L’atmosfera nella prigione sembrava meno tesa rispetto alle altre volte.
Era vero che dopo l’ultima bisticciata tra il dio e la mortale, le cose sembrarono iniziare a prendere un piega differente. Comunque sia, Loki era sempre Loki e Fanny sempre Fanny e non mancavano di certo frecciatine da parte di lui e reazioni un po’ esagerate di lei.
Un giorno, in cella regnava una particolare tranquillità. Per la felicità del dio.
Loki era seduto in un angolo come sempre con un libro tra le mani, a leggere; Fanny invece era sdraiata sul letto annoiata e il professore altrettanto su una sedia.
-Che noia!- Borbottò quest’ultimo.
-Non ha torto professore…- Gli rispose la ragazza, prima di mettersi a sedere.
Vide l’asgardiano porgerle un libro senza nemmeno girarsi, come se stesse facendo la cosa più ovvia del mondo.
-Cosa devo farci con un libro?- Domandò la ragazza, assumendo un’aria stupita.
-Credevo ti fosse tornata la voglia per un nuovo tentativo di fuga, niente di più.- Rispose lui, con tono neutrale.
-Comunque se mai ti venisse, i libri sono sempre li.- Continuò, indicandoli.
La giovane alzò gli occhi al cielo.
-Tranquillo non ci riproverò… Tanto meno per farmi fregare ancora una volta da te!- Ribatté, facendo una piccola smorfia nella sua direzione.
-Uuuh, quanto siamo permalosi, non si può neanche scherzare! Ma voi terrestri siete tutti così? Ti prego dimmi di no, altrimenti mi sentirei male.- Disse provocandola, con ironia.
Fanny si limitò a fargli una linguaccia, cui seguì una risatina divertita da parte del bel dio. Con lei c’era sempre gusto.
A parte gli scherzi, Loki prese realmente in considerazione la questione, perché se i midgardiani erano davvero di quel carattere, confrontato con lui la cui responsabilità e pazienza corrispondevano pari a meno di zero, iniziò a pensare che i vendicatori gli avevano fatto un notevole favore a rispedirlo a “calci” da dove era venuto… E in quel caso avrebbe dovuto persino baciare il martello di Thor. Ora capiva il senso della frase che Frigga gli ripeteva spesso quando era piccolo: “Ubbidisci alla mamma tesoro, perché sai quello che lasci ma non quello che trovi, è per il tuo bene.”
Non aveva dubbi, i consigli della regina erano sempre buoni. Si rattristò un attimo al pensiero della defunta madre adottiva, ma fu una cosa rapida.
-Ma voi cosa siete venuti a fare qui?- Le chiese ad un certo punto.
La domanda colse di sorpresa Fanny, che non rispose subito.
-Beh… Noi, io…- balbettò, prima di continuare.
-Ecco… Vivendo in una realtà completamente diversa, che non è neanche la midgard che conoscete voi…Sono sempre stata curiosa di vedere cose straordinarie; inoltre lavoro, lavoravo in ambito giornalistico, ma per un ritardo mi hanno licenziata, anche se ho sempre saputo che al mio capo non sono mai andata a genio e che prima o poi alla prima scusa mi avrebbe cacciata comunque. Era convinto che fossi solo una buona a nulla… Perciò vorrei dargli una piccola lezione! Vorrei fargli capire che non è vero che non valgo nulla. Se riuscissi in qualche modo a riportare testimonianze delle cose insolite e grandiose come quelle che ci sono qui, farei un grande scoop! E proprio grazie ad un’invenzione del professore, siamo riusciti a realizzare parte di ciò… Ma rinchiusa qui non so come proseguire…-
Il dio ascoltò ogni sua singola parola.
Sotto certi aspetti erano simili: erano stati entrambi scartati, trattati come inferiorità, senza aver avuto la possibilità di dimostrare il proprio potenziale. Ed ora cercavano di riscattarsi, in un certo senso.
STAI LEGGENDO
Nella vita mai dire mai
FanfictionFanfiction ispirata a "sette ragazzi solo per me" di Lady windermere e ovviamente con il suo consenso. Fanny Edwards è una ragazza come tante altre, la cui vita non potrebbe proprio dirsi essere 'baciata' dalla fortuna. Almeno fino a quando, insie...