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Kieran era uscito di fretta, facendo attenzione però ad attivare l'allarme, essendogli venute in mente le parole della madre che lo avevano intimato a fare parecchie cose, soprattutto prima di uscire.
Quando raggiunse il parco, vide Nik che stava arrivando di corsa:- Fammi vedere quanto sai correre, Larson!
Il ragazzo sorrise, voltandosi e cominciando a correre, sentendosi però raggiungere dal biondo dopo poco.
Kieran era rimasto sorpreso dalla richiesta dell'altro, poiché quel ristorante era praticamente il posto in cui ci andavano le coppie, almeno per la maggior parte, infatti era famoso per le numerose proposte di matrimonio fatte; molte ragazze pretendevano di andarci con il proprio ragazzo, proprio come ulteriore prova della loro relazione.
Sapeva che era gay, ma non aveva potuto fare a meno di pensare che ci fosse una ragazza dietro alla sua richiesta.
Stavano correndo a una velocità sorprendente alta, che non stancava nessuno dei due, ma il biondo aveva comunque il fiatone per la preoccupazione e la fretta con cui era uscito di casa.
Nik richiamò l'amico e con pazienza riuscì a farsi dire dove si trovava, così quando arrivarono a destinazione, lui aveva già chiesto a Kieran dove doveva andare e sfrecciò dentro senza troppi complimenti.
Il luogo era caratterizzato dal colore rosso: le tende pesanti, decorate e legate da nastri oro; il tappeto sul pavimento di basalto nero; i fiori posti al centro dei vari tavoli, le porte delle sale private e perfino le uniformi dei camerieri.
Nicholas si fermò improvvisamente nel mezzo del corridoio, mentre Kieran rischiava di finirgli addosso; si stava guardando intorno con urgenza, così Kieran gli passò accanto e cominciò a guardare più avanti, cercando il numero della sala privata in cui l'amico di Nik lo stava aspettando.
Kieran era stato condizionato dall'ansia dell'altro, per questo era passato davanti alla stanza giusta già un paio di volte senza notarla, ma a un certo punto ci si fermò proprio davanti così notò il numero e, dopo aver detto qualche parola poco piacevole tra i denti, chiamò Nik, che piombò all'interno senza nemmeno bussare.

Alan era seduto, con le mani immerse nei folti capelli castani, immobile.
Nicholas si avvicinò lentamente, per poi inginocchiarsi di fianco alla sedia dell'amico:- Alan?
L'uomo sussultò, per poi alzare lo sguardo: i suoi occhi castani, che erano sempre stati luminosi e pronti a sorriderti, ora erano due pozze d'acqua che fissavano Nik con un'angoscia straziante.
Il ragazzo lo abbracciò, mentre l'altro scoppiava nuovamente a piangere.
- Alan, stai tranquillo, parlerò io con lui, ok? Probabilmente era solo sorpreso o era troppo presto per lui. Non scoraggiarti così.
- Ma... Lui se n'è andato, senza dire niente, senza...
Nik lo zittì, allontanandosi da lui, sciogliendo così l'abbraccio, ma tenendolo sempre per le spalle:- Ci parlo io, fino ad allora, tu non oserai ridurti nuovamente in questo stato. Ti prometto che cercherò di capire perché l'ha fatto e cercherò di sistemare le cose, ma ora è tardi. Forza andiamo, oggi dormi da me.
- Tu non mi fai mai dormire da te - disse con voce ferma, anche se lo sguardo era ancora spento.
- Oggi sì. Forza, Kieran ti porterà fuori - disse lanciando un'occhiata all'altro, chiedendogli di fargli questo favore attraverso lo sguardo.
Kieran annuì e, appoggiato un braccio intorno alla vita dell'uomo, cominciò a portarlo fuori.
Nik si diresse alla cassa, chiedendo il conto per la cabina diciotto, ma la cassiera gli disse che qualcuno aveva già pagato e Nik sapeva che quel qualcuno era proprio il ragazzo di Alan. Sì, doveva proprio chiarire la questione.

Kieran stava reggendo Alan, ma quando lui cominciò a dirigersi verso l'uscita principale, l'altro lo fermò, dicendogli che aveva l'auto nel parcheggio privato, così cambiò direzione.
Quando arrivarono al suo veicolo, Alan si sedette al posto del guidatore e fece segno a Kieran di sedersi sul sedile del passeggero.
- Tu... - si schiarì la gola e sospirò. - Tu sei Kieran, giusto?
Il moro annuì soltanto, non volendo parlare, per via della condizione di Alan.
- Ah, il ragazzo a cui avevo scritto giorni fa... - disse appoggiandosi al sedile, con la testa leggermente reclinata all'indietro e gli occhi chiusi.
- Sai che Nicholas è gay, vero? - chiese Alan con sempre più sicurezza, anche se sapeva bene la risposta.
- Sì - rispose, guardando di fronte a sé, dove c'erano le scale da cui erano passati poco fa.
- Bene - disse mentre si girava verso di lui. - Tu sei il tipico ragazzo etero che non si rende conto di niente. Te lo dico una sola volta: fai soffrire quel ragazzo e te la vedi con me. Lui non merita di soffrire ulteriormente.
Kieran, che si era voltato verso di lui, rivide la luce accendersi nei suoi occhi, tutto per Nik:- Non vedo come potrei farlo soffrire.
L'altro socchiuse gli occhi:- Spera soltanto che non si in-
Kieran aggrottò le sopracciglia, non capendo cosa volesse dire, ma non chiese di continuare poiché Nik stava tornando e la sua mascella si era serrata.
Uscì dall'auto e si sedette sui sedili posteriori, ma Nik si accomodò comunque affianco a lui.
- Ti spiace accompagnare Kieran a casa sua? - chiese ad Alan, che vide essersi ripreso.
- Certo, basta che mi dici dove abita.
Così, spiegato dove viveva il moro, partirono.
Nik tirò fuori il cellulare e gli scrisse: "Ti ha per caso detto qualcosa?"
Nik osservò bene il volto dell'altro, mentre gli diceva di leggere il messaggio che gli appena mandato, ma lui bloccò nuovamente il cellulare e, lanciata un'occhiata al biondo, guardò fuori dal finestrino.
L'altro non poteva certo interpretarla come una reazione positiva, ma decise di non dire niente.

Allungando una mano nelle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora