Capitolo XVII° Il binario viola - parte prima

30 7 17
                                    

Mi sentii persa.

Colui che aveva accompagnato i miei pensieri con i suoi, infallibili e rassicuranti, si era, volontariamente, sacrificato, per me.

Colui che, fino ad allora, mi aveva dato la forza di andare avanti, era svanito attraverso quel portale.

Ero, di nuovo…

Sola.

Credevo che a quel punto,  Isadora dovesse bere anche dal calice della vendetta contro di me.

Non mi avrebbe mai lasciato andare, senza assaporarlo.

La perfidia in persona, quindi, si rivolse verso di me.

Non aveva intenzione di perdere neanche un attimo della sua vittoria.

Sorrise beffarda.

Compiaciuta.

Felicemente appagata dalla mia reazione.

Delirio non le aveva dato soddisfazione alcuna.

Ma io, purtroppo, si.

Il coraggio che avevo dimostrato nei nostri passati incontri, mi veniva a mancare.

Dopo l’uscita di Delirio, mi sentivo più fragile.

Lei lo aveva predetto.

Come se traessi energia dal vigore del Re del Popolo delle Tenebre.

Stranamente ero stata più temeraria, in passato, quando non avevo avuto, al mio fianco, il sovrano del lato oscuro della Voragine Nera.

Non capivo il perché.

Ma dovevo cercare di reagire.

Avrei dovuto, perlomeno, cercare di emulare l’orgoglio, fiero e potente di Delirio.

Ma, troppi erano i cadaveri che avevano solcato il mio animo…

I loro fantasmi erano presenti, continuamente nei miei pensieri.

Tornavano a farsi sentire i dolori, troppo recenti e terribili.

Per Delirio era diverso.

Aveva perso solo me.

E  aveva  pianificato ogni momento.

Concertato in un piano perfetto.

Io ero in preda all’ignoto, che mi aspettava.

Lui, invece, era perfettamente a conoscenza di quello che l’attendeva.

Isadora interruppe le mie considerazioni.

“ Sai, dovresti imparare da Delirio e da me.

È in questo modo che un vero re si congeda.

Orgoglioso.

Con coraggio.

Non con lo sguardo smarrito come il tuo.

Ma…

D’altronde, che cosa dovrei aspettarmi da un essere talmente inferiore ?

Ancora devo spiegarmi che cosa abbia visto in te il Sovrano del Popolo delle Tenebre.

Resterà, sempre, un mistero, per me “.

L’odio lasciava posto al disprezzo.

“ Ti rendo il tuo debole corpo “.

Sentii riprendere, poco alla volta, il possesso di ogni fibra del mio essere.

Ma fu per poco tempo.

Quella strega non aveva ancora smesso di divertirsi.

E, vigliaccamente, lo faceva nell’istante, in cui sapeva che il re uscente non era più lì, a difendermi.

Delirio non glielo avrebbe mai consentito.

“ Addio per sempre.

Infimo essere.

Pallida imitazione di ciò che dovrebbe essere una regina.

Ed ora striscia.

Come è giusto che sia nella tua natura.

Come un lurido verme, che dimora la terra che ha visto i tuoi miseri natali “.

Sentii le gambe, di cui avevo appena ripreso il controllo,  piegarsi, nuovamente.

E le forze cedere completamente.

Quel mostro doveva infliggermi l’ultima delle umiliazioni.

Non era ancora soddisfatto.

Mi ritrovai sul pavimento.

Senza avere più il dominio degli arti inferiori.

Cercai di allontanarmi, facendo leva sulla forza delle braccia.

Arrancando con le mani.

Mi sentivo trasformata davvero in un invertebrato.

A cui non rimane che trascinarsi, cercando un riparo.

Fuggendo da qualcuno molto più forte di lui.

Contro il quale non può vincere.

“ Sei così patetica “.

E rise, emettendo lo stesso sgradevole suono di quando era trasformata in Caos.

Esattamente lo stesso modo di ridere.

Sguaiato e fragoroso.

Isadora stava, lentamente, operando la sua metamorfosi nel corpo di mio fratello.

Noah si stava tramutando nel Caos, che, purtroppo, conoscevo bene.  

L’avevo già visto in azione.

Si stava riappropriando  di tutti i suoi antichi poteri.

Certo il corpo di mia madre, cinquantatreenne, non glielo avrebbe mai permesso.

Ma quello, forte ed atletico di un ragazzo di ventidue anni…

Quello sarebbe stato certo un’altra cosa.

Antiqua - Insania 3°libro della saga di "Antiqua"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora