21.

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Otto di sera.

Finalmente io e Mattia entriamo.

Ansia, paura. Volevo vederla ma in cuor mio mi faceva staremalissimo.

Ci giriamo verso la vetrata. Era lì. Distesa, con un lenzuolo. Conla flebo, con dei macchinari, una maschera d'ossigeno.

Occhi chiusi, capelli arruffati. Era un angelo, che dormiva. Eh si,lei dormiva.

Lei non potevalasciarmi solo. Avevo bisogno di lei.

Dei baci, delle carezze, degli insulti. Di tutti gli abbracci, dellesorprese. Della sua voce.

Non potevalasciarmi solo. Avevo bisogno di lei.

Della ragazzina che avevo conosciuto a Madrid, ingenua, tenera,timida. Misteriosa, socievole, ma con tanti segreti dentro. Poi èdiventata Donna con me. La mia Donna.

Non potevalasciarmi solo. Avevo bisogno di lei.

Di qualcuna che mi tenesse a bada, quella che mi teneva testa ma alcontempo sapeva cedere e sapeva farmi cedere. Qualcuna che mi facessestare tranquillo, calmo quando ero nervoso. Bastava un suo abbraccio,o un suo "Ci sono io" per stare bene, per essere felice. Io sonofelice solo con lei.

Non potevalasciarmi solo. Avevo bisogno di lei.

Lei per me è tutto. La donna della quale sono innamorato. La miamigliore amica, quella a cui posso raccontare anche la cosa piùstupida che mi passa per la mente. La mia ragazza, quella con cuipasseggio mano a mano, mentre le altre si girano per riguardarla, edecidere se potesse essere all'altezza di essere la fidanzata diGonzalo Higuain.

Certo, lei è all'altezza. Lei è perfetta per me. Quella a cuifacevo i regali, quella a cui avrei dedicato tutti i miei successi.Quella che avrei abbracciato stretto ogni volta che piangeva, quellaa cui avrei accarezzato i capelli sussurrandole di stare tranquilla,di non essere mai sola. Quella a cui avrei dato i baci sulla pancia,che tanto adora! Quella che avrei sposato, quella che avrei reso Miaancora tanto volte. Serena per me è tutto. La mia piccola, ma la miagrande donna.

Nel frattempo che pensavo a tutto questo, stringevo i pugni eappoggio la fronte sul vetro. Scendevano lacrime, ma non molte.Cercai di non piangere, volevo convincermi che lei ce l'avrebbefatta.

Mattia invece era disperato, si siede perchè non riusciva stare inpiedi. Mi giro verso di lui, mi piego sulle ginocchia e gli parlo.

:- Serena non vuole che tu piangi.

:- Lo so, ma non riesco a vederla così. Come fai a resistere, tu?

:- Serena ce la farà, ne sono sicuro.

:- E se non si sveglia?

:- Si sveglia, ha la testa dura.

:- Come te, alla fine.

:- Come me.

Ci sorridiamo a vicenda, poi lo abbraccio. Fanculo l'egoismo, larabbia, l'odio. Era mio cognato, il fratello della mia ragazza.Continua a piangere e singhiozzare, mentre io continuo a dirgli chece l'avrebbe fatta.

Il medico ci ordina di uscire dalla sala. Guardiamo l'ultima volta lavetrata. Ho un solo pensiero.

*Apri quei cazzo di occhi, non ce la faccio più.

Usciamo dalla stanza e torniamo dagli altri.

Sara ci chiede.

:- Allora, come sta?

:- E' sul letto con dei tubi e la maschera d'ossigeno.

:- Fa strano vederla così. In silenzio. Di solito urla e facommedia. Riprende Mattia, sorridendo mentre si asciuga le ultimelacrime.

Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora