Pessime scelte di parole

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Fanny era appoggiata svogliatamente sulla balaustra della finestra con le gambe strette al petto. Non riusciva ancora a darsi pace per aver capito così tardi quello che provava per Loki. O forse ciò che si era semplicemente ostinata a non voler capire. Comunque sia, quello che non riusciva ad accettare era il fatto che fosse stato uno stupido gioco a tirarle tutto fuori. Insomma, era una donna e doveva arrivarci da sola! Si sentiva estremamente sciocca. Proprio in quel momento, per lei così intensamente riflessivo, qualcuno bussò alla porta. Non sobbalzò per lo spavento tuttalpiù per colui che si trovò davanti.

“Parli del diavolo…” –Loki?- Mormorò sorpresa, senza avere la minima idea di come proseguire.

-Disturbo forse?-Rispose lui, inarcando un sopracciglio, percependo la sua agitazione.

La ragazza provò a rattoppare la situazione alla svelta per non farsi trovare impreparata.

-Ehm… no no- Rispose scuotendo il capo e lasciandolo entrare.

-Come mai qui?- Affermò dopo pochi minuti, cercando di calmare l’ansia crescente.

Il dio sorrise all’angolo della bocca, insospettendola.

-Perché ridi?-

-Ti faccio davvero quest’effetto?- Rispose, facendola diventare più paonazza di un pomodoro.

-Non so di cosa tu stia parlando, né dove vorresti arrivare… si chiaro per una volta in vita tua!- Ribatté la giovane, strofinandosi nervosamente le mani sui fianchi e voltando lo sguardo per terra.

Non capiva. Che effetto doveva farle? Ma a chi voleva prendere in giro di nuovo… eccome se le faceva effetto! Come mai prima d’ora, ma aveva imparato a non farsi troppe illusioni, anche se…

-Eccome se lo sai invece...- Riprese infatti lui.

-Non credere di poter riuscire a sfuggire a me, il dio degli inganni, assurda mortale… avresti dovuto impararlo bene dopo tutto questo tempo.-

-Loki davvero non so a cosa ti riferisci…- Replicò la giovane cercando disperatamente di mantenere la giusta distanza tra loro per non fare la solita fine del pesce lesso, e nello stesso tempo mantenendo un atteggiamento normale.

-D’accordo come vuoi, sarò diretto, ma poi anche tu dovrai essere diretta- Rispose lui, serio.

La ragazza annuì.

-Non mi pare che tu abbia avuto il tempo di rispondere alla domanda che ti è stata rivolta. Al gioco della…-

-Bottiglia?- La giovane non seppe di essersi tirata la zappa sui piedi da sola con quella risposta. Ma se ne accorse subito dopo, quando cominciò a sudare freddo.

L’asgardiano era stato sicuro sin dall’inizio che sarebbe riuscito a farla cadere nella sua piccola trappola: fingere di non sapere per farselo dire dall’interlocutore stesso era un mossa furba e, come avrebbe detto se fosse stato un umano, avrebbe fatto decisamente “tombola”.

-Lo vedi che sai perfettamente di cosa sto parlando? Perché fingi?- Replicò abbozzando un sorriso all’angolo della bocca, vincitore.

La ragazza mantenne la calma il più che poteva, ma doveva trovare velocemente una scusa.

-Perché ti interessa tanto?- Mormorò allora, raccogliendo un po’ di coraggio. Se non poteva fuggire, non le restava altro che affrontare il problema a testa alta e così avrebbe fatto.

-Cosa ti fa pensare che sia così?-

-Il fatto che tu mi abbia chiesto di parlare…-

-Cosa ti dice che non sia per un mio scopo personale?- Ribatté il dio.

Nella vita mai dire maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora