La vita è come una bachata... è la passione che ci metti che fa la differenza

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Dopo qualche ora Asgard prese vita. Si potevano sentire i fragori delle spade e delle lance che si scontravano tra loro, segno che i guerrieri si stavano allenando e tra questi anche Sif, Fandral, Hogun e Volstagg. Odino, come sempre, osservava dalla balconata, spesso in compagnia di Thor o dei suoi due corvi. 

-Insomma vuoi dirmi dove stiamo andando?- Chiese per la terza o quarta volta Fanny, mentre seguiva Loki da circa dieci minuti.

-Uffa quanto parli! Ti ho detto che tra poco lo vedrai e chiudi quella bocca per un secondo!- Replicò il dio, visibilmente scocciato dalle sue continue domande.

Il che però non era una novità, pensò la ragazza, mentre gli faceva una smorfia senza farsi notare. Dopo aver svoltato a destra e a sinistra altre due  tre volte, finalmente si fermarono davanti ad una porta: era alta più o meno qualche metro. Loki l’aprì ed entrò, la ragazza invece rimase all’entrata.
Si chiese dove l’avesse mai portata… Tuttavia intuì che se l’avesse chiesto ancora, il dio sarebbe andato sicuramente in escandescenze, perciò decise di darsi al silenzio.

-Beh… Che fai ancora sulla soglia? Entra…- La invitò lui, voltandosi a guardarla, notando la sua esitazione.

Così Fanny si decise ad entrare: quella stanza aveva tutta l’aria di essere una camera da letto. Mentre si guardava intorno, all’improvviso non vide più Loki. Dov’era andato ora? Per caso aveva già deciso di liberarsi di lei, scomparendo in un qualche passaggio segreto per poi lasciarla chiusa li dentro? Fortunatamente fu proprio lui a rompere il silenzio.

-Ti conviene fare commenti positivi sulla mia dimora personale, midgardiana. Di solito non concedo a nessuno il privilegio di varcare quella porta…-

La giovane, non dando retta più di tanto alle sue solite parole vanitose da principino, tirò comunque un sospiro di sollievo nel sentire la sua voce; almeno la sua teoria di potenziale “abbandono” poté essere scartata. Almeno per ora... Ma non appena si girò dalla sua parte non seppe se quello che doveva veramente provare era sollievo: l’asgardiano infatti si presentò tranquillamente a petto nudo davanti a lei, come se niente fosse, con una casacca verde e nera in mano. Fanny, cercò di controllarsi per non dargli un ulteriore occasione per provocarla, capendo perfettamente che l’aveva fatto apposta.

”Wow, che fisico però…” Si ritrovò accidentalmente a pensare.

Subito dopo scosse impercettibilmente la testa, arrossendo e dandosi della stupida. Non era il momento di fare pensieri del genere e che oltretutto erano quelli tipici da ragazzine innamorate perse, cosa che poi lei non era assolutamente! Specialmente di lui! Prese un respiro profondo prima di parlare.

-Allora devo sentirmi privilegiata!- Affermò alzando un sopracciglio, sforzandosi il più possibile di sembrare sicura di sé.

Lui sorrise nel riuscire comunque a notare del lieve disagio da parte della ragazza, nonostante cercasse in mille modi di mascherarlo. Ma doveva ancora imparare che a lui non sfuggiva nulla; non a caso era conosciuto specialmente per la sua brillante intelligenza e astuzia. Ottenuta un’altra piccola vittoria, s’infilò la casacca.

-Oh più di quanto immagini!- Disse, rispondendo alla sua frase di prima.

-Ti starai chiedendo perché ti abbia portata qui. Non preoccuparti, ti rispondo immediatamente: dovevo pur cambiarmi dagli abiti di carcerato no? Non posso di certo presentarmi in quello stato davanti ad una bella fanciulla come te... E poi la mia camera meritava di essere ammirata visto che è una delle più belle che ci sono!- Concluse con fierezza.

-Certo come no!- Ribatté Fanny, roteando gli occhi.
 
Improvvisamente un rumore continuo e assordante si propagò per tutta quell’area del palazzo. Entrambi sobbalzarono nello stesso istante.

Nella vita mai dire maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora