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Era in Corea da due mesi, e in tutto quel tempo non aveva fatto altro che odiarsi ulteriormente per quello che era. Aveva perso 10kg in quei due mesi. Per qualcuno sarebbero stati pochi, ma per lui in realtà erano tanti. Avrebbe dovuto fermarsi, ma il suo cervello proprio non riusciva a capirla questa cosa. Non si vedeva per niente cambiato, non andava ancora bene ,doveva continuare ad impegnarsi. Non capiva che si stava solo lentamente auto-distruggendo. Pensava che andasse bene continuare. Continuava ad odiarsi per quel che era. Probabilmente non si sarebbe piaciuto neanche se fosse diventato un semplice insieme di ossa. Anzi, sarebbe stato sicuramente così, perché non avrebbe mai visto ciò che lo specchio realmente mostrava, ma soltanto quello che il suo cervello gli faceva vedere.

Era da una settimana che Sehun non lo vedeva in giro. Aveva smesso di seguirlo, dopo la scenata che gli aveva fatto quella sera. Non aveva tutti i torti: non erano affari suoi. Eppure, l'ultima volta in cui l'aveva visto, aveva notato che era ancora più pallido e magro. Aveva addosso un maglione color senape, che -poteva giurarlo- un paio di settimane prima non gli andava così largo. Voleva a tutti i costi scusarsi per quello che era successo, ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte. Alla fine ci aveva rinunciato.

Luhan si sentiva stanchissimo. Non riusciva a camminare bene, continuava a poggiarsi al muro della scuola e aveva .freddo, tanto freddo. Era andato nel retro per starsene da solo durante la pausa pranzo, ma da quella mattina si era sentito nuovamente debole. Non pensava mica che fosse perché non mangiava da una settimana. Assolutamente no, il suo cervello scartava a prescindere quella possibilità, che era senza dubbio la più probabile. Ogni volta che sentiva la fame farsi spazio in lui, o il suo corpo chiedere cibo, ignorava quella sensazione, troppo impegnato a studiare o a seguire i vari corsi. Ma quella volta fu diverso. Sentì una vera e propria fitta alle gambe, come se non riuscissero più a muoversi, e allora cadde a terra, lamentandosi silenziosamente. Sentì qualche lacrima rigargli il volto, ma non capì perché stesse piangendo. Si sentiva stanco, stressato, voleva che quella situazione finisse, ma non capiva cosa esattamente dovesse finire. Scoppiò in un pianto disperato. Non sapeva perché stesse piangendo, forse era il troppo stress, forse era il fatto che si sentisse sempre sotto pressione, che non sapesse più come fare per arrivare a quella perfezione tanto agognata. Voleva solo mettere un punto a tutto.

Sehun ci aveva rinunciato, alla fine aveva deciso di uscire fuori a prendere una boccata d'aria. Nessuno si trovava fuori, erano ancora tutti dentro per la pausa. Era solito uscire per restare da solo, non che nella scuola stesse spesso in compagnia...
Improvvisamente però, si accorse di non essere solo: sentì un lamento, come se qualcuno stesse piangendo. Cercò di seguire il suono, per capire chi fosse la persona che stava piangendo in un modo tanto forte da essere udibile. Vagò un po' ovunque nel giardino della scuola, fino a rendersi conto che quel suono proveniva dal retro della scuola. Alla fine, notò, poggiato contro un muro, con le gambe strette al petto, quello che riconobbe essere Luhan.

Qualcosa gli disse che doveva avvicinarsi a tutti i costi a lui. Non sapeva cosa, ma vederlo in quelle condizioni, lo faceva sentire profondamente triste.

Skin and Bones [HunHan.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora