Mia sta fottutamente prendendo in giro?!

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"Stia lontano!"
"È mia sorella!"
"Ho detto stia lontano"

Queste voci arrivano da molto lontano e il ronzio nelle mie orecchie mi impedisce di capire cosa fare.

Apro gli occhi, un'ambulanza e due dottori ai miei lati.
"Ha aperto gli occhi" urla uno di loro, ma come se il mio cervello avesse avuto paura della mia falsa morte, essi si richiudono.

"Noooo" una mano calda mi tocca la fronte.
"Beth ho bisogno di te".
"Si sposti" urla uno dei due medici al mio fianco.

"Portiamola in ospedale" afferma l'altro.
"Vengo anche io" dichiara Nate.
"Non puo' venire con noi. Ci raggiunga dopo".

"Jimmy dobbiamo prendere anche l'altro ragazzo. Potrebbe farcela".
Il rumore di un altra barella riecheggia nelle mie orecchie.
Cerco di aprire gli occhi. La bocca è secca e ho uno strano sapore di ferro in bocca.

Mi risulta difficile respirare e mettere a fuoco cio' che mi succede intorno, d'istinto il mio sguardo si posa sul ragazzo al mio fianco.

Cerco di mettere a fuoco la sua immagina, troppo sfocata, e quando noto chi sia mi assale l'ansia.
Nate ha investito Ben Blake.
Il fratello di Allison.

I miei occhi si chiudono perchè la paura che mio fratello possa fare qualcosa di sbagliato in mia assenza mi fa sentire la colpevole di tutta questa faccenda.

"Ho detto che deve andare via" seguo quella voce con lo sguardo e vedo Nate che tenta di entrare in ambulanza, ma uno dei due dottori lo spinge via.

Perchè non lasciano venire con me?
Cerco di dire qualcosa. Muovo le labbra e le bagno con la mia saliva, ma le parole mi muoiono in gola.

Cerco di trovare un'altra soluzione per far notare a Nate che sono viva e che puo' venire con me.

Cerco di muovere le dita, ma è come se il mio cervello non mandasse segnali al mio apparato motorio, il sudore imperla la mia fronte ma alla fine riesco nel mio intento.

Una volta.
Due volte.

"Beth! Beth!" Nate scaraventa via l'uomo e viene da me.
"Sei viva! Dimmi qualcosa!" chiede disperato prendendomi il viso tra le mani.
Cerco di dire due parole " non preoccuparti", ma escono soltanto dei versi.

Jimmy, se non sbaglio, trascina via Nate.
"Venga in ospedale" e chiude le porte non prima che io senta " La farò pagare a tutti!".
Ed è questo che mi preoccupa non appena chiudo gli occhi.

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"Deve andare via!" altre urla.
"Voglio vedere mia sorella". Nate.

"Se non si calma non la farò mai entrare. E poi i suoi genitori ? Dove sono?" chiede l'infermiera scommetto.

"Sono occupati" a quelle parole mi si raggela il sangue, non so cosa possa passare nella mente di Nate, ma so che quando è arrabbiato gli si offusca la vista e il cervello non riesce più a ragionare.

"Perchè non parliamo prima dell'altro ragazzo, così si calma e puo' vedere sua sorella?"

Non arriva nessuna parola da Nate e quindi capisco che abbia annuito a quella domanda.

"Chi è il ragazzo?" chiede mio fratello con un pizzico di irritazione nella sua voce perché è costretto a calmarsi.

Uno sbuffo da parte di lei mi fa immaginare che sia una donna non molto anziana, forse una ragazza apprendista di medicina che si è trovata in questa cazzo di situazione. Mio fratello Nate non è molto gestibile come persona, nell'ultimo periodo.

Me la immagino con i capelli corvini legati in un chignon e con indosso un camice bianco da medico. Una donna con gli occhi da cerbiatta color verde smeraldo.
Unghie perfette e labbra carnose, una specie di top model con il camice bianco.

"Ben Blake ha avuto un arresto cardiaco poco fa. Mi dispiace ma è deceduto. Se vuole darci il nome o almeno i recapiti dei suoi genitori daremo noi stessi la notizia".

"Mi state prendendo fottutamente in giro vero?" urla Nate e già me lo immagino con le mani nei suoi capelli, una volta sempre in ordine e perfetti, se li tira quasi a volerli strappare.

"Senta" dice lei " non puo' usare un linguaggio del genere in un ospedale" lo rimprovera.

"Ma non faccia la santarellina del cazzo che ha solo qualche anno in più a me!" ribatte Nate in modo poco cortese.

"Adesso puo' dirmi di mia sorella?" chiede Nate con tono irritante.

"Se la smette di agitarsi e si sieda forse potremmo avere una conversazione normale del cazzo!" urla lei.

"E poi sarei io quello volgare!" dice Nate " senti a questa con la puzza sotto il naso che cerca di parlare seguendo la grammatica correttamente rimproverandomi per il mio linguaggio e poi le esce la parola "cazzo" da quella boccuccia di rose" se avessi avuto la forza di ridere, adesso la mia risata riecheggerebbe in tutto l'ospedale.

"Senta se stanno così le cose, vada da un altro medico e chieda a lui. Io ho chiuso con lei!" sento i passi allontanarsi.

"Guarda che mi tocca fare! Devo anche rincorrerla" dice Nate.

Una volta sola con i miei pensieri mille ansie mi affliggono, perché non riesco a svegliarmi? Cosa ho che non va? Perchè le mie palpebre non si aprono? E come mai sto iniziando a tremare?

Un rumore arriva alle mie orecchie.
Beep beeep beeep beeeeeeeeeeeeeeeeepppppp.

Il letto, sotto me, comincia a tremare. Inizialmente penso sia un terremoto ma quando sento delle voci nel corridoio capisco che la causa si un altra.

"Stanza 203!" urla un uomo.
"Correte!" dice un'altra voce.

"Cosa sta succedendo?" chiede mio fratello "lasciatemi entrare".

"No" gli dice l'infermiera di prima.
"Tu togliti davanti alle palle, che adesso che me le hai rotte completamente!".

Il letto sempre diventare di nuovo stabile.
Il mio corpo sembra così leggero, quasi come se non lo sentissi più.

"Non respira" dichiara una voce al mio fianco.
Come non respiro? Eppure sto pensando lucidamente.

"Beth!" le urla nel corridoio di mio fratello mi arrivano in modo forte e chiaro.

"Dottor Thompson" dice una voce femminile " una lacrima".
Un pollice accarezza la mia guancia e la scaccia via.

"L'ultima lacrima" quelle parole e il silenzio totale accompagnano il mio sonno tanto agognato.

L'incubo che ho vissuto ~•~ 4 libro della sagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora