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Era passata un'altra settimana. Una delle settimane più dure che Luhan avesse affrontato. Non riusciva davvero a capire perché, ma iniziava a sentirsi davvero stanco. Dormiva poco, si agitava più del solito, si sentiva sempre assonnato. Non poteva permettersi di essere stanco. Stava continuando a perdere chili, settimana dopo settimana, ma non riusciva a vedersi migliorato in alcun modo. Si vedeva ancora imperfetto. Non andava bene, non andava assolutamente bene. Doveva essere perfetto lui, continuavano a ripeterglielo anche i suoi genitori. E se per esserlo avrebbe dovuto fare dei sacrifici, li avrebbe fatti. Aveva iniziato a provare disgusto per il cibo, persino l'odore lo faceva nauseare. A poco a poco, per Luhan, mangiare, era diventato un incubo. Smise di mangiare, gradualmente. Iniziò a saltare la colazione, poi passò al pranzo, che già saltava a volte, e infine toccò alla cena. Purtroppo però, anche se solitamente per lui era facile saltare i pasti, data la saltuaria presenza dei suoi genitori, quella volta fu diverso. Una cena importante si sarebbe tenuta da lì a poco a casa sua. Aveva provato a non pensarci, nel tempo passato fino a quel momento, ma adesso non poteva fare a meno che pensare soltanto a quella sera. Gli ospiti di quella sera erano il dirigente della filiale Coreana di suo padre, e la sua rispettiva famiglia. Luhan era obbligato ad esserci, ma avrebbe preferito di gran lunga non farlo. Non aveva scusanti, quella sera ci sarebbe stato anche lui. Suo padre voleva a tutti i costi che Luhan conoscesse il figlio del dirigente. Voleva che fosse gentile con lui e che facessero amicizia, per restare in buoni rapporti. Ma per Luhan fare amicizia significava perdere tempo prezioso, non poteva pensarci neanche. Quella sera dunque Luhan si preparò in modo abbastanza elegante e aspettò l'arrivo degli ospiti. Quando il campanello suonò, si sentì esagitato. Non per gli ospiti, sia chiaro, ma per il fatto che in quel momento aveva realizzato che quella cena sarebbe stata inevitabile. I signori si presentarono come la famiglia Oh, Luhan restò in disparte, fin quando vide il figlio di questi: sembrava così serio, il suo sguardo non lasciava trasparire nessuna emozione. Sembrava fatto di porcellana, tanto che era perfetto. I capelli erano leggermente rialzati, color della pece, come gli occhi, scuri. Il ragazzo rimase a fissarlo fino a quando suo padre lo agitò leggermente. Scosse il capo e si presentò a tutti con gentilezza.

D'altro lato, anche Sehun era rimasto incantato nel vedere Luhan. Non che non fosse abituato alla sua bellezza, era da tempo che lo osservava, che lo studiava nei minimi dettagli. Eppure c'era qualcosa di diverso in lui: lo vedeva più stanco... Più... Magro, forse. C'era qualcosa che non andava in quel ragazzo.

"Lui è mio figlio, Luhan" il padre di Luhan lo presentò, e il ragazzo fece un piccolo inchino per salutare.

"Sehun...?" suo padre lo richiamò, notando il suo momentaneo stato di trance "Sehun, a cosa pensi?" lo agitò leggermente.

Il ragazzo scosse il capo, ritornando alla realtà "oh, ehm, nulla​" si ricompose "piacere di conoscervi, io sono Sehun"

Il ragazzo si era incantato a guardare Luhan. Sembrava così bello, quasi fosse stato fatto a pennello. Sembrava un'opera d'arte. Ma sembrava così magro e delicato... Avrebbe voluto chiedergli cosa non andasse, e alla fine pensava che l'avrebbe fatto.

Skin and Bones [HunHan.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora