Darlin

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AVRIL'S POV

Appena entro in classe vado subito da Lewis per comunicargli l'approvazione di mia madre per andare domenica a vedere la sua gara.

- Grande!! Allora ti aspetto alle 14:00!- mi sembra molto felice. E anche io in effetti lo sono, poi sono entusiasta di vedere una gara di kart.

-Ah, okay. Ma dove?-

-E' a Bedford Road, al 333. Si chiama "Grand Prix New York Racing"- mi informa dettagliatamente.

-Ah, va bene- e lo annoto sul cellulare. -Quanto costa il biglietto?-

-10$-

-Perfetto- non è tanto.

Entra la prof di storia e ritorno al mio banco. Ci comunica che oggi ha intenzione di interrogare. Fantastico, non ho studiato un cazzo. Fa scorrere lo sguardo sull'elenco, sto sperando con tutte le mie forze che non scelga me, ma sono più o meno in mezzo e ho un secondo nome, il che mi fa spiccare subito nell' elenco...

- Allora, oggi interroghiamo...-dice in tono quasi sadico. Un brivido freddo mi corre lungo la schiena.

-Lavigne- merda!!! Fra tutti e 25 gli studenti proprio me doveva scegliere?!?!?! L'interrogazione non dura tanto: cinque minuti e mi rimanda a posto, giusto il tempo di capire che non sarebbe mai riuscita ad estrapolare niente di sensato dalla mia bocca, e che fosse realmente accaduto. Quattro è il risultato finale. Di nuovo. Non sta andando bene. A mia madre non farà molto piacere, e non so se vorrà ancora farmi uscire domenica...

MARCO'S POV

Quando finisce la lezione, alle 9:45, vado da Lewis, che sta mangiando la merenda:- Posso parlarti un secondo?-

- Okay...- lo vedo perplesso, ma smette di mangiare e mi ascolta.

- Spero che tu non abbia scelto di lasciare i Dub City per causa della WTG...- non voglio sentirmi, anche solo in parte, causa della sua decisione.

- No, no. Tu non c'entri e comunque era da tempo che volevo uscirne. Il fatto di martedì mi ha dato la spinta che aspettavo-

- Okay, quindi ora non siamo più nemici, giusto??- gli chiedo speranzoso.

- Sì, dovremmo... In ogni caso anche se fossi rimasto ci stavo riflettendo e non avrei voluto che queste cose avrebbero minato l'amicizia che si sta creando- Ci speravo! Finalmente adesso posso parlare a Lewis senza preoccuparmi che sia un nemico, ma come amico.

- Che bello, anch'io prima o poi vorrei uscire da questa ragnatela... Ma una volta che ci rimani intrappolato è difficile liberarsene-

- Magari, chi lo sa... Nel futuro niente è certo- Mi dice con un sorriso d'incoraggiamento contagioso, per poi finalmente riprendere a morsicare la mela. Non posso fare a meno di accennare un sorriso anch'io.

DEMI'S POV

Mi scappa, mi scappa, mi scappa! Cooorrooo!!! Farfuglio agli altri che la natura chiama, dopodiché mi catapulto ai bagni. Mi chiudo dietro di me la porta e finalmente scarico. Mentre mi tiro su i pantaloni leggo le scritte sulla porta. Quanto avrei voluto non farlo!!!

"CHI ODIA DEMETRIA" campeggia sul legno verniciato blu della porta a caratteri cubitali col pennarello rosso. Una marea di firme occupano i due terzi dello spazio attorno. Leggo velocemente i nomi fin ché la vista non viene annebbiata dalle lacrime. E' come una lama che mi trafigge il cuore e va sempre più in profondità a ogni firma. Alcune le conosco, altre sono delle mie compagne che non credevo mi odiassero, e altre firme hanno pure la stessa calligrafia. Il rumore del mio pianto viene sovrastato dallo sciacquone, vorrei tenerlo aperto ma non voglio sprecare acqua, e poi se ne accorgerebbero subito. Quando ho finito non ho nessuna intenzione di uscire, quindi me ne resto qui dentro rannicchiata sul pavimento a sfogarmi. Pensavo che qualcuno avrebbe sentito il mio pianto, ma come al solito nessuno coglie il mio grido. Saranno passati circa cinque minuti quando sento la voce di Avril che mi cerca:- Demiii, dove sei?? Sei caduta nel cesso??- Sollevo la testa dalle maniche sporche di mascara, ma un nodo alla gola mi impedisce di rispondere, continuo semplicemente a piangere. Avril sente i miei singhiozzi e bussa piano sulla porta:- Demi apri la porta! Che hai?!- Non rispondo. Lei bussa con più insistenza:- Apri!! Ti posso aiutare!!!- Seh... se vuoi cancellare questo dalla porta sarebbe bello ma non lo toglieresti dalle loro menti...

- Demi ti do tre secondi, se non apri chiamo la prof!!- No, sia mai!! Chi la vuole quella?! Apro e vedo la sua faccia allibita. Ha gli occhi sbarrati e si chiude la bocca con le mani.

- Ma che hai?!...- chiede sbigottita, io mi risistemo sul water e con un movimento della testa le indico la porta. Il tempo di voltarsi e ha già capito. Adesso ha un'espressione ancora peggiore di prima: sul suo volto è dipinta anche la rabbia:- Ma ci sono anche delle nostre compagne!- annuisco e mi rimetto la testa fra le braccia per piangere come una cascata.

- Ci penserò io a loro...- dice con un ghigno malizioso.

- No, no! Ti prego non picchiarle!!- Questa è l'ultima cosa che voglio, già non sono in buoni rapporti con loro... Non voglio che complichi la situazione...

- E chi ha detto che le voglia picchiare?! Anche se in effetti non è una cattiva idea...- continua a dire in tono maligno:- Ho soltanto intenzione di scambiare due paroline con loro...-

- Sì ecco, evita di spingerti oltre...-

- Va bene, va bene. Anche se se lo meriterebbero... Adesso basta piangere, asciugati le lacrime. Se piangi l'avranno vinta loro- Riflettendo capisco che ha ragione, quelle non meritano le mie sofferenze. Mi sciacquo il viso e dopo essermelo asciugato nel maglietta, usciamo insieme dal bagno con lo sguardo alto.

LEWIS'S POV

C'è silenzio in macchina, mio padre mi è venuto a portare a casa da scuola. Ha lo sguardo fisso davanti a sé: è sempre molto concentrato quando guida. Io invece guardo il palmo delle mie mani, sono abbastanza nervoso: penso sia questo il momento migliore per chiedergli se posso iniziare a fare un corso di karate.

-Papi... posso chiederti una cosa?- interrompo la quiete che regnava fino a quel punto.

-Sì?- continua a fissare la strada.

-So che potrebbe essere difficile, e me ne rendo conto... ma per me sarebbe molto importante, e, ecco... Volevo chiederti se potrei seguire un corso di karate...- dico quasi in un bisbiglio. So che mio padre fa già difficoltà a trovare i soldi per mandarmi sui kart, ma se dovessi rincontrare i miei futuri ex compagni di gang, vorrei sapermi difendere...

-Cosa?!?! E vuoi mollare i kart?!?!?!- mi lancia un'occhiata preoccupata dallo specchietto.

-No, è questo il punto...-

-Vuoi fare ANCHE karate?!?!?-

-Ehm...- dico con un sorriso stentato.

-No, signorino. Non se ne parla. Sai benissimo quanto sia difficile trovare i soldi anche solo per i kart! Quanti lavori vuoi che faccia per mandarti anche a karate?!?! Mi vuoi morto?!?!?!- Lo so, ha ragione. E ricala il silenzio.

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