dargli il suo regalo di compleanno.
- Ma darglielo come tutte le persone normali, no? - chiese sconcertata.
- Non posso, in effetti sarebbe alquanto impossibile.
Debby sospirò:- Mi spieghi come cavolo dovrei procurarmele?
Nik si prese il mento tra l'indice e il pollice, mentre rifletteva, per poi sollevare nuovamente lo sguardo su di lei:- Il suo migliore amico. Lui dovrebbe averle, no?
- Brian? Forse... Aspetta! Come faccio a farmele dare da lui? Non lo conosco nemmeno!
- Potresti almeno chiedigli di venire ai giardini dopo le lezioni? Ci parlerò io.
Debby non ci stava capendo niente, ma annuì: sicuramente Nik aveva in mente qualcosa e lei si fidava di lui.
- Almeno verrai alla festa, domani?
- No, potrò entrare in casa sua solo quando lui sarà alla festa.
- Lo immaginavo. Beh, pazienza, non so cosa tu abbia in mente, ma mi fido. Parlerò con Brian.
Nik annuì:- Grazie, Deb.
Lei annuì a sua volta, voltandosi per uscire, quando si bloccò, per poi voltarsi nuovamente:- Sai per caso perché Kieran, a pranzo, è corso via non so dove?
Debby vide il ragazzo irrigidirsi e sussurrare un distratto:- Forse.
- Parlamene quando vuoi, ora vado. Ci vediamo poi, ok?
L'altro annuì, mentre la sorella usciva dall'aula, con la mente impegnata ad elaborare una strategia per attaccare bottone con il capitano della squadra di basket.
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Allungando una mano nelle tenebre
RomanceKieran sapeva bene quale era l'obiettivo della sua vita e arrivarci era il suo unico scopo. Lo studio era il suo obbligo, il suo passatempo, il suo compagno di stanza. Il problema era però lo stress e la soluzione la trovò nel ruolo del playmaker de...