Capitolo 12: L'abbraccio

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Saliamo in casa, il silenzio è quasi assordante.
Appena entriamo Jake si appoggia al tavolo della cucina mentre Nick si butta sul divano, sdraiandocisi sopra.

Io mi fermo ad osservare i quadretti appesi nel piccolo corridoio all'entrata.
Solo ora noto che sono le foto di altri prescelti, i nostri predecessori.

In una foto ci sono due ragazze e un ragazzo, in un'altra tre ragazzi, in altre ancora due ragazzi e una ragazza.
Gli sguardi sono fieri e soddisfatti, per nulla spaventati. Sembrano orgogliosi di essere stati scelti.

Sospiro.
È incredibile non averle notate prima.

Su ogni foto ci sono scritti i nomi di ogni ragazzo presente.

Quindi è così che finiremo? Appesi ad un muro a prendere la polvere?

Tra pochi anni ci saranno altri tre ragazzi a guardare la nostra foto?

Mi appoggio al muro demoralizzata.

Sento una mano sulla spalla e mi volto per capire di chi sia.

"Come stai?" Chiede Nick preoccupato puntando gli occhi verdi nei miei.

Provo a rispondergli, ma le parole mi muoiono in gola, così mi limito ad annuire.

"Se già è spaventoso per noi, figurati per te" Esclama.

"Il fatto che sia una ragazza non conta nulla" la voce dura di Jake s'intromette.

Nick ed io ci voltiamo sorpresi.

"Non guardatemi così, ho detto semplicemente la verità. Non può essere trattata come una semplice femminuccia, non dobbiamo proteggerla. Avrà i nostri stessi poteri"

Il tono duro delle sue parole mi sconvolge, non volevo la pietà di nessuno, ma la sua reazione mi sembra esagerata e cattiva.

"Secondo me dobbiamo proteggerci a vicenda invece, non penso che Katniss sia una femminuccia, è normale essere spaventati" risponde Nick serio.

Jake non ribatte, punta gli occhi azzurri su di me fulminandomi con lo sguardo, prima di dirigersi a passo spedito verso la sua camera, sbattendo la porta.

Sussulto.

"Non capisco, sembra odiarmi" dico a bassa voce.

Nick si volta verso di me aprendo la bocca in un sorriso.

"No Kat non pensarlo nemmeno, non ti conosce neanche. Ognuno di noi affronta le situazioni in maniera diversa. Sicuramente anche lui è scosso da tutto quello che è stato detto  ed è il suo modo di reagire"

I suoi occhi gentili mi rassicurano e la sua dolcezza mi da conforto.

"Già probabilmente è così" rispondo ricambiando il sorriso.

"Tu come ti senti?" Gli chiedo.

Nick abbassa lo sguardo, il sorriso diminuisce leggermente.

"Sentir dire ad alta voce che le probabilità di vivere una vita lunga come i nostri coetanei sono minime mi ha sconvolto. Inconsciamente lo sapevo già ma.."

"Non hai mai voluto pensarci e prenderne coscienza per davvero" lo interrompo.

Nick annuisce col capo.

"Dobbiamo guardarci le spalle l'un l'altro. Non possiamo rassegnarci solo perché tutti quelli prima di noi non ce l'hanno fatta. Dobbiamo sopravvivere" interviene nuovamente.

Gli sorrido, un sorriso triste, impaurito.

Nick mi sorprende.
Si sporge in avanti e mi circonda con le sue braccia forti.
Rimango attonita per qualche secondo prima di ricambiare l'abbraccio.
Sentirlo vicino è confortante nonostante ci conosciamo da poco più di un giorno.

Il suo profumo mi rilassa, resterei tra le sue braccia tutto il pomeriggio.

"Grazie" dico sincera.

"Non dirlo neanche" risponde dolce.

In tutta la mia vita non avevo mai avuto un contatto così intimo.
Strano a dirsi ma nessuno si era mai soffermato a chiedermi davvero come stavo, a nessuno interessava veramente.

L'importante era entrare nelle mie grazie, così da godere della luce riflessa della mia popolarità.
I ragazzi con cui ero stata mi portavano in giro come un trofeo, nessuno dei mille baci scambiati aveva creato una situazione intima come questa.

È sconvolgente pensare che fuori di qui non avrei mai nemmeno parlato con gente come Nick o Jake a causa dei loro vestiti anonimi, della loro situazione economica.
Eppure è proprio uno di loro a regalarmi questa sensazione di calore, di affetto.

È la prima volta che mi sento vicina a qualcuno.

Probabilmente perchè solo tra noi possiamo comprenderci e sostenerci.
Solo noi portiamo questo fardello enorme.

Qui non sono la figlia dell'imprenditore, qui a nessuno interessa che vestiti indosso e non so se sentirmi felice o spaventata di questo.

I miei pensieri vengono interrotti dal brontolio della pancia di Nick.
Scoppio a ridere e lui si stacca imbarazzato.

"Scusa, ho sempre fame" ridacchia portandosi una mano tra i capelli.

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