CAPITOLO 13

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DAMIEN

Torno al nightclub e inizio a bere, fumare e sniffare.

Che cazzo è successo? Perché ho reagito così? Quando dallo specchietto ho visto Dominick toccare Luce sotto la gonna ho perso il controllo, volevo ucciderlo!

«Ciao.» La guardo ma non la vedo realmente.

«Ti ricordi di me? Sono Sara.» Fisso solo le sue gambe, mi alzo dal mio posto.

«Andiamo.» La prendo per il braccio e l'accompagno in un angolo del locale.

«Ma, vuoi farlo qui davanti a tutti?»

«Nessuno ci farà caso.» Sto straparlando, non mi rendo conto né di ciò che dico né di quello che faccio, perché sono strafatto. Voglio essere il solito Damien, quello cattivo, violento e senza alcun punto debole, voglio eliminare dalla mia mente la piccola Luce.

La volto di spalle e metto la mano sulla sua testa premendola contro la parete. Sento che la ragazza si lamenta, mi chiede di smetterla perché le sto facendo male, ma non l'ascolto e continuo lasciandola poi sola in un angolo buio del locale.

«Sei un fottuto animale!» urla contro di me.

LUCE

Mi giro e rigiro nel mio letto, ripenso a Damien, l'uomo che mi ha fatta sua poche ore fa, mi sono sentita così desiderata, era così sensuale e virile. Appoggio una mano sul cuore che batte forte. Non posso provare questo per lui, non posso. Quando chiudo gli occhi, vedo il suo volto contratto dalla passione e il piacere che ha avuto dal mio copro.

Ripenso all'aggressione contro Dominick e inizio a farmi delle domande: perché ha reagito così? Era geloso? No! Impossibile!

Con questi pensieri mi addormento.

Quando mi sveglio, sento i miei genitori discutere in cucina, li raggiungo.

«Cosa succede?»

«Sono arrivate bollette e tasse da pagare.» Mi siedo vicino mio padre e leggo le bollette, purtroppo per il forno non avevamo l'assicurazione e siamo scoperti in tutto.

«Papà troveremo una soluzione.»

«E quale tesoro?»

Non rispondo, non voglio che mio padre si preoccupi per me, in fondo io ho un lavoro, non so in che ambito, ma ho un lavoro in quel nightclub, l'ho guadagnato ieri sera.

Esco di casa e noto l'auto di Luca venire verso di me. Scende dalla vettura e sembra adirato.

«Chi cazzo era quello di ieri sera che ti ha scopata?» Mi afferra per il braccio.

«Non mi ha scopata nessuno, mollami!» Lo strattono.

«Luce dove vai?»

«Luca, io devo essere assunta al nightclub.» Spalanca la bocca sconvolto.

«E cosa vuoi fare? La puttana?»

«No, voglio lavorare e guadagnare, posso servire ai tavoli, lavare piatti.»

«Posso mantenerti io.»

«Smettila, io devo lavorare e trovare mio fratello, capire che fine ha fatto.»

«Mi dispiace, ma da quando è arrivato Damien è lui a gestire tutti gli affari.» Sbuffo.

DAMIEN

Apro gli occhi, sono in una stanza del nightclub, sento Tony che caccia le due ragazze che sono nel letto con me, ho la testa pesante, mi alzo con il busto e accendo una sigaretta.

Lo guardo e strofina le mani sul volto.

«Passami le mutande», affermo serio. Apre il cassetto e lancia un paio di slip contro di me.

«Dominick ha il setto nasale e due costole rotte.»

Non rispondo e aspiro il fumo.

«Damien, che cazzo succede?» Lo guardo e sorrido.

«Niente, perché?»

«Sei diverso.»

«Diverso? Guardami, sono sempre io, mi scopo anche l'aria che respiro e sono soddisfatto della mia vita.» Sorrido, mi alzo e inizio a vestirmi.

«Ieri sera, ho portato Luce a casa.» Le mie spalle si irrigidiscono solo a sentire il suo nome e forse Tony si rende conto di tutto ciò.

Mi sento strano, non ho mai provato questo senso di impotenza solo sentendo un nome.

«Damien, tra qualche mese torneremo in Albania e tu sposerai Layla.»

«Perché mi stai dicendo questo?»

«Solo per ricordarti i tuoi doveri.»

«Non serve che mi ricordi nulla, sono stato chiaro?»

«Va bene, allora voglio farti una domanda, perché hai picchiato in quel modo Dominick?»

«Non lo so, forse avevo fumato troppo, mi infastidiva quel caos in auto.»

«Per fortuna, ero convinto che tu fossi geloso di quella ragazzina.»

«Io non so cosa voglia dire la parola gelosia.» Mi sta provocando, lo conosco molto bene.

«Sono contento di sentirti parlare così, prima di partire e tornare in Albania mi piacerebbe farmela.» Mi volto e prendo l'acqua.

«Non c'è problema!» affermo serio.

«Bene, allora io scendo sotto, i clienti iniziano ad arrivare.»

«Ti raggiungo tra poco.»

LA MIA LUCE #1 VOLUMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora