Cap. 42

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Ed ecco che alla fine Maria arriva davanti al suo castello. La madre si stupisce quando sente le trombe suonare la "marciata" reale. Non stava aspettando nessuno. Maria entra lasciando un'espressione di stupore nel viso della madre. Tutti i presenti nella stanza si inchinano. Era tantissimo tempo che la Scozia non si chinava dinnanzi la sua regina. Troppi anni.
<< Maria... cosa ci fate qua? >>
<< Sono venuta in aiuto madre. Dopotutto sono la regina. >>
<< Perfarvore lasciateci! >> supplica la reggente. Si alza dal trono togliendo il sorriso dal volto della regina.
<< Anche voi! >> nuovamente esclama la reggente rivolgendosi a Leith e Condè. Quando la madre si trova faccia a faccia con la figlia, la giovane donna deglutisce.
<< Madre, s... >>
<< ... cosa ci fate qua? >>
<< Avete chiesto aiuto. >>
<< Si, delle truppe francesi! Da te solo una cosa volevo: un erede!>>
<< Madre, ve ne prego. Io non posso. >>
<< Devi immediatamente tornare in Francia! >>
<< Madre, mi siete mancata. >> dice poi Maria con una lacrima salata che le riga la guancia ormai stufa di altro sale. Maria di Guisa abbraccia l'altra Maria, sua figlia.
<< Adesso mi racconterete tutto. Vi siete allontanata da Francesco, un motivo ci sarà stato altrimenti non l'avreste mai fatto. >>.
Maria comincia a raccontare tutto alla madre. La reggente avvolge fra le sue braccia la regina, un caloroso e amorevole abbraccio. Non insistette più con la questione di un bambino. Non al momento almeno.

Dopo un paio di giorni, la vigilia di Natale addobbò tutte le case e i Castelli. In Francia, questa era la festività preferita dai reali ma non solo da essi, anche dai contadini in quanto ogni anno la casata dei Valois riempiva di doni le loro case. Enrico sarà ricordato come un re senza scrupoli, ma anche lui possedeva un cuore e si sa, a Natale tutti sono più buoni. Il castello era stato ben addobbato, chi è che vuole mettere in dubbio le decorazioni o le feste messe in atto da Caterina? Neanche Enrico osava contrastarla. In quanto cerimonie e complotti, nessuno era meglio dell'italiana Caterina De' Medici. Forse anche per questo che la Francia festeggia più la vigilia che il Natale, forse proprio perché la maggior parte della popolazione italiana ha più spirito generoso il 24 dicembre. Ritornando a Caterina, tutto nel castello aveva preso piede, forma e colore ma della reggente nessuna traccia. Forse tutte quelle decorazioni al Castello servivano solo da distrazione perché mai vi fu un più tenebroso periodo in Francia. La reggente non si trovava, la regina era in Scozia, il vice re rinchiuso nelle sue indagini e il re sempre più stanco e debole. Bisogna ametterlo, non è un buon periodo per la Francia, considerando che la casata reale sta perdendo il denaro e le materie prime utili a sfamare la popolazione. Una grande carestia colpirà la nazione dei Valois se non si mettono subito a trovare una soluzione. La cosa strana è, però, che il denaro che stava sempre più scomparendo, era il denaro di riserva in momenti come questi. Nessuno sa dove si trova quel denaro se non uno dei reali o... una spia! Ma in giornate come queste, il denaro era l'ultima cosa che preoccupava il re francese. La reggente ancora non si trovava, Francesco diede ordine alle sue guardie di trovarla. Faceva troppo freddo fuori, aveva nevicato tanto e la donna era fuori da troppo tempo... fin troppo per resistere a tutto qul gelo.
Come tradizione, il re si presentò con tutte le sue guardie in tutti i villaggi vicino al Castello e tanti doni e grano stavano per entrare nelle porte contadine. Molto grati erano al loro re tutti i contadini.
<< Io sono il vostro re, non dovete ringraziarmi. Io e la mia famiglia non saremmo reali se non fosse per il vostro continuo supporto. Io voglio una Francia unita dove io sono semplicemente il vostro leader, leader-amico però. Non voglio essere un tiranno. Io non sono mio padre! Io lotterò per una nazione non in frantumi, una nazione compatta, che splende di gioia e felicità. Noi tutti qui abbiamo il cuore e il sangue francese a differenza della nostra fede. Non è la fede che ci spinge ad essere un tipo di persona, siamo noi che decidiamo il nostro agire. Con questo voglio tranquillizzare i protestanti che si chiedevano cosa avrebbe fatto il re con l'editto a me mostrato. Bene, io rispondo così: il vostro re non firmerà l'editto! Al vostro re non importa la vostra fede, al vostro re importa solo del vostro cuore. Che la gioia possa penetrare nelle vostre case. >> ed è il re che china la testa dinnanzi l'intera popolazione, seguito poi dagli applausi genuini della gente. Non solo Francesco mostrò grande cuore e pazienza, diede anche risposta da tempo attesa dai protestanti. La gente vide in lui un re diverso, che dava importanza anche a loro e non solo ai nobili. In lui videro qualcuno di cui potersi fidare e mostrare lealtà e gratitudine. Quando il re entrò in carrozza, prese un lungo respiro a causa della stanchezza che era solo peggiorata. A fatica riusciva a reggersi in piedi e la sua mente a fatica continuava a fare il giusto.
Al suo rientro al castello venne fatto avvertire che la reggente era stata trovata ma svenuta nel bosco. Era coperta da qualche fiocco di neve, il suo corpo molto freddo e il battito si sentiva molto debolmente. Tuttavia la reggente si era ripresa. Il figlio si presentò da lei:
<< Madre. >> facendo voltare la donna verso di lui. Caterina aveva un viso triste e i suoi occhi erano colmi di lacrime bloccate.
<< Francesco. >> sorride poi la donna alla vista di suo figlio. Il re si sedette accanto alla reggente.
<< Madre, cosa vi turba? >>
<< Oh Francesco mio... Non preoccupatevi per me. Il bene che vi voglio... Mi sembrava, no, io ero sicura di aver visto Enrico ma la mia mente mi inganna. Sapete, questa è la mia prima vigilia senza vostro padre. Quando l'ho incontrato per la prima volta avevo 9 anni ed era la vigilia. L'Italia, ovvero i Medici avevano organizzato una bella festa, tanto per cambiare, e tanti reali erano stati invitati. Vostro nonno, il re Francesco I, si presentò nelle nostre dimore e portò con se anche Enrico che sarebbe stato il futuro re. Io non lo sapevo ma la mia famiglia aveva già pensato a un matrimonio di convenienza con Enrico. Ci fecero passare tutta la sera insieme e dopo due giorni, quando loro sarebbero partiti, mi presero con loro. Io ero solo una bambina, non capivo cosa questo avrebbe comportato, sapevo solo che non volevo lasciare la mia famiglia. Ma loro non mi hanno mai voluto. Per noi donne è tutto più difficile in questo mondo. L'unica cosa che io potevo offrire alla mia famiglia per renderli orgogliosi, era questo contratto di matrimonio che io nemmeno sapevo esistesse. Tuttavia, il tempo trascorso alla Corte francese non mi rese infelice come pensavo. Con il passare del tempo divenni più grande e quindi cominciavo a comprendere determinate cose. Cominciai a sentire qualcosa dentro nei confronti di vostro padre, qualcosa che non avevo mai provato prima. Io mi innamorai di lui e anche se non sembrava, questo sentimento non svanì mai, nemmeno adesso. Avevamo i nostri problemi, ma chi non li ha? Anche Enrico, a modo suo, ricambiava i miei sentimenti. Per un periodo di tempo ci siamo amati moltissimo, e siamo stati molto felici. Io pensavo che il nostro amore non sarebbe mai finito però poi... è arrivata Diane e io non riuscivo a dargli un erede. Trovò conforto nella sua amante che rimase molto velocemente incinta. È così strano stare adesso qui senza lui.>> la donna racconta tutto questo per la prima volta... in lacrime. Caterina De' Medici in lacrime!
<< Madre... . >> conclude Francesco ammaraggiato.
<< Tutto ha una fine Francesco. Tutto. - asciugandosi le lacrime - Francesco, stai sudando! - esclama la madre. Poggia le sue mani sul viso umido del figlio - Ma tu scotti! GUARDIE! - urla la reggente - Chiamate immediatamente il dottore! >>

Francis & Mary - A Better End? -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora