CAPITOLO 7

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LUCE

Sono nella caserma, il maresciallo La Rosa mi ha fatta chiamare, mi siedo su una delle tante sedie consumate e attendo.

Arriva e si siede di fronte a me, prende dei documenti e li apre. Non ha un computer vero e proprio, ha ancora quei computer vecchi bianchi e la scrivania è marrone, a tratti opaca, vecchia di almeno di vent'anni. Fisso il maresciallo, un uomo di cinquant' anni, con capelli brizzolati grigi e occhiali da vista.

«Mi hanno detto che hai aggredito Damien Nicosia davanti a tutti e lui non ha reagito, è vero?»

«Si è vero.» Lui scrive tutto quanto su un taccuino.

«Luce ascoltami bene, questa mattina sono venuti i tuoi genitori a denunciare la scomparsa di tuo fratello.»

«Cosa?» chiedo sconvolta.

«Tommaso è andato nella palestra di Nicosia e non ha più fatto ritorno.»

«Oh...mio Dio...»

«Calmati, non è detto che gli abbiano fatto del male, ma i tuoi genitori e l'intera popolazione lo teme, come temono i Castro, denunciali tu.» Denunciarli? E cosa ci guadagno a denunciarli? Se mio fratello è ancora vivo possono fargli del male.

Abbasso lo sguardo. C'è solo un modo per entrare nel loro mondo, mi alzo e vado verso l'uscita.

«Luce, aiutami». esclama il maresciallo, ma esco senza dargli ascolto. Purtroppo, Tommaso sta studiando per diventare finanziere ma è sempre stato attratto dal mondo mafioso. Molte volte ha chiesto a Luca se poteva lavorare per lui, questo non posso dirlo ai miei genitori, devo scoprire dove si trova mio fratello. Torno a casa ed entro nella sua camera.

Inizio a frugare tra le sue cose e noto che per mesi ha collezionato vari articoli riguardanti la famiglia Nicosia, perché? Dentro un altro cassetto trovo una pistola e inizio a farmi mille domande, cosa sta succedendo? Che legame c'è tra Damien Nicosia e mio fratello?

Mi chiudo nella mia stanza e noto lampeggiare il mio cellulare, un messaggio di Tommaso.

"Sto bene, non cercatemi, mi farò sentire io" Ma cosa significa?

DAMIEN

«Questo tipo di prestazione attira i clienti. Nei miei locali sbanchiamo con questo metodo», dico a Sebastiano. Sono nel suo ufficio, seduto dietro la sua scrivania, su una poltrona nera di pelle.

«Quindi tu dici di mettere le ragazze in vendita, tipo un'asta?»

«Non solo, l'asta per arrivare a sfidarsi a carte, dove si scommetteranno altri soldi e se anche allora non dovesse esserci un vincitore passeremo alla partita a scacchi, tutti avranno nella propria stanza un computer dal quale puntare e giocare.»

«Meraviglioso e sei sicuro che possa funzionare?

«Certamente, useremo ragazze consenzienti che fanno le prostitute per lavoro, noi offriamo loro delle camere e i vari clienti faranno delle offerte, chi punta più in alto avrà la ragazza. I clienti avranno la massima privacy quando faranno quest'asta a gioco, saranno tutti in stanze diverse con vari monitor, mentre la donna sarà nella camera ad attendere.» «Perfetto, va benissimo.»

I giorni seguenti inizio i progetti per la costruzione delle camere e in poche settimane tutto è pronto. Le stanze non sono grandi, ma molto gradevoli, le pareti sono rosse come anche la biancheria, al centro della stanza c'è il letto e uno specchio sopra la parete. Questo metodo fa guadagnare moltissimo ai Castro e mio padre si è complimentato con me.

È sabato sera e siamo seduti sui divanetti, la musica e bassa, è ancora molto presto per l'asta.

«Damien, c'è una persona che chiede di parlare con te», dice Antonio, un buttafuori. Alzo lo sguardo e vedo Luce. È completamente fuori luogo, indossa un jeans chiaro e una maglietta a maniche lunghe blu, ha lasciato i capelli sciolti e non ha un briciolo di trucco.

«Che vuoi?» chiedo scontroso.

«Un lavoro.» La fisso e scoppio a ridere attirando l'attenzione dei miei amici che non mi vedono mai ridere così tanto.

«Vai a casa mocciosa», dico serio

«No, uno stronzo ha dato fuoco al mio panificio e non ho un lavoro, quindi assumimi.»

LUCE

Appoggia il braccio sul tavolo, mettendo in risalto i suoi muscoli coperti dai tatuaggi, la canottiera bianca che indossa è attillata sottolineando i tanti addominali.

«Qui assumo solo puttane

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«Qui assumo solo puttane.» Lo dice in tono dispregiativo, metto le braccia ai lati dei miei fianchi.

«E tu non faresti effetto a nessuno dei miei clienti.»

«Va bene, l'hai voluto tu.»

Vado verso un tavolino e salgo sopra, inizio a ballare a ritmo della musica, indosso dei jeans e una maglietta a maniche lunghe e in modo sensuale muovo i fianchi attirando le urla dei vari uomini all'interno del locale, ma io guardo lui che si alza dal suo posto e si avvicina al bancone senza mai togliere il suo sguardo dal mio corpo. Tolgo la maglietta rimanendo con una canottiera bianca e con un gesto sensuale la lancio contro di lui, che la lascia cadere a terra.

Viene verso di me e si mette sotto al tavolo, la musica viene interrotta, mi sorride con sfida e poi guarda i clienti.

«Questa sera ci sarà lei all'asta e al gioco delle carte.» Tutti urlano. Asta? Gioco delle carte?Quale asta? Scendo dal tavolo e vado verso di lui.

«Quale asta e gioco?»

Accende una sigaretta.

«Hai detto che vuoi lavorare per me? Bene ti ho assunta, questa sera mi farai guadagnare tantissimo.»

«Cosa devo fare?» chiedo spazientita.

«Loro faranno delle offerte o scommesse al gioco per scoparti.» Spalanco la bocca sconvolta.

«Prendere o lasciare tesoro.» Non posso rifiutare, ma non andrò con un porco. Sono sicura che chi pagherà tanto per avermi sarà un uomo ricco, padre di famiglia, lo minaccerò dicendogli che si mi sfiorerà lo denuncerò.

LA MIA LUCE #1 VOLUMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora