22.

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Pov Gonzalo.

Il giorno dopo, il 12 dicembre, avevano spostato Serena nella suastanza. Era sola, non c'era nessuno. Passo alle sette di mattina,prima di andare a lavoro. Avevo dei fiori, e un piccolo peluche.Insomma, nulla di che, ma le avrebbe fatto piacere. Quando entronella sua stanza, aveva solo la flebo, non più maschere o tubi.Potevo baciarla!

Entro in stanza, lei dormiva ancora.

Le accarezzo i capelli, poi le do un bacio sulla guancia.

Apre dolcemente gli occhi, poi mi guarda e sorride.

:- Non volevo svegliarti.

:- Non importa, ero già sveglia da un po'. Buongiorno amore!

:- Buongiorno a te! Come ti senti oggi?

:- Un po' meglio, finalmente posso parlare!

:- Mancava la tua voce. Tieni, questi sono per te.

Prende i fiori e li annusa, poi guarda il piccolo panda e sorride,poggiandolo sul comodino.

:- Grazie piccolino, non dovevi.

:- Naah, dovevo eccome.

Mi faccio spazio sul letto; appoggio una mano sul suo fiancosinistro, e con l'altra le stringevo la mano destra.

:- Vai ad allenarti ora?

:- Si, tra un po' vado. Abbiamo una partita importante domenica.

:- Si, lo so. Voglio venire allo stadio!

:- Non puoi, lo sai.

:- Mi annoio qui.

:- Dopo la partita, vengo qui.

:- Mi annoio comunque.

:- Passerò tutte le notti qui. Non riesco a dormire sapendo che tusei qui sola.

:- Amore...

Prova ad alzarsi, appoggia i cuscini sulla spalliera. Le do una mano.

Mi avvicino di qualche centimetro, lei lascia la mia mano e la poggiala sua sulla mia guancia. Mi sorride, e mi bacia.

Quanto mi mancava tutto questo.

Quanto cazzo mi mancava tutto questo.

Ci stacchiamo, ma rimaniamo vicini, molto.

:- Non ti baciavo da 19 giorni.

:- L'ultimo bacio te lo sei rubato sul pianerottolo di casa mia.

:- Eh, tu non mi baciavi, l'ho fatto io.

:- Non vedo l'ora che torni a casa.

:- Anche io. Menomale che ho il telefono, almeno possiamo sentircipiù spesso.

:- Non serve. Appena riesco, torno sempre qui.

Le do un bacio sul collo, poi salgo fino ad arrivare all'orecchio.

:- Fermo, se arriva il medico...

:- Che fa?

:- Mi stressa, dice che devo stare ferma.

:- Capito, come va con la dottoressa? Rido.

:- Va bene, insomma. La sento blaterare col medico con frasi di tipo"Wow, quello è Gonzalo Higuain, oddio ma quello è Pepe Reina. Macome fanno a conoscersi, mio Dio, hai visto come sono belli" e blabla bla, però non avevo forza per rispondere, ho lasciato perdere.

:- Allora, ti spiego una cosa. La gente può dire quello che vuole.L'importante è quello che ci diciamo noi. Quello che pensiamo noi.Quindi tu devi stare tranquilla.

Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora