17.

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La mattina mi svegliai felicissima. Erano le otto. Ero ancora appoggiata al petto di Gonzalo. Chiudo gli occhi, e mi godo per qualche minuto la sensazione di pace, di sicurezza che avevo. Mi alzo dolcemente, cerco di non farlo svegliare. Preparo una spremuta, mentre sento Gonzalo alzarsi e venire verso di me. Era dietro. Sentivo il suo respiro, i baci sul collo, e mi stringeva.

:- Buongiorno amore mio.

:- Buongiorno! Sto preparando la colazione, prendi quello che vuoi.

Mi girò di forza.

:- Non prima di averti baciato.

Gli sorrisi, e l'abbracciai. Mi baciò, poi si sedette.

:- Hai dormito bene? Mentre prendeva una tazza dal mobile.

:- Molto, tu?

:- Bene, però ti muovevi sempre!

Scoppiammo a ridere.

:- Però prima devo passare a casa a prendere il borsone. Vieni con me?

:-Non so, o vogliamo andare in auto separate, per non dare nell'occhio?

:- Vieni con me, e basta.

:- Agli ordini.

:- Piuttosto, ho pensato. Dato che Marta è giù di morale, magari dirle che stiamo insieme le fa piacere. Ti va, stasera?

:- Ma si, va bene. Mi arriva un messaggio sul cellulare. Era Sara.

:- Ti devo parlare.

:- Non ora, ciao.

:- E' urgente, cazzo. Ci vediamo alle nove in sede.

:- Farò tardi.

:- Senti, ho bisogno del tuo aiuto.

:- Alle nove e mezza fuori dalla sede. 

:- Ok.

..

:- Chi era?

:- No, Sara.

:- Che vuole?

:- Mi deve parlare.

:- Probabilmente ti dirà che è incinta di me. Mi spiace non avertelo detto prima. Ride.

:- Ma che ... Rimasi un attimo di sasso.Solo perchè aveva pensato una cosa simile, gli avrei tirato una sberla grossa quanto una casa.

Mi prende la mano, e mi fa sedere sulle sue gambe. 

:- Amore, l'unica persona che voglio che sia la madre dei miei figli sei tu, e basta.

:- A meno che, non sia incinta di qualcun altro, tipo Göckan! Gli risposi, cacciando la lingua.

:- In tal caso, ammazzo prima lui e poi te. 

Gli accarezzo il viso, o meglio, la barba. Gli do un bacio sulla guancia. Poi mi alzo.

:- Dobbiamo prepararci, faremo tardi.

..

Alle nove e venti io rimango fuori sede, lui parcheggia e va ad allenarsi. Chissà cosa doveva dirmi di importante.

:- Che devi dirmi?

:- Buongiorno intanto.

:- Devo lavorare, veloce.

:- Bene, ho un ritardo di otto giorni..

:- O Cristo... Metto una mano sulla fronte, non volevo neanche pensare fosse vero.

Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora