Mentre ero presa dalle mie considerazioni, vidi in lontananza una figura che si avvicinava verso di noi.
Dai capelli rossi, inconfondibili.
"Noah?
Che cos'altro aveva in serbo per noi, Isadora?".
Pensai, rabbrividendo.
Era da solo.
Lei dov'era?
Giunse a passi lenti fino a raggiungerci.
Ogni volta che passava vicino ad una finestra, i raggi del sole rendevano i suoi capelli di un colore ancora più ramato, brillante.
Appena ci venne vicino, guardò i miei abiti, come se fosse per la prima volta.
Con infinito amore.
Guardai il suo viso così familiare eppure così estraneo.
Distante dai miei affetti.
Allungai la manica verso di lui.
Fu allora che mi accorsi che, poco alla volta, la mia mano stava riapparendo.
Sentivo di potermi muovere, di nuovo.
Corsi ad abbracciare Juan.
"Corsi", già, era proprio quello il verbo appropriato, finalmente.
Il tempo aveva ripreso la sua naturale corsa.
Come quando ci si risveglia, dopo un lungo dormiveglia.
Eravamo tornati a vivere.
Avevamo ripreso le nostre sembianze di esseri umani.
Vidi riapparire gli orologi, che, come quando si manda indietro un filmato, riprendevano, gradualmente, il loro aspetto ed il loro posto sulle pareti.
Vidi ad un tratto anche il corpo ed il volto di Juan, che mi sorrideva.
Sussurrò, piano, al mio orecchio:
" Ricordavo che fossi bella, ma non così tanto.".
La voce di Noah ci fece tornare alla realtà.
Sembrava...
Decisamente infastidito dal nostro comportamento.
" Non c'è tempo per le effusioni.
Occorre far presto.
Isadora non deve accorgersi di nulla.
Seguitemi.".
Juan ed io lasciammo andare l'abbraccio.
Iniziammo a seguirlo.
La sua andatura era elegantissima.
Regale.
Avevo visto quell'incedere maestoso in una sola persona, fino ad allora.
Scacciai, immediatamente, quel pensiero dalla mia mente.
Giungemmo di fronte ad una parete.
Due colonne, di candido alabastro, alla cui sommità, erano collocate due clessidre, una per ogni lato.
Quella di sinistra aveva tutta la sabbia nell'ampolla in alto, che, stranamente, però, non scendeva, sfidando ogni legge di gravità.
Mentre quella di destra era completamente svuotata.
Al centro del muro, perfettamente levigato, era dipinto un orologio, dalle lancette nere.
Quella dei secondi, si spostava, in senso orario, come se fosse animata da chissà quale forza.
Al tocco della sua mano, il quadrante iniziò a ruotare, dapprima lentamente e poi sempre più velocemente, ingoiando le lancette ed i numeri, in un vortice senza fine.
Potevo scorgere, al suo interno, una spirale, costituita da curve bianche alternate a quelle scure.
Tutto girava vorticosamente.
"Entrate qui dentro ed aspettatemi.
Nessuno potrà vedervi al Centro di Crono.
A Isadora non è permesso raggiungere questo luogo, quindi non scoprirà mai che siete qui.
Penserà solo che siate fuggiti.
Non voglio nemmeno immaginare la sua ira quando se ne accorgerà.
Addio.".
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Antiqua - Insania 3°libro della saga di "Antiqua"
Fantasía74° in classifica "Fantasia" il 13/04/2017. La vita tanto sospirata da Angie, insieme a Juan e a sua madre, sembra fuggire via, come inseguita da strani spettri bianchi, inafferrabili...Si allontana, assieme alla speranza di poter dimenticare ed and...