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Luhan non aveva aperto bocca, quando aveva sentito dire quelle parole da Sehun. Quando tornò a casa, si mise a letto, e non fece altro che pensare a quanto stupido fosse stato a non rispondere in alcun modo. Era stato proprio un idiota. Si era fatto sopraffare dall'orgoglio, aveva fatto si' che la sua rabbia superasse i sentimenti che provava per lui. Se ne stava pentendo amaramente, ma non aveva intenzione di tornare indietro. Passò un mese da allora, e Luhan peggiorò ulteriormente. Aveva perso altri due kili, ed era arrivato al massimo di quanto avrebbe potuto perdere prima di effettuare un ricovero obbligatorio. Dopo gli ultimi accertamenti e controlli medici fatti, Luhan fu obbligato a ricoverarsi d'urgenza. Il mondo gli crollò addosso, quando sentì dire quelle parole dai medici. Era distrutto. Sapeva di aver toccato il fondo, ma le forze di risalire non le aveva proprio. Voleva solo lasciarsi andare, era tanto difficile da capire per quelle persone? Evidentemente era così perché non avevano proprio intenzione di lasciarlo stare. Eppure lui non chiedeva molto, voleva solo scomparire dalla faccia della terra per sempre, perché non volevano lasciarglielo fare? Li odiava tremendamente, voleva che lo lasciassero in pace e non glielo lasciavano fare. Quando fu portato nella clinica, si sentì profondamente depresso. Ogni giorno seguiva una routine e veniva tenuto d'occhio dai medici e dagli infermieri, che si accertavano che mangiasse e che prendesse i farmaci. Ogni giorno si ritrovava una flebo al braccio, che, secondo i medici, avrebbe dovuto aiutarlo a riprendersi. Ogni giorno Luhan pensava a quanto sarebbe stato bello per lui sparire, non vedere più nessuno. Si sentiva così solo. Chiudeva gli occhi la sera con la speranza di non riaprirli più, e la delusione che provava quando li riapriva era enorme. E l'unica persona che avrebbe potuto fare qualcosa, era proprio quella che aveva ripudiato con quelle parole aspre ed amare. Se ne pentiva, eccome se se ne pentiva, ma sapeva che non avrebbe potuto fare niente, a quel punto, per tornare indietro. Sehun era andato ormai, e di lui restava solo un ricordo, e il pentimento che provava in quel momento.

Sehun era preoccupato, non vedeva Luhan da una settimana a scuola, che gli fosse successo qualcosa? Sapeva che non doveva pensarci, perché gli aveva chiesto di sparire dalla sua vita, ma lui proprio non ci riusciva e, soprattutto, non voleva. Come poteva mandare via il pensiero di Luhan dalla mente? Come poteva non essere in pensiero? Lui lo amava, dannazione. Non poteva non pensare che a lui. Era profondamente sovrappensiero, disorientato, stressato da quella situazione. Avrebbe dovuto fare qualcosa, ma non sapeva proprio cosa di preciso. Quel giorno proprio non riusciva a seguire la lezione tanto che era preoccupato e, quando sentì la voce del professore dire il nome di Luhan, scattò improvvisamente.

"Il vostro compagno Luhan, purtroppo, è stato ricoverato per motivi di salute e non potrà proseguire il percorso di studi con voi. Avrete notato la sua assenza, immagino, dunque pensavo fosse giusto dirvi il perché di questa situazione" spiegò con tono fermo.

Sehun si preoccupò immediatamente. Ricoverato? Dove? E quanto era grave?

"Dove è stato ricoverato?" chiese d'impulso.

"All'ospedale centrale di Seoul" disse il professore.

Non ci pensò due volte ad alzarsi e a raggiungerlo, pur sentendo la voce dei suoi compagni e del professore che lo richiamavano, chiedendogli dove stesse andando tanto di corsa. Non l'avrebbe mai lasciato da solo. Ci volle un po' a raggiungere l'ospedale, ma alla fine ce la fece, e, appena fu dentro, chiese informazioni a degli infermieri. Raggiunse di corsa la stanza, ma quando fu lì avanti, si bloccò di colpo. Aveva quasi paura ad entrare, aveva paura di vedere il ragazzo ridotto peggio di come ricordasse. Alla fine però lo fece, e quando lo vide, gli si spezzò il cuore. Stava dormendo, ma aveva una flebo collegata al braccio, ed era veramente molto pallido e magro. Sembrava quasi uno scheletro, era terribile come si era ridotto. Eppure continuava a trovarlo bello, continuava a sentire quella sensazione di pace interiore ogni volta che lo osservava. Continuava ad esserne innamorato.

Sehun gli si avvicinò lentamente, aspettando che si svegliasse, perché non voleva disturbarlo. Continuava a pensare che fosse un capolavoro, anche se era evidentemente distrutto. Avrebbe tanto voluto stargli vicino, rimediare a ciò che aveva fatto. Quando Luhan riaprì lentamente gli occhi, inizialmente pensava di star sognando, ma poi realizzò che avanti a lui c'era proprio Sehun. Per un attimo il cuore gli si fermò. Perché era lì? Come aveva fatto a sapere che si trovava proprio in quel posto?

"Sehun...?" chiese con voce flebile "come sapevi che sono qui?"

"Il professore di matematica l'ha detto alla classe" abbassò lo sguardo "come stai?"

"Come vuoi che stia?"

"Lo so, non stai bene" scosse il capo "mi dispiace Luhan, ma io proprio non ce la faccio a dimenticarti e a fingere di non provare nulla per te. Odiami, se vuoi, ma non pensare che così facendo io possa andarmene"

"Non ti odio"

"Cosa?"

"Non ti odio, Sehun... Mi dispiace averti trattato così... Sono uno stupido orgoglioso del cazzo" scosse il capo ridendo "... Ma tu davvero sei innamorato di una persona come me?"

"Non sono innamorato di un persona come te, sono innamorato di te e basta"

"Come fai ad amarmi?"

"Io amo ogni cosa di te, anche le cose che tu odi, anche le tue imperfezioni. Ti amo anche ora che sei distrutto, stanco, e che vorresti morire, e ti amerò comunque" 

"Vieni qui, per favore?" gli fece cenno di sedersi affianco a lui sul letto, e il moro così fece "mi sei mancato"ammise il biondo "perdonami, sono stato uno stupido. Ho dato la colpa a te per tutto, ma la colpa è solo mia..." scosse il capo.

"Non importa" scosse il capo "adesso sono qui, non ti lascio" gli prese la mano, carezzandola.

"Non lo farai?"

"Mai" scosse il capo, avvicinandosi al suo volto "mai, mai mi sognerei di lasciarti, Luhan" ed unì le loro labbra in un bacio colmo di tristezza e di speranza, ma anche di amore sofferto e di lacrime.

Luhan si sentì per la prima volta completo. Era una bella sensazione, quella di sentirsi completo per una volta nella vita. Doveva ringraziare quel ragazzo che era stato tanto testardo da non lasciarlo andare se non si era ritrovato mai solo fino a quel momento. E lui, di quel ragazzo tanto cocciuto e ostinato, era innamorato, profondamente. Ed ammetterlo a se stesso era stata la cosa più bella.

A/N: non pensate che da ora le cose saranno migliori. La felicità è un momento fra una tragedia e l'altra e così è questa storia.

Skin and Bones [HunHan.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora