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Sono la prima ad alzarmi la mattinasuccessiva. Senza far rumore, mi alzo piano piano, mi faccio unadoccia. Torno in stanza, dove Ale si stava già stropicciando gliocchi. Lo prendo in braccio, lo coccolo un po'. Sveglio ancheGonzalo, erano le otto, quanto dorme!

Mi avvicino, sussurrando.

:- Amore, svegliati. Sono le otto.

Fa finta di non sentire, continuando amantenere chiusi gli occhi.

Mi avvicino al suo orecchio.

*Vuoi dare tu il latte ad Ale?

Mi fa un cenno con la testa, e si alza.

Mi da un bacio, e inizia a giocare colpiccolo di casa.

Mentre faccio colazione, Gonzalo prendeAle, sistemandolo sulle sue gambe. Prende il biberon, e lo mantienecome fosse un padre con esperienza. Gli sorrido, era carino in quellevesti.

Poco dopo, mi chiede.

:- C'è altro da fare con lui?

:- Un bambino non è solo dare latte, ecullare. Devi cambiargli il pannolino.

:-Che schifo, non lo so fare!

:-Ti insegno io.

Faceva piano perchè aveva paura difarsi male. Lo veste, e lo mantiene in braccio. La mattina sarebbepassato Mattia a riprenderlo. Bussano alla porta, tant'è.

:- Buongiorno.

:- Ciao Mattia.

:- Oh, cos'è 'sta novità? Mattiaintravede Gonzalo..(senza maglia, tra l'altro!)

:- Ci siamo rimessi insieme, problemi?Iniziava a scaldarsi.

:- Raga, davanti ad Ale no. Fulminoentrambi con lo sguardo, davanti al bambino queste liti no.

:- Nessun problema. Già sai Gonzalo,già sai. Vieni amore di papà. Grazie per la disponibilità, civediamo.

:- Di niente, ciao.

Appena chiude la porta..

:- Io tuo fratello non lo sopporto!

:- Lo so, mi dispiace, ma è fattocosì. Non si fida di te.

:- Mi sono stancato.

:- Perdonalo, gli passerà.

:- Non voglio più sentirtlo! Faccioparte della sua famiglia, che gli piaccia o no!

:- Dagli tempo.

:- Servirà?

:- Si, certo. E' solo che ha paura chetu possa farmi stare male di nuovo.

:- E' una storia vecchia quella, deveconsiderarmi come il fidanzato di sua sorella, non il bastardo chel'ha tradita.

:- Mi dispiace, lo so. Ma lo conosco.

:- Si, vado a lavarmi.

Si volta, ma gli prendo la mano.

:- Non voglio litigare con te. Lascialoperdere.

:- Neanche io voglio litigare con te.

Gli do un bacio. Poi mi stacco, e luiriprende.

:- Conviene che ci andiamo a preparareora .. Si stava facendo tardi, meglio staccarsi prima che la cosaprendesse il sopravvento.

:- Hai ragione.

Verso le nove, eravamo in auto. Guidavoio, finalmente.

:- Ei, che c'è?

Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora