L'incubo che ho vissuto

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Afferro alcune cose che Marie mi ha dato e corro via da quell'ospedale. Arrivo in corridoio al fianco di Marie.

"Allora adesso andiamo nel garage dell'ospedale.Lì ho la macchina, andiamo prima a casa mia e poi verso l'aeroporto. " mi dice.

"Perché prima verso casa tua? " chiedo titubante e se avessi sbagliato a fidarmi di una sconosciuta?

"Devo pur sempre stampare i biglietti per partire, no?".

Mi da un camice e mi fa sciogliere i capelli.
"Prendi questa cartellina e fa finta di guardarla, nessuno ti darà retta se vede che sei impegnata.

"Perché?" La domanda mi sorge in modo spontaneo.

"Perché hanno troppa paura che tu possa affidare loro l'incarico, così da avere lavoro extra. Credimi nessuno si avvicinerà a te se mi ascolti e fai quel che ti dico" mi ricorda.

Annuisco.

Arriviamo all'ascensore che ci porterà al garage sotterraneo, sono elettrizzate e allo steso tempo impaurita, ma la voglia scappare blocca ogni dubbio e ansia.

L'ascensore fa il solito rumorino che annuncia l'aprire delle porte.
"Marie" una voce richiama la donna al mio fianco prima che i nostri piedi potessero compiere qualche passo verso la piena libertà.

"Possiamo parlare?" la donna si gira per scrutare il viso di lui.
"Ho da fare dottore".
"James" lui la corregge e lei annuisce.

"Volevo parlarti di noi" dichiara. Lei sembra quasi rimanerci secco a quella affermazione, ma alla fine si ricompone.

"James non c'è mai stato un noi" e andiamo via.
In ascensore cala il silenzio e cerco in qualche modo di interromperlo.
"Ma non amavi James?" chiedo.
"Cosa te lo fa pensare?"
"Ho ascoltato quello che dicevi ... intendo quello che avete fatto ieri sera ... " lei mi interrompe annuendo.

"James è un uomo troppo volubile e io sono troppo giovane e irresponsabile per lui. Me ne farò una ragione, ho ancora bisogno di crescere mentre lui vuole già mettere sù famiglia" dichiara " ma lo amo davvero tanto." dice.

E queste sue parole mi riportano a Zack.
"E se lo ami, allora perchè lo lasci andare?" chiedo.

"Mio padre dice sempre se una persona ti appartiene lasciala andare, se ritorna significa che era tua ma se non ritorna significa che non ti è mai appartenuta."
Quelle belle parole mi fanno riflettere, forse io e Zack non ci apparteniamo o forse in futuro l rincontrerò e ci innamoreremo per davvero.

Il futuro mi attende e sono davvero pronta a viverlo tutto.

Una volta presa la macchina di Marie, arriviamo a casa sua. Un piccolo appartamento modesto, eppure pensavo che avesse molti soldi.

"Cerco di vivere con i miei sforzi" dichiara quasi avesse interpretato i miei pensieri " mio padre era contrario a farmi lavorare a Londra. Quindi quando ha sentito che sarei ritornata a New York insieme a te, pensa alla gioia che gli hai procurato" dice.

"Se vuoi parto da sola" cerco di fare la gentile, non voglio che rinunci ai suoi sogni.
Scuote la testa.

"Sarei comunque andata via, con James nei paraggi non sarei stata più calma dopo quello che c'è stato tra di noi" come la capisco, credo di aver pensato la stessa cosa per Zack e me.

Il fax arriva subito e i biglietti sono pronti per essere utilizzati.

"Eccoli!" annuncia euforica "prima classe" dice " ti pareva! Perchè deve sempre sbattermi in faccia la sua ricchezza mio padre?" sbuffa " non lo sopporto quando fa così!"dichiara.

"Allora sei pronta a partire?"mi chiede una volta salita in macchina. Annuisco.

"Cosa farai appena arrivata a New York. Intendo vorrai vedere qualcosa?"chiede.

"Mi piacerebbe visitare i mercatini" dico " non mi è mai piaciuto seguire le tradizioni come vedere la statua della libertà o l'Empire State Building. Io vado contro corrente" sorrido.

"A quando pare dovremmo farlo anche adesso" dice Marie " ha chiuso questa strada" così volta e quando imbocca il viale di casa mia la paura mi assale.

La paura che mio padre possa vedermi e che rimanga ancora qui a Londra mi divora dentro, rimango pietrificata quando vedo un'ambulanza fuori casa mia.

"Cosa succede?"chiedo a Marie.

Lei guarda le varie auto e le varie persone, finché non fissa me.
"Omicidio" dice " questa famiglia non ha avuto fortuna".
Passiamo davanti casa mia e il vuoto dentro me diventa un vortice di emozioni, i ricordi mi assalgono e il pensiero di Nate mi infesta la mente.

Vorrei dirle che quella famiglia sfortunata è la mia e che l'unica sfortuna sia quella di aver avuto due genitori orrendi.

Il viso di mia madre che si volta non appena mio padre mi tocca la gamba si fa spazio nella mia mente, il tocco delle sue mani sulla mia pelle brucia come non mai dentro me, l'odio profondo verso di lui sembra aver preso fuoco e l'addio, mai dato, a Nate mi perseguiterà per sempre insieme al ricordo dei suoi occhioni color ghiaccio.

Non dimenticherò mai questo posto, ricordi belli e orrendi, fanno parte di me.
Ogni singolo volto apparterrà alla mia vecchia vita: le labbra di Zack, gli occhi del ragazzo pietrificato alla festa di Cindy, la confessione di Brian e la goffaggine di mio fratello davanti alla ragazza che ama, anche se non l'ammetterà mai.
Forse tra qualche anno ritornerò e tutto sembrerà essersi aggiustato per il meglio, magari Allison e Nate staranno insieme.

La mano di Marie si posa sul mio ginocchio.

"Ehi" cerca di consolarmi come se avesse capito che quella scena mi abbia colpito molto, anche se non ha ancora concepito bene il perché di questa mia reazione.

"Dì addio alla tua vita".
Guardo fuori dal finestrino e Londra passa davanti ai miei occhi molto velocemente trascinando via con sè le mie ultime parole.

"Addio Beth O' Connel".

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Mi sveglio di soprassalto trascinando con me le lenzuola, il respiro affannoso e la fronte sudata.

Mi giro e rigiro cercando mi mettere a fuoco la stanza intorno a me.
Il pensiero di potermi ritrovare ancora in camera mia mi spaventa, quella camera in cui ho subito le più grandi torture mai esiste e che una ragazzina potesse provare.

"Beth torna a dormire!" mi ordina mio marito Tom.
Mi costringe a stendermi e mi circonda il corpo con il suo braccio muscoloso.
I suo capelli ricci mi solleticano il collo e il suo profumo mi inebria i sensi.

"Non riesco a dormire" dichiaro.
"Era solo un incubo" afferma con la voce impastata dal sonno.

" Sì, L'incubo che ho vissuto" sussurro.

#SPAZIOAUTRICE
Ve lo sareste mai aspettato? Aspetto riflessioni e le vostre conclusioni al riguardo.
Anche il prequel è finito. Spero vi sia piaciuto.
Xoxo
P.S. Non dimenticate di aggiungere tutti i miei libri ad un vostro elenco di lettura, così da diffondere la storia di Allison e Nate.

L'incubo che ho vissuto ~•~ 4 libro della sagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora