Non avevo molta voglia di alzarmi, ma dovetti per forza farlo. Mi sono seduta sul letto, e pensavo a quello che Gonzalo mi aveva scritto la sera precedente. Mi stavo facendo coinvolgere troppo, io non potevo perdonare. Mi aveva fatto stare troppo male. Giurai che non sarei più caduta in tentazione.
Sara mi accompagnò a trovare la mia famiglia. Fu una bella sorpresa, non se l'aspettavano. MI madre mi tartassò di domande, su come stessi e come procedesse la mia vita sentimentale. La solita mamma. Ci rimase male per la storia finita male, s'era affezionata a quel ragazzone. Mio fratello, invece, quello li non l'hai mai perdonato. Mi ripete sempre di stare attenta e che prima o poi gli avrebbe tirato un pugno dritto sul naso. Anche mio padre ci rimase male, ma mi ripeteva che avrei trovato qualcun altro, che mi meritasse davvero.
A pranzo tornai a casa di Sara, mangiammo qualcosa già cotto. Non avevo molta fame, ero tesa per il pomeriggio. Saremmo andati a Castelvolturno, sede del Napoli, per la rifinitura dei contratti. Preparai il necessario, e quando mi decisi, ci avviammo insieme nell'hotel. Voleva venire anche lei, l'accontentai.
I ragazzi, e le compagne, erano già pronti,
:- Dov'è Gonzalo? Chiese Sara.
:- Un attimo, sta arrivando. Risponde Josè mentre sorseggiava la sua Gatorade.
Appena arrivò, pensai bene di non dargli troppa importanza. Non lo meritava.
:-Andiamo, non c'è tempo da perdere. Questa volta tre taxi.
In uno famiglia Callejon, nell'altro Albiol, nell'ultimo io, Sara e Gonzalo. Venne con noi. Sara volle sedersi avanti, il suo posto preferito.
Io ero al lato sinistro, Gonzalo all'altro. Vibra il cellulare , un messaggio.
:- Sei bellissima.
:- Perchè mi scrivi a due centimetri di distanza, e poi cosa vuoi ancora?
Si avvicina a me, cerco di allontanarmi, ma lo spazio era finito. Mi sussurra all'orecchio.
:- Sei bellissima. E si rimise al suo posto.
:- Cosa pensi di ottenere facendo così?
:- Te, voglio te.
:- Lo sai come la penso, smettila.
..
La giornata era perfetta. Entrammo in questo centro sportivo, tutto azzurro. Mi piacevano molto le idee delle gigantografie e degli autografi. Andammo tutti in sala d'attesa, mentre sentivo urlare Sara per ogni cosa che vedeva. Quel pomeriggio passò così,rifiniamo i contratti e poi ce ne siamo andati. Quella storia si era fatta pesante. Volevo tornare a Madrid, e ricominciare da zero. E magari trovare davvero qualcuno con cui poter stare. Basta Gonzalo, del numero venti non volevo più sentirne niente.
..
Era giovedì sera. Sarei tornata da sola a casa l'indomani mattina. Non vedevo l'ora arrivasse, volevo tornare alla mia vita di sempre. Sara decide di invitarci tutti a casa sua, un'ultima volta insieme. Io ero in camera, a sistemare le maglie nella mia valigia. Sentii mia cugina aprire la porta agli invitati. Che palle, erano già tutti qui.
Marta ed Alicia vennero da me, a darmi una mano. Preferivo la solitudine ora, ma non potevo cacciarle.
:- Cosicchè domani mattina parti.. Disse Marta con la voce un pò strozzata. Forse davvero le sarei mancata.
:- Si, finalmente torno a casa mia. Lontano da tutti.
:- Lo sappiamo che ti mancherà Gonzalo. Alicia mi fece l'occhiolino, che stupida.
:- .. Non voglio più parlare di questa storia, non voglio neanche più sentirlo nominare!
Marta pensò bene di portare con se Alicia, e mi lasciarono sola in stanza.
Non versai neanche una lacrima, ero solamente furiosa, volevo andarmene via. Erano le 20.30. Andai in sala da pranzo. C'erano tutti, e ovviamente il mio posto era riservato vicino al Sig. Higuain. Cerco di guardarlo il meno possibile.
..
La serata passò così. Tornai in camera a sistemare le ultime cose. Sentivo qualcuno che mi stava seguendo. Non feci neanche in tempo a girarmi, che me lo ritrovai davanti. La sua fronte appoggiata alla mia. Mi guardò con gli occhi di chi non è pronto agli addii.
:- Mi mancherai da morire, ti prego resta con me.
Staccai la mia fronte con prontezza. Non aveva capito che con me non attaccava più?
:- Finiscila, devo tornare alla mia vita. A Madrid, da sola.
:- Perchè non ti trasferisci qui, senza neanche lavorare. Non posso starti lontano, e lo sai anche tu. Per un attimo persi cognizione del tempo.
:- Non butto all'aria quello che ho costruito da sola in tanti anni, per te poi, che mi hai anche tradita!
Non disse niente, avevo fatto centro. Dritto nel segno.
:- Che sono stato un coglione lo so, ma so che ti amo ancora!
:- Esci da questa stanza, io con te non ci torno.
Mi guardò, non avrebbe voluto sentire l'ultima frase. Se lo meritava, mi aveva fatto star male per troppo tempo.
:- Posso almeno salutarti come si deve?
:- Cosa vuoi fare?
Prese il mio viso tra le sue mani, e mi diede un bacio a stampo. Un secondo, massimo due. Glielo lasciai fare.
:- Vattene ora.
:- Ti aspetto a Napoli, torna a trovarmi.
Salutai anche gli altri con un lungo abbraccio, mi sarebbero mancati tutti. Forse anche lui.
Ma dissi addio a questa vita, casa mia era Madrid.
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Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||
Fanfiction"Ho dovuto imparare a proteggermi da chi mentre mi tradiva,mi diceva fidati.."