"Accetto" annunciò Hermione in tono fermo e risoluto. Colbert addolcì i lineamenti del suo viso, che si erano irrigiditi durante l'attesa della risposta
" Mademoiselle Granger, il nostro tempo qui è finito...mi concede la sua mano?'' disse con un ghigno malizioso. La ragazza allungò la manina fredda e violacea e, quando l'appoggiò delicatamente su quella di Colbert, grande, calda e morbida, un brivido le corse lungo tutta la schiena.
Era la prima volta dopo settimane di prigionia che sentiva un contatto umano...ne aveva avuti altri, ma tutti violenti. Quel calore le diede un istante di sollievo.
Non appena le loro mani furono congiunte si smaterializzarono.
La ragazza si risvegliò con una strana sensazione, come se la sua testa fosse passata per una centrifuga. Era confusa e senza forze, sentiva la pelle del volto frizionare contro un tessuto morbido e profumato di bergamotto e violetta. Quell'odore inebriante le fece venire voglia di abbandonarsi nuovamente alle braccia di Morfeo e godersi quel momento di pace che le sue membra stavano provando
Una voce roca e profonda la svegliò
"dolcezza scusami, non avevo tenuto conto delle tue condizioni prima di smaterializzarci. E' normale uscirne scombussolati dopo un po' che non si effettua";
Hermione mise a fuoco la situazione e realizzò che il tessuto morbido in cui stava sprofondando pochi istanti prima era il pettorale di Colbert e che lui la stava tenendo tra le sue braccia.
Quella situazione le creò un grande imbarazzo, la sua pelle diafana si tinse di un rosso acceso e iniziò a tartagliare "ehm...Colb..volevo dire Foster, Signor Foster sono desolata, non volevo crollarle addosso...è che non mangio da giorni e non dormo da tanto e..." Colbert le appoggiò l'indice sulle labbra e garbatamente la zittii
"shh non succede nulla, sai quante volte ho dovuto riportare a casa donzelle in braccio? Di gran lunga più pesanti di te, ma sicuramente più silenziose...mademoiselle lei parla anche nel sonno" sorridendo l'adagiò al suolo, che era ricoperto da un manto di erba tenera e fresca. La ragazza gli fece un cenno col capo per ringraziarlo e, guardando innanzi a lei con occhi sognanti, dischiuse la sua bocca e sottovoce esclamò "Per Godric, che meraviglia"
Un grande castello si ergeva sopra una collina. Non era enorme come Hogwarts, ma fiabesco come quello di Biancaneve; l'archittettura romantica e la pietra bianca che splendeva sotto i raggi solari gli conferivano un'aura principesca ed il tutto era impreziosito da inserti in marmo collocati su finestre, colonne e capitelli. Torri maestose circondavano la residenza mentre, a livello dell'entrata, si estendeva un enorme giardino con alberi secolari, siepi ed un rigoglioso manto erboso gremito di fiori di celosia. Il candore del castello veniva messo in risalto dalle sfumature ocra e arancioni che ricoprivano il parco.
Quel posto le ricordava tanto un palazzo che da piccola aveva visitato con i suoi genitori in Baviera, quando tutto andava bene e soprattutto quando ancora loro avevano la memoria.
Aveva perso tutto troppo in fretta...prima i suoi genitori, poi Harry, Ron, la famiglia Weasley, Hogwarts...ogni ricordo era una lama che s'insinuava lentamente attraverso le piaghe del suo cuore. Si sentiva debole, indifesa ed inutile. Avrebbe voluto salvarli, o almeno sentirli, ma non poteva fare nulla
voleva piangere
per troppo tempo si era tenuta tutto dentro, ma non voleva mostrarsi debole, doveva resistere
dall'angolo dell'occhio una piccola lacrima fece capolino e le rigò la guancia
Foster, con uno sguardo comprensivo e rincuorante, estrasse dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto indaco in seta e glielo porse
"piccoletta quando vedrai il palazzo internamente ti tornerà il sorriso, benvenuta nella tua nuova casa" disse avviandosi verso la cancellata della residenza
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Inexspectatus- Dramione
Fanfiction'non puoi amare le cose perfette, quelle sono di tutti. ti innamori delle ombre, dei graffi, delle crepe che vedi e senti tue. ti innamori di chi è riuscito a sopravvivere, nonostante tutto.'