Quando uscirono in corridoio, i due ragazzi non sapevano dove dirigersi, per cui, dopo un attimo di esitazione, voltarono verso le scale che li portarono in salotto.
Non c'era nessuno, a parte una debole fiamma nel camino.
Kieran portò Nicholas fino a una poltrona, dove lo fece sedere, poi gettò un paio di ceppi di legno nel fuoco e si sedette di fianco a Nicholas.
- Ci sono tre divani liberi.
Kieran sorrise:- Sì, ma tu hai la coperta.
Nik fece per togliersela di dosso, quando Kieran si infilò sotto e piegò le ginocchia per coprire anche i piedi.
Rimasero in silenzio a lungo, guardando il fuoco che si cibava del legno con lentezza. Ognuno era immerso nei propri pensieri, che erano diversi, ma sfociavano entrambi nel bacio della sera precedente.
Nicholas non guardava nemmeno in direzione del ragazzo, ma si concentrava su tutto il resto, anche se sentiva la sua spalla calda a contatto con la propria. La coperta si sollevava a ritmo dei loro respiri irregolari.
- Nik, riguardo a ieri sera...
Nicholas si irrigidì di colpo:- Non credo-
- Nicholas? Cosa ci fai in piedi?
I due ragazzi si voltarono, ritrovandosi Debby in pigiama che li guardava accigliata.
Il fratello si alzò di colpo, rischiando così di cadere per un giramento di testa, ma Kieran lo tenne su.
- Ce la faccio, grazie - disse senza distogliere gli occhi dalla sorella.
Con una mano appoggiata alla superficie più vicina, si diresse dalla sorella ancora ferma e la abbracciò.
Debby non voleva piangere, si era ripromessa di non farlo, ma quando le calde braccia del fratello la circondarono, non riuscì a non aggrapparsi a lui e ad essere felice di trovarsi lì.
- Mi dispiace, Deb, scusami.
La ragazza affondò il volto nell'incavo del suo collo e scosse leggermente la testa, non riuscendo a parlare.
- Non volevo farti soffrire mai più, ma non ci sono riuscito, mi dispiace. Lo so che tu mi rimproveri sempre di essere troppo impulsivo, - la sua voce era bassa, mentre parlava affondando il volto nei capelli della sorella. - Lo sono stato anche questa volta e ho combinato un casino.
Questa volta fu Debby ad allontanarsi leggermente da lui:- Sì, è vero, mi hai fatto arrabbiare, preoccupare ed esasperare, ma sei fatto così, lo so meglio di chiunque altro e l'unica cosa che conta per me è che tu sia ancora qui. L'importante è questo.
Nicholas sorrise e prese il volto della sorella tra le proprie mani:- Non sono ancora sicuro di poterti lasciare vivere senza di me, sei ancora troppo problematica, per questo non preoccuparti, non ti lascerò.
Kieran intanto, era rimasto seduto, cercando di passare inosservato ed evitare di rovinare il momento, ma si sentiva un intruso in quella scena così intima, però poi Debby spostò lo sguardo su di lui e sorrise:- Non ti ho ancora ringraziato.
Mentre parlava, riaccompagnò il fratello al divano e lo coprì con la coperta; si sedette davanti a Kieran, restando in equilibrio sulle punte dei piedi e gli prese le mani, parlò poi con un tono serio che diventava via via sempre più leggero:- Grazie per avermi riportato mio fratello, rischiando la tua stessa vita, non sai quanto questo significhi per me e per questo... ti perdono anche per come hai ridotto Nik la mattina dopo la tua festa.
Kieran, che era abbastanza imbarazzato per la situazione, si accigliò:- "Come ho ridotto Nik"? Che intendi dire?
Debby si alzò, mentre ricambiava lo sguardo del fratello:- Lascerò che sia Nik a dirtelo.
Posò poi lo sguardo sul moro:- Ma sappi solo una cosa: non sono sempre così magnanima, la prossima volta non finirà bene per te.
Detto ciò, se ne andò mentre Nicholas abbassava il volto imbarazzato:- Scusami, è fatta così.
- Immagino sia una caratteristica di famiglia.
Nicholas non disse niente, troppo incasinato con i suoi stessi pensieri, poi però ripensò alle parole di Deb e realizzò che era stato proprio Kieran a ritrovarlo, era la sua voce che sentiva quando era semicosciente ed era sempre lui quello che lo aveva abbracciato quando sentiva di essere solo e non sapeva più quale sarebbe stata la sua sorte.
- Nemmeno io ti ho ancora ringraziato... se non fosse stato per te, chissà quando mi avrebbero trovato, sempre se-
Kieran aveva visto Nik incupirsi mentre pronunciava quelle parole, per cui lo interruppe subito:- Non è successo. Ti abbiamo trovato e tu stai bene, è questo quello che conta.
Nik si voltò a guardarlo e scoprì l'altro a fare altrettanto:- Tu mi hai trovato.
Gli occhi di Kieran si socchiusero, mentre diventavano di un colore più scuro. Nik aggiunse, allarmato dalla possibile conseguenza di quello sguardo:- E pare che tu sia persino più pazzo di me, perché hai rischiato di lasciarci la pelle. Che razza di soccorritore esce non attrezzato?
Lo disse in modo scherzoso, ma Kieran rispose imbronciato:- Ho buttato giù dal letto due miei amici per venire fino a qui quando ho scoperto cosa ti era successo, secondo te ho avuto modo di preoccuparmi dell'abbigliamento?
Il volto di Nik tornò serio e quando incrociò lo sguardo di Kieran, non riuscì a parlare come era solito fare, per cui si limitò a sussurrargli:- Grazie. Grazie per essere venuto.
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Allungando una mano nelle tenebre
RomanceKieran sapeva bene quale era l'obiettivo della sua vita e arrivarci era il suo unico scopo. Lo studio era il suo obbligo, il suo passatempo, il suo compagno di stanza. Il problema era però lo stress e la soluzione la trovò nel ruolo del playmaker de...