CAPITOLO 1

48.7K 1.4K 522
                                    

SEGUITE IL MIO PROFILO WATTPAD, PER RIMANERE AGGIORNATI SULLE COMUNICAZIONI DELLE MIE STORIE.
⚠️⚠️ Voglio specificare una cosa. Le mie storie trattano temi di mafia, la parola mafia è delinquenza e modo sbagliato di vivere, la mafia è il MALE e se volete trovare storie d'amore zuccherino  e panna avete sbagliato storia.
Nessuno dice che i matrimoni o le relazioni descritte  nei miei libri siano amore o altro ma è il loro modo di vivere,  sono le loro regole mafiose. Quindi voglio darvi un consiglio; se volete leggere  la storia perfetta d'amore rispetto ecc, tenetevi lontano dalle storie di mafia.

DAMIEN

Sento delle voci e delle urla, ma la mia testa è troppo fuori uso per capire cosa stia succedendo.

Quando apro gli occhi sono nella mia villa in Albania, con la mia fidanzata e promessa sposa Layla, che mi strattona e mi chiama.

«Damien cazzo! Svegliati!»

«Che c'è?» chiedo assonnato, ho ancora la bocca impastata di quella merda che abbiamo sniffato ieri sera e dell'alcool che abbiamo bevuto.

«Mio padre ci ha sorpresi.»

«E allora?»

«Damien, cazzo!» Tira il piercing che ho sul capezzolo, la prendo per il collo, la strattono forte e la premo contro il cuscino.

«Non farlo mai più stronza.»

«Damien, smettila.» Tony, il mio migliore amico, interviene, c'è anche lui nel letto insieme a noi. Non sono geloso della mia futura moglie, in realtà mi piace moltissimo vederla con altri, forse non la amo, ma le nostre famiglie hanno concordato questo matrimonio.

Mi alzo stranito, prendo un bicchiere d'acqua, guardo Layla e lei resta in silenzio, con il viso basso ricoperto dai suoi capelli biondi. Una cosa che mi ha insegnato mio padre, fin da quando ero piccolo, è che la donna deve rimanere sempre in silenzio e obbedire a noi uomini, mariti o fidanzati. Non tutti la pensano così, ma mio padre è un dittatore ed io gli somiglio molto, l'unica donna a cui porto rispetto è mia madre. Non sono un tipo che picchia le donne, ma esigo il dovuto rispetto, quello che mi sono guadagnato.

«Senti Damien, Josh il padre di Layla, era furioso quando ha visto questa scena e ora sta litigando con tuo padre», afferma il mio amico.

«Cazzi loro, io ho sonno.» Mi rimetto a letto e crollo addormentato.

Quando mi sveglio sono solo, mi tiro su con il busto e di fronte a me c'è il grande Alan Nicosia, mio padre.

«Alzati, fai una doccia e raggiungimi in ufficio», non rispondo, perché lui è l'unica persona che temo. Esce dalla mia stanza e io mi alzo fissando a terra il tappeto persiano rosso, che mia madre ama tanto. È sporco di fazzoletti, canne e bottiglie vuote di alcol, la stanza mi rispecchia perfettamente in questo momento, solo spazzatura. Sono Damien Nicosia, figlio di Alan e Dalia Nicosia. Ho ventinove anni, sono l'erede del più grande boss mafioso albanese. La copertura della mia famiglia è l'edilizia, risultiamo degli imprenditori, ma in realtà gestiamo droga e traffico di armi che poi vengono acquistate da altre nazioni. In alcuni quartieri ho dei locali, dove si vende coca e ci sono giri di prostituzione. Tutti temono me e la mia famiglia, non c'è mai stato nessuno che abbia osato rispondermi male o farmi un torto.

Mi alzo e sposto le lenzuola di seta bianche, guardo l'immensa camera che sembra un appartamento. Il letto è posizionato al centro della stanza e ai lati ci sono dei mobili di mogano con maniglie d'oro. Ho sempre avuto tutto dalla vita: donne, soldi e macchine nuove, ma ho faticato moltissimo per avere tutto ciò, non puoi scappare da Alan Nicosia e non puoi volere una vita diversa.

LA MIA LUCE #1 VOLUMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora