Ai cancelli diCastelvolturno era stato appeso uno striscione, Auguri Pipita, contanti palloncini bianchi e azzurri. Stavolta non c'era il miozampino. In sede facciamo tutti gli auguri a Gonzalo. Al mio turno,due baci sulla guancia semplici. Ma cos'è questa roba... l'annoscorso gli sono saltata addosso. I ragazzi vanno ad allenarsi, io nonesco per niente fuori. Non volevo ricevere pallonate. Rimango inufficio a sistemare un po'. Mettevo in ordine, poi ho appeso qualchefoto, e sistemo i milioni di fascicoli nell'armadio. Mi capitasottomano quello di Gonzalo, quello che firmammo il giorno in cuisottoscrisse il contratto con la società. Bei tempi, quelli.
I giocatori tornanoin sede, passando per il mio ufficio. Avevo lasciato la porta aperta,e anche se avevo gli occhi puntati sui fogli, sentivo e capivo chistesse passando. Raul entra dentro, avvicinandosi alla scrivania.
:- Come va?
:- Insomma..potrebbe andare meglio.
:- Ho saputo dellatua sorpresina...
:- Bene, tantoneanche è servita.
:- Che dici? Dicegli è piaciuta, comunque.
:- Si, proprio.Assai.
:- Fidati. Glipiace, ma deve fare il coglione che non cede.
:- Dici chetorniamo insieme?
:- Ma certo.
:- Ti vogliocredere.
Mi da una baciosulla guancia, poi va via, e chiude la porta.
Esco dalla stanza,vado a mangiare. Mi siedo al tavolo dello staff, anche se sento ilcapitano che mi invita al loro.
:- Non ci entriamoin quella fila tutti.
:- Shh.... -Interviene Pepe- Il posto c'è, ma è vicino Gonzalo.
Il numero noveriguarda lo spagnolo, poi guarda me.
:- Chiedete a lui. Faccio il segno di alzare le mani.
:- Ci entri, vieniqua e basta. Pepe senza scrupoli.
Mi trascina diforza, e mi fa sedere.
Cerco di guardarloil meno possibile, ma ce l'avevo vicino, quindi. Mi arriva unmessaggio, mio fratello.
:- Oi, cheracconti? E' il compleanno di Gonzalo..
:- SI, lo so. Sonoseduta vicino a lui in questo momento. Lo sto riempiendo di sorprese,di attenzioni, fa finta di non vedere o capire.
:- Il solitocoglione. Devo parlarci io?
:- No, lasciastare. Stasera ho in mente una sorpresa per lui. Uno spettacolopirotecnico. Se neanche stasera cede, io ci rinuncio.
:- Non devi mairinunciare, lo sai.
:- Si, ma lo saiche non so più cosa fare.
:- Ci torna,citorna con te. Già lo so.
:- Speriamo. Oravado a mangiare la torta, ciao.
Il cameriere portala torta, con 26 candeline. Oltre ai soliti Tanti auguri, Marek interviene.
:- Aspetta, devi esprimere un desiderio prima di soffiare.
:- Aah, allora.Intervengo io, come per dire wow, che grande idea.
:- Fatto.
Soffia le candelinepiù volte, qualcuna non si spegneva.
Taglia la torta,poi il cameriere va a preparare le fette per tutti.
In effetti non eramale.. ma io sapevo farla un pochettino meglio.
Verso le due emezza ci alziamo da tavola, io torno in ufficio, mentre gli altrivanno a prepararsi nello spogliatoio. Avevo dimenticato le chiavi sultavolo, quindi corro verso la tavola. Mentre mi dirigo verso laporta, all'improvviso, esce Gonzalo dalla sala. Ci siamo trovatiquindi di faccia, i volti vicini.
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Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||
Fanfiction"Ho dovuto imparare a proteggermi da chi mentre mi tradiva,mi diceva fidati.."