Finalmente arrivarono nella famosa taverna. Era semplice, accogliente e costruita tutta in legno pregiato; c’erano lunghi tavoli sempre in legno, con sedie simili a sgabelli decorate e il fuoco nel grande camino dava un tocco rustico all’atmosfera.
La struttura non una parte a sé, infatti non c’erano le finestre: al loro posto si ergevano enormi aperture ad arco, cui seguivano scorri mano in marmo e pietra chiara.
Dentro si poteva sentire un gradevole profumo di deliziose pietanze che fece brontolare uno stomaco molto famigliare: quello di Volstagg.
Così si ritrovarono tutti quanti attorno ad uno di quei grandi tavoli, con vari tipi di bevande davanti.
-Che ne pensate lady Fanny? Il posto vi piace?- Le chiese galantemente Fandral, sorridendole.
Lei annuì. -Oh si… E’ bellissimo!-
In quel momento arrivò una ragazza che alla giovane sembrò essere una cameriera.
-Vi porto qualcos’altro signori?- Chiese con garbo.
-Si, un cinghiale, due fagiani e quattro botti di birra!- Disse il robusto asgardiano.
-Volstagg, non cambi mai eh?- Scherzò Sif scatenando le risa divertite di tutti.
-Che centra? Abbiamo ospiti… Quale cosa migliore se non accoglierli con una bella e soddisfacente mangiata?- Ribadì il forzuto guerriero.
Quella sera riservò molte risate e divertimento.
Nonostante ciò, in certi momenti alcuni pensieri la ragazza li riservò ad un certo dio che forse a quell’ora doveva già essere uscito di prigione e, se così fosse, se ne stava sicuramente rintanato nelle sue stanze o in una delle tante biblioteche reali; ovviamente solo con se stesso. Solo con guardie a fargli da balia.
Quel pensiero la rattristò per un secondo… Ma per non provocare sospetti decise di chiudere li l’argomento e godersi la bella serata.
Il giorno seguente Fanny non resistette oltre a rimanersene tra le soffici e calde coperte del letto. Così si alzò e toltasi la veste da notte asgardiana, uscì dalla stanza e si avventurò silenziosa tra i corridoi del palazzo.
Dopo un paio di metri giunse ad un’ampia balconata; in quel momento regnava il silenzio più assoluto. Affacciatasi, poté notare i vari casamenti già ben illuminati a differenza della terra che s’illuminava lentamente durante l’aurora.
L’aria fresca le passava attraverso i capelli biondi, come accarezzandoli. Almeno quello era uguale a dove abitava lei.
Proprio mentre i suoi occhi contemplavano il maestoso ponte Bifrost, un’idea le balenò nella mente: voleva incontrare di persona il grande e possente guardiano di Asgard: Heimdall e nessuno l’avrebbe fermata.Si diresse verso l’uscita del palazzo dorato ed iniziò a correre euforica sul percorso del lungo ponte arcobaleno. Aveva sempre sognato di farlo!
Dopo circa un quarto d’ora il passo era decisamente rallentato. Sentiva il cuore galopparle in gola.
-Vi siete svegliata presto lady Fanny...- Disse il guardiano, senza nemmeno girarsi, capendo già chi fosse.
Fanny alzò la testa stupita.
-Voi… Conoscete il mio nome?- Mormorò.
Il possente asgardiano ridacchiò.
-Si. Ma non preoccupatevi, ho semplicemente sentito parlare di voi… Le voci girano velocemente ad Asgard.- Disse, scendendo dalle scale dove era solito stare.
-L’ho notato…- Rifletté la ragazza. -Comunque buon giorno!-
Heimdall ricambiò con un lieve cenno del capo. Era davvero enorme; La guardava con quei lucenti occhi ambrati che scrutavano ogni cosa.
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Nella vita mai dire mai
FanfictionFanfiction ispirata a "sette ragazzi solo per me" di Lady windermere e ovviamente con il suo consenso. Fanny Edwards è una ragazza come tante altre, la cui vita non potrebbe proprio dirsi essere 'baciata' dalla fortuna. Almeno fino a quando, insie...