CAPITOLO 5

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DAMIEN

Fisso l'orologio a pendolo nella villa dei Castro. Sono le undici di sera e nessuno della famiglia Neri ha portato i soldi, indosso un giubbotto con un berretto.

«Andiamo!» esclamo con autorità a Tony.

«Sei sicuro? Non hai il permesso di Sebastiano.»

«Io non devo chiedere il permesso a nessuno! Qui le cose devono cambiare!»

«Va bene andiamo.»

Saliamo in auto e passo davanti alla piazzetta dove noto Luce che è in piedi vicino a Luca e altre ragazze, accelero e arrivo davanti al forno.

Tony inizia a versare benzina davanti all'entrata. Fisso per un attimo quel posto, poi prendo l'accendino e in un momento tutto si trasforma in una palla di fuoco.

LUCE

«Devi smetterla.» Sorrido a Luca, in fondo a noi ragazze piace essere corteggiate, Elisabetta sorride. In lontananza vedo mio fratello che corre verso di me.

«Tommaso che succede?»

«Il forno, sta andando a fuoco.»

«Cosa?» urlo, mi volto verso casa mia e vedo del fumo nero, inizio a correre per la piazza. Luca e gli altri ci seguono. Arrivo davanti al negozio, metto una mano sulla bocca, mio padre è inginocchiato per terra e piange, mia madre l'abbraccia, guardo Luca, sono scioccata e sconvolta.

«Io ti giuro che non c'entro niente», dice serio, ma non lo sto ascoltando perché davanti a me vedo l'inferno, le fiamme continuano ad alzarsi e poi sentiamo un altro rumore fortissimo, un'esplosione che proviene dal garage, corriamo lì, l'auto di mio padre sta andando a fuoco. Ho dei mancamenti e Luca mi sorregge, non riesco a tenermi in piedi, chiudo le palpebre e non ricordo più nulla.

Quando apro gli occhi, nella mia piccola camera c'è Elisabetta che stringe la mia mano. Mi guardo intorno con la paura che mi abbiano tolto anche un posto dove stare, ma sono sempre qui, sotto il mio piumone rosa.

«Cos'è successo?»

«I tuoi genitori e tuo fratello sono andati in caserma. I vigili del fuoco hanno spento le fiamme.»

Mi alzo dal letto e guardo la mia stanza piccola e spoglia, ho solo un armadio color noce e una scrivania che usavo per studiare. Raggiungo la sala, sperando di trovare qualcuno, ma non c'è nessuno, mi siedo sul divano e aspetto il rientro della mia famiglia. Quando rientrano sono tutti scioccati.

«Papà li avete denunciati?» Tommaso mi guarda e fa segno di no.

«Perché?» urlo.

«Perché non si può.»

«Maledizione papà, ci hanno messo in ginocchio, al tappeto, come facciamo senza un lavoro? Senza macchina?» Inizio a piangere.

«Tesoro, loro sono potenti.» Asciugo le lacrime e indosso le scarpe.

«Dove vai?»

«Sono stanca», urlo piangendo, apro la porta di casa, Elisabetta mi segue.

«Dove vuoi andare?»

«Il locale che ha aperto Luca, dove si trova?»

«Perché vuoi saperlo?»

«Perché Luca ha detto che l'ospite d'onore era Damien Nicosia.»

«E quindi?» chiede Elisabetta.

«Insomma, vuoi aiutarmi? Dove si trova questo locale?» Elisabetta sospira.

«Dobbiamo prendere l'autobus.»

LA MIA LUCE #1 VOLUMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora