"La valigia è pronta" esclamo priva di gioia.Di solito quando una persona prepara una valigia dovrebbe essere un momento felice, l'inizio di un viaggio, un'avventura.
Anche nel mio caso rappresenta un nuovo inizio, ma purtroppo non nel senso positivo del termine."Katniss, ti prego non andare non sei obbligata!"
Mia madre è preoccupata.
Aveva passato la mattina a cercare di persuadermi dalla mia decisione."Mamma ne abbiamo già parlato"
"Non sono una stupida, da quando sei tornata hai passato cinque giorni chiusa in camera, ti ho vista spaventata e triste, quindi qualsiasi cosa sia questa cosa per cui il governo ha bisogno di te non andare!"
La osservo in silenzio.
Ha le lacrime agli occhi, mi tortura che sia in pensiero per me.
Sento tossire e vedo mio padre appoggiato allo stipite della porta.
Mi sorride ma è un sorriso triste, pieno di preoccupazione.Mio padre non è mai stato bravo ad esprimere le sue emozioni, ma i suoi occhi lo hanno sempre tradito.
Dicono che siano lo specchio dell'anima e nel suo caso è proprio vero."Andrà tutto bene, non posso spiegarvi, ma è il mio destino, sono nata per questo è il mio dovere"
"Può farlo qualcun'altro no? Gerard diglielo anche tu che non si deve sentire obbligata" dice cercando il sostegno di mio padre che però rimane in silenzio rassegnato.
"No mamma, siamo in pochissimi, non posso tirarmi indietro, ma soprattutto non voglio. Farò del bene, pensa solo questo"
Mia madre inizia a piangere, non riesce più a trattenersi e mio padre le si avvicina per abbracciarla tentando di confortarla.
Il campanello suona e mio padre scende al piano terra per aprire la porta.
"Sono arrivati" Grida dal piano inferiore.
Sospiro, afferro la valigia e insieme a mia madre scendo le scale.
"Buongiorno" saluta Samuel educatamente.
Non rispondo, mi limito a fissarlo.
"Dove porterete nostra figlia?" Chiede mia madre all'uomo in giacca e cravatta.
"Non posso dirle il posto esatto signora Green, ma sua figlia sarà al sicuro, penseremo noi a prenderci cura di lei"
Certo, a farmi ammazzare prima del tempo forse.
"Katniss è ora di andare"
Samuel mi prende la valigia dalle mani e la porta fuori di casa.
"Ok... allora dobbiamo salutarci" mormoro con un filo di voce.
Non voglio piangere.
Mia madre è la prima a stringermi in un'abbraccio, respiro il suo profumo alle more come se fosse l'ultima volta.
"Ti voglio bene Katniss e ricordati che sei speciale, non dubitare mai delle tue capacità" dice tra le lacrime.
Quando si stacca, vedo mio padre con gli occhi rossi che mi guarda fingendo un sorriso.
"Oh papà!" Esclamo buttandomi tra le sue braccia.
Mi stringe e all'improvviso mi sento come quando ero piccola e mi prendeva in braccio o mi metteva sulle sue spalle per poi iniziare a correre, facendomi ridere e divertire.
Ci sono persone che purtroppo non conoscono l'affetto dei genitori, ma io quel calore, l'amore puro l'avevo ricevuto e me lo sarei portata nel cuore per sempre.
Mi avvio verso la porta, Samuel mi sta aspettando davanti ad una macchina nera con i finestrini oscurati.
Mi volto un'ultima volta a guardare i miei genitori, sono abbracciati come a sorreggersi l'un l'altro.
"Vi chiamerò" esclamo prima di dirigermi verso l'auto.
~~~~~~
"Mi dispiace, posso solo immaginare quanto sia dura" dice Samuel in tono comprensivo.
"Ora mi può dire dove andiamo?" Chiedo ignorando completamente il suo tentativo di conforto.
Samuel sospira.
"Al momento siamo diretti all'aeroporto, prenderemo un volo per la Georgia"
Il volo in business class mi era sembrato infinito.
D'altronde quando sei curioso di arrivare in posto, il tragitto sembra non finire mai.Come si dice? Il tempo vola quando ci si diverte, beh questo non è il mio caso.
Appena uscita dall'aeroporto mi fermo un'attimo a godermi l'aria aperta.
Noto una macchina nera identica a quella che mi era venuta a prendere a New York e capisco immediatamente che aspetta noi.
Saliamo nei sedili posteriori, l'autista non dice nulla si limita a fare un cenno a Samuel.
Passata la zona trafficata dell'aeroporto, iniziamo ad aumentare la velocità.
"Katniss so che non ti fará piacere, ma dovrai indossare questa finché non saremo arrivati"
Mi volto a guardarlo e quello che ha tra le mani non mi piace per niente.
"Sta scherzando? Vuole davvero che indossi una benda? Credevo che a questo punto non ci sarebbero stati più segreti!" Esclamo irritata.
"Lo so mi dispiace ma è la prassi, per motivi di sicurezza non vogliamo che tu sappia esattamente dov'è la base, ma dopo il tuo battesimo non avremo più segreti"
"Il mio che?" Chiedo stupita.
"Al compimento dei tuoi diciotto anni, quando il tuo corpo svilupperà i poteri, sarai battezzata come prescelta per combattere il male e farai giuramento di fedeltà alla luce"
Sbuffo.
"Dovrò firmare dei documenti?"
Samuel si lascia scappare un sorriso.
"No, nessun documento. Ora potresti mettere da parte la tua diffidenza e farti bendare?" Chiede gentile.
Faccio un sospiro teatrale, poi acconsento.
"Spero solo che la mia stanza non sia un tugurio" esclamo irritata.
STAI LEGGENDO
Prescelta
ParanormalKatniss ha sempre vissuto una vita agiata, è viziata e guarda tutti dall'alto in basso. Un giorno la sua vita viene sconvolta. Un'organizzazione del governo le rivela di essere una dei prescelti, nati per combattere il male in tutte le sue forme. Ka...