Capitolo 7 : Casa dolce casa

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"Andiamo al terzo piano, sarai felice di sapere che è dedicato interamente a voi tre" Esclama Samuel orgoglioso.

Almeno questo.

"Non che non m'interessi vedere dove vivrò, ma cosa c'è al quarto piano?" Chiedo curiosa.

"L'infermeria, oltre a delle stanze da letto dove i dipendenti impegnati in progetti lunghi o delicati possono decidere di fermarsi a dormire, ovviamente anche gli uomini che si dedicano alla sicurezza"

"Capito" mormoro.

"Sei pronta a scoprire dove vivrai?" Chiede allegro Samuel.

"Non vedo l'ora" esclamo priva di entusiasmo.

"Eccoci qui" dice non appena si apre la porta dell'ascensore.

Superiamo un piccolo corridoio, decorato da piccoli quadri che per il momento decido di non osservare e ci troviamo in una grande stanza.

"Questa è la sala open space che da sulla cucina"

La cucina è laccata nera e dotata di penisola, dinnanzi ad essa c'è un tavolo di vetro dove mangiare, anch'esso con i profili neri perfettamente abbinati alle sedie e alla cucina.

La parte destra della stanza invece, è dedicata alla sala.
Un grande tappeto beige è posizionato al centro di essa.
Noto subito lo spazioso divano in pelle nera, di fronte ad esso c'è un tavolino basso interamente di vetro che lo separa dalla televisione a schermo piatto di notevoli dimensioni.

Lampade alte da pavimento sono posizionate ai lati della stanza e insieme ai faretti della cucina donano un'aria rilassante all'ambiente.

"So che sei abituata ad ambienti più lussuosi, ma penso che vi troverete bene qui"

Non rispondo.

Alla fine della sala proseguiamo lungo un'altro corridoio, anch'esso adornato da quadretti.

"Come vedi ci sono quattro porte qui, una stanza da letto rimarrà inutilizzata, ognuno di voi è libero di scegliere la stanza che preferisce, ma se posso darti un consiglio, le donne che hanno abitato qui prima di te hanno sempre alloggiato in questa" spiega aprendo l'ultima porta.

Beh almeno è spaziosa.

La stanza è molto semplice, il letto matrimoniale è posizionato nella parete a nord, ai suoi piedi c'è un piccolo tappeto bianco.
Due comodini sono disposti ai lati del letto con sopra due graziose abat-jour in stile vintage, fatte da piccoli pezzi di vetro colorati.
Un'armadio con le ante a specchio è situato contro la parete opposta.

Una grande finestra è disposta nel muro di fianco al letto, mentre dall'altro lato noto una porta di legno.

La apro ed entro in un bagno di medie dimensioni, composto da lavandino, specchio, un mobiletto e la doccia.
Le lucide piastrelle azzurre lo rendono molto classico.

Ecco la stanza dove passerò i giorni a disperarmi a causa della mia nuova vita.

"È tardi e sarai stanca. Riposati, domani arriveranno gli altri due prescelti"

Annuisco.

"Ah e se volessi chiamare i miei genitori?" Chiedo speranzosa.

"Potrai chiamarli giovedì, tu e gli altri ragazzi avrete dei giorni prefissati per chiamare a casa"

Sbuffo.

"C'è una regola anche per quante volte posso andare in bagno?" Chiedo ironica.

Samuel mi lancia un'occhiataccia prima di voltarsi iniziando ad incamminarsi verso l'uscita.

"La mia valigia?" Chiedo.

"L'ho fatta portare prima è di fianco al divano"


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