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Passano i giorni, è la sera del 31 dicembre. I ragazzi si sarebbero allenati sia mattina che pomeriggio, per recuperare al più presto la forma fisica e per mantenersi carichi per la stagione calcistica.

Stasera eravamo tutti, tutti tutti, ospiti a Posillipo, a casa di Dries Mertens. Non c'ero mai andata, non so che casa avesse. Sapevo solo che era bianca, a due piani. Ma la vidi di notte, quella sera che andai a prendere Sara.

L'allenamento pomeridiano sarebbe finito alle 19,00. Ci saremmo rivisti circa due ore dopo.

A casa, io e Gonzalo stavamo sistemando un po'. In realtà, io mi dedicavo alle faccende domestiche, lui era sul divano a dormire. Lo lascio riposare, un po' di silenzio finalmente!

Vado nella stanza da letto, a riporre i vestiti che avevo stirato.Nell'armadio, trovo un piccolo album. Erano le foto di famiglia,quelle di cui Gonzalo non sapeva fare a meno. C'erano tutte le foto di quando era piccolino, aveva poco più di due anni. I suoi fratelli, i genitori.

Poi mi capita fra le mani la sua cartella clinica, di quando è statomale per la meningite a dieci mesi. Mi venne quasi un colpo al cuoresapere che c'erano pochissime probabilità che si sarebbe salvatosenza avere danni permanenti. Per fortuna, le cose sono andate bene.

Tra le foto scorgo anche le prime fatte insieme, quando non eravamoancora fidanzati. Era un tuffo nel passato. I compleanni di Raul eAlicia, le prime conferenze.

Di tempo n'èpassato, ma siamo ancora qua.

Sistemo tutto come stava, poi torno in sala. Gonzalo si erasvegliato, era col cellulare fra le mani.

:- Vai a prepararti che tra un po' dobbiamo scendere.

:- Aspetta, sto finendo di giocare. Non posso lasciare il mio regno.

:- Che cosa?!
:- I miei soldati hanno bisogno di me. Il capodannopuò aspettare.

Rimango con lo strofinaccio in mano, un po' sconcertata. Poi sorrido,e vado in cucina. Ma chi stavo per sposarmi!

Torno e vado a sedermi sul divano.

:- Hai finito di giocare?

:- Quasi.

:- Dai Gonzalo faremo tardi!

:- Shh, non deconcentrarmi!

Accendo la tv, metto un po' sul canale della musica.

Lui aveva finito di giocare, mentre io avevo lo sguardo completamenteperso nel guardare i Maroon5.

:- Invece di guardare quello lì, vai a prepararti tu!

:- Shh, devo sentire la canzone.

Mi abbraccia e inizia a farmi il solletico. Io rido. Lui si poggia sudi me, inizia a baciarmi. Lo blocco prima che prendesse quella piegalì.

:- Gonzalo, dai ora non è il momento.

:- E' sempre il momento.

Continua a stare su di me, mentre con la mano mi tocca il fianco e mibacia.

Mi stacco, lo bacio a stampo e mi alzo.

:- Non ora.

..

Alle 20,30 eravamo pronti, o quasi. Lui stava finendo di vestirsi, iomi contemplavo allo specchio ragionando su quanto fosse adatto illook che avessi. Insomma, quel vestito un po' corto che mi avevaregalato, le scarpe nere.

:- Dici che mi sta bene così?

:- Ma scherzi, sei perfetta!

:- Non lo so, non sarò esagerata?

Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora