Erano passatiparecchi giorni. Con Gonzalo le cose sempre così, non si convinceva.Facevo di tutto, e di più. Era tosto, come un mulo! Ma non avreiceduto, io sono più orgogliosa di lui. Siamo al sette dicembre.Oggi avevo in mente un qualcosa per lui. Tra qualche giorno era ilsuo compleanno, io stavo facendo di tutto e questi giorni sarebberostati fondamentali. La mattina stessa, vado nello spogliatoio. Salutotutti, e mi dirigo verso lui.
:- Ei, ciao.
:- Ah, che ansiache sei!
:- Si, lo so.
:- Mi lascipreparare, o no?
Guardo Josè, cheabbassa lo sguardo. Come per dire, lascialo perdere.
:- Ci sarebbe dafirmare un documento, passi nel mio ufficio dopo?
:- No. Ci pensa miofratello.
:- Serve la tua difirma, solo cinque minuti.
:-Dopol'allenamento, ora non rompermi.
Si sistema,e va incampo. Josè mi saluta.
:- Ciao bella. Mifa l'occhiolino, aveva capito che la freddezza di Gonzalo potevafarmi crollare.
Qualche ora dopo,viene in ufficio.
:- Allora, dammi ildocumento.
:- Si, un attimo.Eccolo.
:- Dove devofirmare?
:- Qui, dove stoindicando col dito.
I nostri voltierano vicini, le labbra ancora di più.
:- Tra qualchegiorno è il tuo compleanno..
:- Si, non serveche ricordi. Lo so.
:- Mi spiace tu miabbia eliminato dalla lista invitati.
:- Pretendevi divenire? Ma scherzi.
:- Vabe, nonimporta. Non voglio litigare con te, ancora di più. Che fai stasera?
:- Nulla che tiimporta.
:- Però potrestiessere più garbato.. io non ti trattavo così male.
:- Oh, scusamiamore mio. Cosa vuoi che faccia? Che ti baci? Che ti dica quanto tiamo? Oppure che ti dia i baci sul collo? Il tutto, in maniera moltoironica e provocatoria.
:- Si, se mibaciassi andrebbe meglio. Ma lascia stare, non importa.
:- Vado a mangiare,non ho tempo da perdere con te.
:- Ok..
..
Il pomeriggio tornoa casa. Avevo ideato una sorpresina per Gonzalo. Avrei preparato uncartellone per lui, due foto stampate incorniciate, un pupazzo con uncuore. La sorpresa sarebbe arrivata la sera, alle undici. Avevo unamico corriere che l'avrebbe portato. Avevo comprato tutto ilmateriale, alle cinque mi metto all'opera. Alle sette l'avrebberitirato il postino, alle undici sarebbe arrivato. Il piano dovevafilare liscio.
Preparo tutto illavoro, alle sette era pronto. Speriamo bene..
Pov Gonzalo.
Stasera non sareiuscito. Ero stanco, poi non avevo voglia di sentire i soliti Raul eJosè che mi parlavano di Serena, e di quanto avessi sbagliato.
Alle undici bussanoalla porta. Era sicuramente lei, mi stavo per arrabbiare di nuovo.Vado a vedere comunque. Apro ad uomo bassino e moro, con un pacchettoin mano.
:-Buonasera, è perlei.
:- Ok, grazie eciao.
Chiudo la porta,leggo il biglietto.
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Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||
Fanfiction"Ho dovuto imparare a proteggermi da chi mentre mi tradiva,mi diceva fidati.."