renuntio- primo capitolo

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Hermione era rannicchiata su una stuoia, con il viso rivolto ad un pertugio nel muro, che filtrava un piccolo raggio di sole

si beava di quella luce che, sebbene fosse esigua, le bastava per darle un po' di sollievo.

Le giornate in cella passavano lente, cadenzate dalle sgradevoli visite dei Mangiamorte e da qualche pezzo di pane raffermo con latte.

Conclusa la guerra tutti i suoi progetti vennero distrutti e insieme a quelli ogni speranza. Era stata rinchiusa lontana da tutto e da tutti senza nessuna notizia dei suoi amici.

Il suo spirito Grifondoro dinnanzi al trionfo del male, alle crudeltà commesse e alla morte di molti suoi cari venne a mancare e quel fuoco che animava il suo cuore mutò in una fiammella flebile.

Con l'ascesa al potere di Voldemort ogni mago di sangue impuro, contaminato da quello babbano, venne messo all'asta e venduto come un oggetto. I 'sanguesporco' erano trattati peggio dei cani randagi, rinchiusi in spazi angusti nell'attesa che qualcuno li comprasse.

La fine che attendeva molti era la stessa degli elfi domestici mentre altri, più fortunati, riuscivano a lavorare come camerieri in taverne o come garzoni in negozi.

Hermione fin dai primi giorni di prigionia era stata l'oggetto dell'interesse di Colbert Foster, un ricco e nobile imprenditore conosciuto nel mondo magico per i suoi locali e le sue feste dissolute.
Essendo la ragazza nel fiore degli anni, bella ed intelligente, erano molti gli acquirenti interessati a lei, tuttavia il signor Foster sbaragliò la concorrenza offrendo un'ingente somma di galeoni ed aggiudicandosi la giovane strega.

Quella calda mattina autunnale, con poco garbo, l'omone nerboruto di guardia dalla faccia arcigna, strattonò la giovane grifona fuori dalla sua cella sino al salone principale della tenuta e la lasciò ai piedi di un uomo alto e distinto. ''signor Foster ecco la mezzosangue'' disse in tono intimorito e se ne andò.

Hermione dedusse che l'uomo innanzi a lei fosse il suo nuovo 'padrone' e appena sentì il cognome ebbe un déjà vu... l'aveva già sentito a Hogwarts, nelle chiacchiere maschili in corridoio e spesso accompagnato da sghignazzi e dai sostantivi 'sballo', 'alcol' e 'ragazze'.

Non sapeva cosa aspettarsi da quell'estraneo celebre per le sue frivolezze, ma in quel momento cercava solo un po' di tranquillità ed un posto in cui stare. Era stanca di spostarsi da una cella all'altra, stanca delle vendite in cui si sentiva denudata di ogni valore e messa alla berlina.

Il signor Foster era un uomo sulla trentina con i capelli neri impomatati dietro alla nuca, una barba curata rada che gli incorniciava il viso e gli occhi color nocciola con qualche pagliuzza ambrata. Indossava una camicia di raso color argento, dalla quale si potevano intravedere i muscoli pettorali ben definiti, al dito portava un anello vistoso con incastonato uno smeraldo ed aveva un profumo caldo e magnetico che sapeva di noce moscata e cuoio.

''Incantato di conoscerla, mi chiamo Colbert Foster, lei è la signorina...?'' la sua voce era profonda e suadente

da tanto una persona non si rivolgeva a lei in modo 'civile' e la sua educazione la colpì, facendola sentire per un istante una ragazza e non merce di scambio.

Con un filo di voce gli rispose ''Hermione, Hermione Jane Granger signor Foster''

''Hermione nessuna formalità, chiamami pure Colbert'' disse cingendole il fianco ed avviandosi verso l'uscita della tenuta riprese

"Mia cara oggi sono qui per farti una proposta. Non ho mai amato obbligare le persone, quindi dopo averla sentita sarai libera di accettarla e seguirmi, oppure tornare alla tua vita. Non fraintendere, non appoggio la schiavitù, ma non sono neanche un benefattore. Se investo in qualcosa mi aspetto un tornaconto, gli affari sono pur sempre affari dolcezza"

Inexspectatus- DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora