Capitolo 2: Shock

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Seguo Samuel controvoglia ma non voglio farlo irritare, è gente malata di mente e non so come potrebbero reagire se perdessero la pazienza.
I miei genitori staranno rivoltando New York per trovarmi, devo solo resistere fino all'arrivo della polizia.

Ritorniamo nel corridoio di prima, ma questa volta ci fermiamo davanti ad un'ascensore e Samuel preme il tasto del secondo piano.
Quando la porta si apre mi ritrovo davanti ad un'altro corridoio, questa volta dall'aspetto asettico, quasi come se fosse un'ospedale.

Lo seguo titubante fino ad una porta di metallo che l'uomo apre tramite un codice numerico.

Cavoli mi sembra di essere in un film di fantascienza.

Non appena varchiamo la soglia rimango inorridita a causa di quello che mi trovo davanti.

Un ragazzo all'incirca sui trent'anni è legato al muro tramite delle catene di metallo.
È sporco e sfinito, da l'idea di essere rinchiuso li dentro da molto tempo.

"Voi siete pazzi!" Esclamo spaventata cercando di scavalcare Samuel tentando di scappare, ma lui mi blocca facilmente.

"Katniss ascoltami, nulla è come sembra" spiega calmo.

Certo come no brutto psicopatico.

"Aiutami.." sussurra il ragazzo guardandomi con sguardo supplicante.

"Cosa diavolo gli state facendo? É questo che volete farmi?" Chiedo sempre più sconvolta.

Samuel non risponde, rimane a fissarmi immobile.

"Ti prego..Aiutami.." continua a supplicarmi il ragazzo.

Decido di provare a liberarlo.
Mi avvicino a passo spedito ma proprio quando sono a pochi centimetri da lui il suo volto si trasforma, gli occhi si riempiono di vene rosse e i canini gli crescono ferendo le sue stesse labbra.

Indietreggio spaventata mentre quell'essere dimena le catene in un disperato tentativo di liberarsi.
Il ringhio che emette mi fa accapponare la pelle.

"Ha fame" dice Samuel per niente sorpreso.

Tremo come una foglia e non riesco a smettere.

"Lui è un..lui è" balbetto senza riuscire a terminare la frase.

"È un vampiro. Come ti dicevo Katniss, i mostri esistono e sono in mezzo a noi. Molto spesso hanno l'aspetto di semplici ragazzi come te, ma in realtà sono predatori, pronti a divorarti per sopravvivere o molto spesso per semplice divertimento"

Ditemi che è un'incubo e che sto per svegliarmi.

Il ragazzo con gli occhi iniettati di sangue continua a dimenarsi, ringhia e dalla bocca rivoli di saliva gocciolano come se fosse un cane rabbioso.

"Possiamo andare via? La prego" sussurro.

"Certo, torniamo nel mio ufficio"

~~~~~~~

Crollo sfinita sulla sedia, non posso credere a quello che ho appena visto.

I mostri esistono.

Questa consapevolezza mi terrorizza a tal punto da volermi rinchiudere in camera e non uscirne mai più.

"Mi dispiace che tu ti sia spaventata, ma dovevo fartelo vedere con i tuoi occhi, altrimenti non ci avresti mai creduto"  dice Samuel comprensivo.

Elisabeth mi porge una tazza di the caldo, quando la afferro per poco non mi ustiono facendone cadere il contenuto, a causa del tremore delle mie mani.

"Bevi, ti sentirai meglio" Esclama la donna con un sorriso.

"Cosa volete che faccia?" Chiedo rassegnata.

"Quello per cui sei nata, combattere Il male. Se accetterai ti manderemo nel nostro centro di addestramento, dove conoscerai e ti allenerai con gli altri due ragazzi, dopodiché quando sarete pronti vi manderemo in missione dove ci sarà bisogno"

"Non capisco, perché non lo fate fare ai militari?" Chiedo curiosa.

"L'uomo moderno pensa di avere il mondo in mano grazie alla tecnologia. Lo credevamo anche noi, mandavamo soldati ad affrontarli, ma questi mostri non facevano altro che aumentare di numero, così abbiamo scoperto che c'è un'ordine naturale delle cose, vecchio come il mondo.
Non possiamo prendere il vostro posto, non possiamo sostituirvi, questo compito è solo vostro. Fin dall'inizio dei giorni queste creature camminano sulla terra e voi con loro, il bene e il male, ogni volta che abbiamo provato ad aiutarvi l'equilibrio si rompeva e la terra rigettava su di noi il doppio di loro" risponde Samuel in tono grave.

"Ma non è giusto, perché proprio io? Ci sono mille persone più adatte di me" esclamo nervosa.

Samuel sorride.

"Non sai quanto vorrei potervi sollevare dal vostro compito, ma sei stata scelta prima ancora di essere nata, eri predestinata"

Sospiro, la testa mi duole per le troppe rivelazioni.

"Come sapete che sono una dei prescelti?"

"Come ti ho detto, fin dalla notte dei tempi i prescelti combattono il male. La nostra organizzazione adesso è del governo, ma c'è sempre stata per aiutarvi, aiutandosi con ogni mezzo a disposizione. Abbiamo una strega che collabora con noi, lei vi sente, vede la vostra energia e ci aiuta a trovarvi"

Streghe, vampiri come potrò farci l'abitudine?

"Mi dispiace ma io non me la sento, sono sicura che troverete qualcun'altro che potrà svolgere questo compito, io voglio tornare alla mia vita" esclamo nervosa.

Elisabeth mi guarda in maniera indecifrabile.

"Come ti ho detto, non ci sono altri come te. A voi tre è stato lasciato il compito di difendere l'America. Credi davvero che dopo quello che hai scoperto oggi, riuscirai a tornare alla tua vita facendo finta di nulla?" Dice Samuel.

Mi prendo la testa tra le mani, mi sembra di impazzire.

"Allora saranno in due a proteggerci. Io mi rifiuto" rispondo decisa.

Samuel sospira.

"Va bene, torna a casa per il momento, sarai tu a decidere di tua spontanea volontà di tornare"

"Ne sembra davvero convinto" esclamo sorpresa.

"È sempre così, tutti tornano. Quando il nostro destino ci chiama, è nostro dovere rispondere" 

Non ribatto, ho troppo mal di testa anche solo per pensare. Voglio solo tornare alla mia vita e dimenticare tutto.

"Vieni Katniss, ti porto a casa" interviene Elisabeth che fino a quel momento era stata in silenzio.

Mi alzo e sto per varcare la porta quando la voce di Samuel mi ferma.

"Katniss mi dispiace davvero che tu debba affrontare tutto questo, ma noi abbiamo bisogno di te, le persone hanno bisogno di te"

Non mi volto mi limito a chiudermi la porta alle spalle.



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