Non proprio un buon inizio!

954 52 35
                                    

-Professore è tutto pronto?- Chiese Fanny, sistemandosi meglio
il bracciale sul polso.
Il professore le disse che fungeva da localizzatore, in modo
tale da poter essere rintracciati dalla macchina altera realtà;
inoltre avrebbero potuto spostarsi facilmente all'interno
della dimensione.
-Ecco fatto!- Disse il professor Buck, dopo aver inserito 
tutti i dati sul computer.
-Professore, non mi ha ancora detto dove andremo...-
Intervenne la ragazza, ad un certo punto.
-Volevo che fosse una sorpresa signorina, ma siccome la 
conosco bene, immagino che non mi darà tregua fino a 
quando non le dirò ciò che vuole sapere, vero?- Il tono scherzoso, 
a mo di presa in giro.
Fanny emise un sospiro di approvazione -esattamente!- Le mani sui 
fianchi e un sopraciglio alzato. 
-E va bene noiosa.- Ridacchiò l'altro, -Un uccellino mi ha detto che lei
è una grande fan del mondo della Marvel Cinematic Universe; quindi
ho pensato che le avrebbe fatto piacere fare un salto lì...- Concluse, 
aspettandosi una possibile reazione estasiata della giovane.
Proprio come si aspettava: la ventiquattrenne si mise a fare i salti 
di gioia. -Dice davvero?- Lui annuì sorridendole calorosamente. 
La ragazza lo abbracciò forte, quasi facendogli mancare l'aria.
-Lei è la persona più generosa che conosca!-
Quelle parole fecero commuovere il professore.
-La ringrazio signorina Fanny! Io non desidero altro che vederla felice...- disse,
abbozzando un sorriso, per nascondere la commozione.
Quella ragazza era come una figlia per lui, lo era sempre stata.
-Dai dai, andiamo ora!- Disse infine.

Entrarono nella cabina. La voce della macchina iniziò il conto alla rovescia:
-Inizio evento, tra sette secondi. Sei. Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno...-
I due vennero avvolti da un fascio di luce intensa; fu una razione di
secondo!
In un batter d'occhio si ritrovarono in un luogo fuori dal comune.
-Dove siamo finiti?-
Chiese il professor Buck, guardandosi intorno spaesato e grattandosi
la testa. 
La ragazza lo imitò. Professore, siete sicuro di aver inserito l'universo Marvel?- Si,
certamente!- Così, cominciarono ad incamminarsi sul ghiaccio scricchiolante;
faceva freddissimo, era buio e nevicava.
C'erano lastre di ghiaccio gigantesche dappertutto; se non sapessero di essere 
in un mondo fantastico, avrebbero giurato di essere stati catapultati in una
qualche parte della Groenlandia.
Eppure tutto quello parve molto famigliare a
Fanny. "L'universo Marvel è immenso... Non possiamo essere finiti proprio lì!"
Riflettè. Naturalmente, le sue erano solo supposizioni...
L'atmosfera era tetra, quasi spettrale, i loro passi risuonavano
lugubri per tutta la landa fredda e desolata.
Ad un certo punto, il professore parlò -Signorina?-Cosa c'è?- rispose lei,
avvicinandosi. Lui le indicò un grosso pezzo di ghiaccio, assomigliante 
ad una statua. 
-Guardi questa scultura. Chi l'ha scolpito deve essere un vero genio 
dell'arte, senza ombra di dubbio, quasi quanto Edward mani di forbice!-
Ironizziò, dondolando la testa e dando un paio di colpetti al pezzo.
Fanny ridacchiò -Nessuno batte Edward però,anche se le sue sculture
erano in vetro!-
Entrambi non sapevano se quelle improvvise battute erano dovute a puro
e semplice divertimento o, dalla fifa.
Ma se ne sarebbero resi conto ben presto!

Uno scricchiolio, infatti, li fece sobbalzare.
-C-chi è?- Mormorò il professore, con voce tremolante. La ragazza non 
rispose, ma le sue teorie si facevano man mano sempre più 
veritiere. 
Un altro scricchiolio.
-S-s-signorina Fanny...- Continuò lui, cercando di apparire tranquillo;
Strabuzzarono gli occhi quando notarono che il rumore proveniva dalla
suddetta statua, che stranamente prese a muoversi: il ghiaccio che la 
ricopriva, si ruppe e una grossa creatura, alta circa sei-sette metri o
più, iniziò a ringhiare minacciosa.
Fanny e il professore erano diventati due cubetti di ghiaccio, non 
per il freddo, ma per la paura!
Si squadrarono per un secondo per poi rispostare lo sguardo
sulla creatura.
Il professor Buck ritrovò per un attimo, forse miracoloso, la parola.
-Dove. Siamo. Finiti?!- Scandì perfettamente la frase.
La ragazza esitò, ma quando avvertì il fiato caldo del ruggito della creatura 
sul collo, urlò a pieni polmoni -Jotunheim!-
Senza neanche rendersene conto, i due protagonisti, neo esploratori,
corsero via a gambe levate, con la bestia alle calcagna. 
Quasi non toccavano per terra per la troppa velocità, che, per 
un terrestre non era affatto normale.
-Professore?!-Mi dica pure signorina-So che a lei piacciono gli scherzi, ma
 avrebbe potuto anche accennarmi la sua intenzione di visitare la terra dei
giganti di ghiaccio!- Esordi la ragazza, facendo pause tra una parola e l'altra.-
La risposta che le diede il professore la lasciò sconcertata: -Ma io non lo sapevo!
Mi sono dimenticato di accennarle, infatti, che, quando si viaggia con la macchina
altera realtà, è possibile conoscere solo la dimensione o universo, non il luogo
preciso! E più è vasta la dimensione, più è difficile indovinare la destinazione!
- Urlò, ma stavolta per il fracasso che c'era.
A Fanny per poco non le prese un infarto."Tra tanti posti, proprio su
Jotunheim dovevamo finire?" Pensò la povera ragazza.
-Se non facciamo subito qualcosa professore, temo invece di conoscere
la prossima tappa! Ma non so se Hela gradirebbe la visita di due terrestri
surgelati..- Il professore s'illuminò, -Beh, la signora, sperando che non si offenda,
ma che metta da parte tè e biscotti, perché la visitina la rimandiamo ad 
un'altra occasione! Prema il pulsante verde sul bracciale fanny!-Ok!-
Lo premettero appena in tempo, prima di finire, o in un precipizio o sbranati
dalla creatura.

Nella vita mai dire maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora