Capitolo 13: Il primo allenamento

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Suona la sveglia e vorrei solo girarmi dall'altra parte e riaddormentarmi.
L'ansia per l'inizio degli allenamenti però mi sveglia definitivamente.

Non avevo mai praticato sport, per mantenere il mio fisico esile preferivo mangiare poco piuttosto che sudare in palestra.

Dopo la doccia mi trucco e cerco nell'armadio qualcosa di adeguato.
Ovviamente non ho tute, così indosso dei leggins neri e una canotta dello stesso colore.
Ai piedi metto le uniche scarpe sportive che ho, ovvero delle Converse rosa confetto.

Uscita dalla camera incontro subito Nick che mi da il buongiorno con un bel sorriso.

"Sei pronta?"

"Mmm..diciamo di sì, dov'è Jake?" Chiedo scrutando la stanza senza vederlo.

Nick si sistema nervosamente la maglietta.

"È già andato in palestra, non ha voluto aspettare"  risponde imbarazzato.

Non ha voluto aspettare me.

La cosa mi infastidisce ma cerco di fare finta di niente.

"Grazie di averlo fatto tu, ora andiamo se no facciamo tardi" dico in tono gentile.

Arrivati in palestra noto Jake appoggiato al muro, non mi degna nemmeno di un saluto e questo mi infastidisce ulteriormente.

Ma che problemi ha?

Nick è visibilmente a disagio a causa della situazione.

"Buongiorno ragazzi"

Una voce profonda ci fa voltare verso l'entrata.

Un'uomo alto quasi due metri e dalla corporatura possente ci osserva senza l'ombra di un sorriso.
Sembra sui quarant'anni e dalla postura rigida capisco subito che è un militare.
Ha i capelli rasati, la mascella squadrata e sul sopracciglio destro è presente una lunga cicatrice che enfatizza ulteriormente la durezza del suo sguardo.

Deglutisco nervosa.

"Buongiorno" salutiamo in coro.

L'uomo scruta ognuno di noi, soffermandosi su di me più a lungo.

"Ragazzina, ti sembrano le scarpe adatte per un'allenamento?" Chiede duro.

Sento l'ansia aumentare sempre di più.

"Non ho altre scarpe da ginnastica" rispondo titubante.

"Le chiami scarpe da ginnastica?" Esclama ironico.

L'uomo si avvicina, girandomi intorno e continuando a squadrarmi da capo a piedi.

"Ti farò procurare delle scarpe idonee entro domani"

"Grazie" esclamo.

"Che taglia porti?" Chiede serio.

"Cosa?" Esclamo sorpresa dalla domanda.

L'uomo irrigidisce la mascella.

"Sei troppo magra, sei come un ramoscello pronto a rompersi al minimo sforzo. Hai molto lavoro da fare" Esclama privo di delicatezza.

Abbasso gli occhi, non so cosa rispondergli quindi decido di non dire nulla.

"Presentatevi" Esclama imperativo.

Nick è il primo a parlare, poi Jake ed infine io.

"Io sono il capitano Maxwell, sarò io ad allenarvi e ad insegnarvi le tecniche di combattimento. Voglio essere sincero con voi, non sarà divertente e non sarò comprensivo anzi vi farò sputare sangue. Il mio compito è prepararvi. Non sarò mai vostro amico, ogni volta che vi rivolgerete a me dovrete chiamarmi Signore"

Fantastico sembra di essere nel film "soldato Jane"

Penso ironica.

I ragazzi sembrano preoccupati quanto me e questo un minimo mi consola.

"Andate ai tapis roulant, un quarto d'ora di camminata veloce e poi un'ora di corsa"

Alle sue parole mi prende il panico.

Un'ora di corsa? Non ce la farò mai!

Vorrei dirgli che il mio fisico non è allenato ma dal discorso di prima intuisco che non accetterebbe repliche.

Saliamo sui tapis roulant e Maxwell inserisce la velocità e il tempo su ognuno di essi facendoli partire.

Iniziamo a camminare, all'inizio lentamente poi ad una velocità più elevata.

Che modo orribile di iniziare la giornata.

Finito il quarto d'ora, la velocità aumenta sensibilmente, obbligandomi a correre.

Dopo due minuti ho già il fiatone, le gambe fanno male e inizio a sudare copiosamente.
Guardo i miei compagni e non c'è traccia di sofferenza nelle loro espressioni.

Sento il pressante sguardo del capitano addosso, mi guarda con sufficenza, sembra aver già capito che fallirò.

Dopo dieci minuti sento il cuore esplodermi dal petto, le gambe si fanno sempre più pesanti e i polmoni sembrano andarmi a fuoco.

"Signore, non ce la faccio più" lo imploro sfinita e senza fiato.

Vedo Jake alzare gli occhi al cielo, vorrei insultarlo ma non ne ho le forze.

Maxwell si avvicina con sguardo duro.

"Credi di avere scelta?" Urla spaventandomi.

Ho le lacrime agli occhi a causa dello sforzo e all'umiliazione.

"Ma signore mi sento male" rispondo in tono supplichevole.

Maxwell si avvicina al tapis roulant, mi illudo che stia per spegnerlo ma invece fa esattamente il contrario, aumenta la velocità e la durata dell'allenamento.

"Visto che ti sei lamentata farai dieci minuti in più rispetto ai tuoi compagni"

Nick mi guarda preoccupato, Jake sembra essere divertito.

Dopo altri cinque minuti la vista mi si offusca, sento i rumori ovattati e capisco di dovermi fermare.

"Signore non mi sento..bene" dico con un filo di voce.

Vedo Maxwell rispondermi, dalla sua espressione capisco che non mi farà smettere l'allenamento, ma non sento le sue parole, i suoni sono sempre più confusi.
Inizio a vedere tanti piccoli puntini neri, poi il buio.






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