Distesa sul mio letto penso al mio futuro, ho tante domande a cui non sono capace di dare una risposta, ma una di esse mi assilla continuamente: Avrò un futuro?
Spesso le ragazze della mia età pensano alla famiglia felice, ai nomi dei bambini che avranno o all'aspetto del loro principe azzurro, ma queste domande non affollano la mia mente.
Spesso guardo le altre ragazze della mia età fare questi discorsi e non essere d'accordo o , almeno, mi fosse capitato di capire cio' che provano perchè anche io una volta l'ho provato, ma non è possibile, tutto cio' mi fa sentire diversa e il segreto oscuro che porto con me, mi distrugge e mi fa sentire impura.
Ogni giorno devo combattere con la paura costante che qualcuno possa scoprire l'impurità che mi circonda, cerco sempre di sembrare libera e spensierata, ma ultimamente è diventato davvero difficile per me mentire.
L'ansia inizia a farsi spazio dentro me, mi muovo per la mia stanza cercando di eliminare ogni traccia di nervosismo, ma non ci riesco.
Apro la piccola finestra e guardo il paesaggio isolato.
Adoro essere così lontana da tutto cio' che rende Londra una città caotica, ma quando quel mostro è nei paraggi preferirei trovarmi in una folla di persone.L'ansia non vuole andare via e percio' inizio a riflettere su cio' che possa distrarmi ... il mio diario! Corro verso il mio letto e alzo il cuscino, l'ho sempre nascosto lì e mai nessuno l'ha scoperto, spero che nessuno mai lo legga, almeno in mia presenza ... mi siedo a gambe incrociate sul letto e afferro una penna dal mio comodino per poi iniziare a dare sfogo ai miei pensieri, ma appeno poggio la penna sul foglio non riesco più a scrivere.
Rimango con lo sguardo fisso sul foglio per un po' di tempo e riesco a smuovermi da quella posizione, quando la penna lascia una piccola macchia d'inchiostro sulla pagina.
Fisso quella macchina nera per non so quanto tempo, ma non importa. Sembra che la penna sia riuscita a raccogliere la vera essenza di me, la quale è riuscita a passare dal mio copro alla mano, per poi arrivare alla punta della penna.
Sono una piccola macchia?
Forse è così, sono piccola e indifesa, circondata dal nulla assoluto.
Il bianco mi circonda ed io sono il nero, nera come la morte o come l'oscurità, bianco come la luce o come il buono che non è in me.Spontaneamente tocco quella macchina e la sfrego, il colore inizia a sfumarsi diffondendosi sulla pagina imbrattando il bianco, io sono così, ogni cosa che tocco diventa impura a sua volta.
Per questo motivo cerco di tenere lontano da me le persone a cui voglio bene, ma c'è soltanto una persona di cui non riesco a farne a meno: Zack.
Adesso che ci penso è quasi una settima che non lo vedo, l'ultima volta stavamo a casa sua nel suo letto e discutevamo sull'amore e la mia prima volta, da lì non ho avuto più sue notizie.
Fisso il telefono sul letto e cerco di capire cosa fare, dovrei chiamarlo? E cosa gli dico? Zack perchè non mi hai chiamato? Ti ho offeso? Vuoi lasciarmi?
Il rumore della porta che sbatte mi fa sobbalzare, nascondi il diario e corro verso la porta della mia camera per chiuderla, ma prima che finisca tutto, lui è già lì.
Nate e Zack mi passano davanti, pensavo fosse l'abominio tornato da lavoro.
"Hey" dice Nate " che hai?" chiede preoccupato " sei davvero pallida" ammette. Si avvicina a me con fare premuroso e ,afferrandomi per le spalle, mi avvicina a lui per obbligarmi a guardarlo negli occhi.
Le sue mani toccano le mie spalle e il ricordo della macchina impura e della sua indelebilità sul foglio mi spingono ad allontanarmi da lui, per questo lo spingo via e lui sembra essere sorpreso.
"Ti ho fatto qualcosa?" domanda dispiaciuto, quasi in tono colpevole.
"Niente" dichiaro. Il mio sguardo cade sulla figura dietro mi fratello, la quale non mi degna di uno sguardo, poichè preferisce guardare le sue scarpe invece di me.
Nate sembra notare la tensione nell'aria, tanto che mi pone una domanda.
"Che ti ha fatto?" chiede indicando Zack, il diretto interessato alza la testa di scatto e, con sguardo incredulo come me, guarda mio fratello."Ma che dici?!" esclama Zack " ma se io non ci parlo neanche con tua sorella" cerca di difendersi mentendo.
Nate guarda me cercando di mettere in chiaro la situazione.
"Sicura?" domanda di nuovo.Cerco di trovare la forza per mentire, sorrido più che posso e gli dico " Certo che se stupido! Come puoi pensare ad una cosa del genere!" lo spingo fuori dalla mia porta " credo che fissare Allison ti abbia portato all'esaurimento e alla confusione mentale!" esclamo facendolo diventare tutto rosso e provocando una fragorosa risata da parte di Zack, che si tappa la bocca con la mano per non far arrabbiare il suo migliore amico.
"Non è vero!" grugnisce " è vero che la guardo, ma non tanto da confondere la realtà dalla finzione" ammette.
Zack posa una mano sulla spalla dell'amico e dice " Nate potrebbe denunciarti per violenza visiva talmente che la guardi" rido.
Nate si libera dalla presa di Zack e va via con il broncio.
" non azzardarti a venire in camera mia!" scherza con Zack.Nate arriva alla fine del corridoio e sbatte la porta lasciandoci soli nei corridoi.
L'aria diventa davvero pesante per la tensione che si sta creando tra di noi, Zack ritorna a guardare le sue scarpe e io lo seguo a mia volta guardando le mie.
I nostri sospiri sono gli unici suoni che ci circondano, insieme alla musica alta che proviene dalla stanza di Nate, adesso è diventato triste per Allison."Troverà mai il coraggio?" lascio spazio ai miei pensieri.
"È davvero innamorato di quella ragazza, peccato che non si dichiari" dice.
Lo guardo perchè stiamo avendo una conversazione."Perchè non mi hai chiamata più?" il coraggio è riuscito finalmente a farsi vivo.
Guarda la porta di Nate per poi rivolgere di nuovo lo sguardo al mio corpo.
"Nate ha bisogno di me" annuncia svinando la mia domanda.
Annuisco e lui sparisce via, chiudo la porta e ci lascio scivolare il mio corpo.Mille parole, indirizzate a Zack, vorrebbero uscire dalla mia bocca in questo momento, ma soltanto una riesce ad uscire.
"Salvami" .
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L'incubo che ho vissuto ~•~ 4 libro della saga
Teen FictionBen Blake ha un rapporto orribile con il padre che lo obbliga a diventare ciò che non vuole essere ma lui non è l'unico ad avere un diavolo come genitore; Beth O' Connel ne sa qualcosa... Due piccole storie prima che tutto accadesse. Come era prima...