-Per quanto tempo ancora dovrò sopportare questo strazio?- Si lamentò il dio degli inganni.
Era da un’ora che era stato costretto a quella posizione; non che fosse scomoda: infondo era seduto su di uno scalino con una mano vicina al mento e con gli occhi puntati davanti a sé. No. Non era affatto scomodo, ma un’ora così fermo era pur sempre un’ora di fastidiose formichine dappertutto, specialmente nelle gambe e nelle braccia. Fastidi ben evidenti dalle lievi smorfie di lieve dolore.
-Sta zitto e guai a te se osi solamente muoverti, capito?!- Lo rimproverò fermamente la ragazza.
Loki sbuffò apertamente, tornando ad immobilizzarsi come una statua.
Passò un’altra buona mezz’ora prima di sentire la fatidica e tanto desiderata frase, che però, nonostante tutto, lo fece sobbalzare dallo spavento, dato il tono acuto in cui venne pronunciata:
-Ho finito!- Esclamò infatti Fanny, aprendosi in un sorriso.-Dai, smettila di fare il pigrone e vieni a vedere!- Ordinò lei, euforica e un po’ emozionata.
Il povero asgardiano indolenzito sgranò gli occhi. Non solo che aveva fatto il bravo bambino restando fermo e subendosi pure gli innumerevoli fastidi muscolari, ora doveva pure scattare come un soldatino a rapporto? Stava per protestare, quando l’ennesimo richiamo della ragazza lo bloccò nell’intento.
-Muoviti!-
-Ecco arrivo!- Sbraitò il giovane dio, massaggiandosi il fondoschiena dolorante mentre si alzava dallo scalino.
Se avesse scoperto di aver fatto tutto per una stupidaggine, altro che fontana! Stavolta l’avrebbe affogata direttamente nella vasca da bagno!
-Ma sono io…- Balbettò, alzando un sopracciglio, afferrando lo strato di carta.
Fanny alzò gli occhi al cielo.
–Certo, che credevi scusa?-
Il dio restò per un secondo in silenzio, deciso ad esaminarsi per vedere se tutto era assolutamente perfetto come doveva essere.
-Mmmh- Questi erano i mugolii continui che faceva, senza dire una parola, il che non fecero altro che far aumentare l’agitazione della ragazza.
-Uffa, ti decidi a parlare una buona volta! Mi stai rendendo ansiosa!- Sbottò lei, impaziente.
Vedendola sull’orlo dell’impazienza, finalmente Loki decise di smettere con quella dolce tortura del silenzio. Afferrò il disegno con entrambe le mani e sorrise compiaciuto.
-Certo che potevi impegnati di più… Ma infondo l’ho sempre detto che non siete capaci di fare nulla voi umani!- Sorrise arrogante, senza però riuscire a prevedere la futura mossa di lei, la quale infatti gli rifilò un ceffone di prima categoria.
La ragazza non era riuscita più a sopportare quel suo modo di fare. Con lui non si poteva mai discutere con calma… Certo, era stata lei a schiaffeggiarlo, ma l’ho aveva fatto perché dalla sua bocca uscivano sempre e solo critiche.
L’asgardiano dovette ammettere che un po’ male gli aveva fatto, ma non demorse. Prima che riuscisse a uscire dalla stanza, l’afferrò mettendola a terra, sovrastandola col proprio corpo senza esercitare una pressione troppo forte e le bloccò saldamente i polsi sopra la testa. Fanny per la prima volta si pentì del gesto compiuto; forse era stata troppo avventata. Ora temeva per quello che poteva accadere, infatti, non a caso, aveva incominciato a tremare.
Lui la fissava intensamente da far male: gli occhi gli luccicavano, ma non appariva per niente arrabbiato, anzi, più che altro compiaciuto.-Ci tieni così tanto a sentirti dire “brava”?- La interrogò, soave.
La giovane deglutì, prendendo coraggio per non farsi intimidire, benché lo fosse.
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Nella vita mai dire mai
FanfictionFanfiction ispirata a "sette ragazzi solo per me" di Lady windermere e ovviamente con il suo consenso. Fanny Edwards è una ragazza come tante altre, la cui vita non potrebbe proprio dirsi essere 'baciata' dalla fortuna. Almeno fino a quando, insie...