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Sehun non ce la fece più a sopportare quella situazione. Non poteva più ignorare il ragazzo e far finta che non esistesse; quella storia era andata avanti sin troppo a lungo. Aveva deciso di rischiare, e se le conseguenze sarebbero state peggiori di quelle previste, non gliene sarebbe importato, perché lui teneva a quel ragazzo, più di quanto tenesse per se stesso. E allora ignorò quello che gli aveva detto di fare il signor Han, e si diresse in ospedale, pronto a spiegare tutto a Luhan, pronto a chiedergli scusa, a chiedergli di perdonarlo se aveva pensato prima a se stesso, se era stato tanto codardo. Non si sarebbe mai perdonato, lui, ma sperava che almeno il ragazzo l'avrebbe fatto per lui. Così Sehun arrivò, sperando di trovare anche il padre del biondo, per urlargli in faccia che a lui non importava se l'avesse detto ai suoi genitori, a lui importava soltanto di Luhan. Arrivò quasi di corsa, e quando entrò si diresse verso la stanza di Luhan; ormai conosceva la strada a memoria. Quando arrivò però, non trovò nessuno. Rimase deluso e stranito dalla situazione, così decise di cercare un medico per chiedere spiegazioni. Proprio in quel momento, vide passare dietro di lui il dottor Park, e decise di fermarlo.

"Dottor Park!" lo chiamò, avvicinandosi a questo.

"Sehun? Non ti vedevo qui da tempo"

"È una lunga storia" tagliò corto "dov'è Luhan?" in tono frettoloso.

Il dottor Park non rispose, ma lanciò delle occhiate a destra e a manca, in un modo molto agitato.

"Dottor Park?"

"Sehun... Senti, non è..."

"Cosa è successo a Luhan?" non gli fece finire la frase che si agitò.

"Luhan è in coma" rispose di botto.

"C-cosa... Cosa significa...?" quelle parole gli arrivarono quasi ovattate. Era come se la sua mente non riuscisse a capire, quasi come se il medico avesse parlato in un'altra lingua.

"La situazione è degenerata talmente tanto in questo ultimo periodo, che ha avuto tre collassi in meno di un mese... Durante l'ultimo collasso ha rischiato di morire, ma siamo riusciti ad evitarlo, ancora una volta... Non si è più svegliato, da quando è successo"

"È-è... Si riprenderà?" gli occhi gli si riempirono di lacrime, non poteva davvero credere che fosse accaduta una cosa simile. Il senso di colpa iniziava a prendere già il sopravvento.

"Non lo sappiamo" scosse il capo "la vita di Luhan è veramente attaccata ad un filo, al momento... Mi dispiace"

"Dove si trova...? Posso vederlo?"

"È al terzo piano; stanza 380"

"Grazie" annuì e salì di corsa.

Non voleva aspettare l'ascensore, avrebbe fatto prima a piedi. Corse come non mai, non voleva davvero credere che fosse reale quella situazione; non poteva farlo. Quando arrivò si catapultò avanti alla stanza, ma rimase come di pietra un attimo prima di entrare. Non aveva quasi il coraggio di vederlo in quelle condizioni. Deglutì fortemente, prendendo un lungo respiro, prima di aprire la porta. Quando entrò, lo scenario che gli si parò avanti lo lasciò impietrito. Luhan era ridotto peggio di quanto ricordasse; era dimagrito ulteriormente  e tutti i progressi fatti durante quel periodo sembravano essere spariti totalmente. Pareva dormisse, ma era attaccato ad una macchina che lo teneva in vita, che produceva quell'odioso ticchettio che riempiva la stanza, riecheggiando in un modo fastidioso. Il ragazzo si sedette accanto al biondo, tenendo lo sguardo basso.

"Perdonami" fu l'unica cosa che riuscì a dire, prima di scoppiare in lacrime. Gli prese una mano, intrecciandola alla sua, poggiando la testa sul letto, bagnando il lenzuolo con le sue lacrime salate ed amare.

Skin and Bones [HunHan.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora