CAPITOLO 3

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⚠️⚠️ Voglio specificare una cosa. Le mie storie trattano temi di mafia, la parola mafia è delinquenza e modo sbagliato di vivere, la mafia è il MALE e se volete trovare storie d'amore zuccherino  e panna avete sbagliato storia.
Nessuno dice che i matrimoni o le relazioni descritte  nei miei libri siano amore o altro ma è il loro modo di vivere,  sono le loro regole mafiose. Quindi voglio darvi un consiglio; se volete leggere  la storia perfetta d'amore rispetto ecc, tenetevi lontano dalle storie di mafia. Perché la mafia è il male e non l'amore.⚠️⚠️⚠️

DAMIEN
«Ciao mamma.» Abbraccio mia madre.

«Damien mi raccomando non fare danni in Italia.»

«Stai tranquilla mamma.» La bacio sulla guancia.

Mi volto e fisso mio padre che non saluto. Insieme a Tony e Dominick, i miei migliori amici, partiamo per un paese a noi sconosciuto, l'Italia. Fortunatamente sono andato all'università e ho imparato molte lingue, tra cui l'italiano.

Sull'aereo chiudo gli occhi addormentandomi e quando mi sveglio mi accorgo che siamo arrivati, e scendiamo dall'aereo. Indosso una canottiera nera attillata e un pantalone chiaro, non capisco perché tutti mi guardino come se fossi un alieno, forse per i miei vari tatuaggi, indosso gli occhiali da sole.

«Chi viene a prenderci?»

«Il figlio di Castro.»

«E come lo riconosciamo?»

«Sarà lui a riconoscere me.»

LUCA

Arrivo in aeroporto con la mia Audi nera, dietro di me ci sono altre due auto, una la guida Nicolas e l'altra Andrea, scendiamo e tolgo gli occhiali da sole.

«Come lo riconosciamo?»

«Mio padre ha detto che non sarà difficile riconoscerlo.»

«Cazzo! Guarda quello!» esclama Nicolas. Mi volto e guardo dalla parte indicata dal mio amico, c'è un ragazzo alto con gli occhiali da sole, pieno di tatuaggi e la postura da duro.

«Deve essere lui.» Mi avvicino con i miei uomini.

«Ciao, sono Luca.» Porgo la mia mano e lui invece di stringerla mi porge la sua borsa.

«Sono dieci minuti che aspetto», afferma stranito. Guardo i miei amici e poi passo a uno di loro la borsa, lui senza dire altro, sale sulla mia auto sul sedile davanti.

«Scusatelo a volte è stronzo, io sono Tony.» I suoi amici sono gentili e si presentano.

Entro in macchina e lo fisso.

È in silenzio, apre il finestrino, ''brutto stronzo coglione, adesso ti faccio vedere io. 'Metto in moto l'auto e inizio ad accelerare sempre di più. I miei amici non riescono a starmi dietro, con loro ci sono gli amici di Damien, sono certo che se la stia facendo sotto dalla paura.

«Fermati!» La sua voce è forte e dura.

«Perché?» chiedo divertito.

«Ho detto fermati!» Fermo la macchina.

«Voglio guidare io!»

«Prego.» Sorrido e ci scambiamo i posti, lui toglie gli occhiali da sole e seleziona l'indirizzo di casa mia sul navigatore. Quando parte, sento il motore andare su di giri e la macchina scattare in avanti.

Che cazzo fa? Inizia a correre e sgomma, istintivamente stringo le mie mani ai bordi del sedile per reggermi.

DAMIEN

"Pensava sul serio di spaventarmi? Povero coglione! Non ha minimamente idea con chi a che fare, io non ho paura di niente e nessuno." Le strade della Calabria sono strette e io accelero di più.

«Cazzo, rallenta che fondi il motore della macchina.» Mi intima Luca con voce impaurita.
Freno di scatto davanti a un cancello scorrevole che viene aperto da un uomo, non hanno nemmeno i cancelli automatici.

Scendo dall'auto e noto del brecciolino a terra per tutta la superficie del terreno.

Un uomo grassottello si avvicina a me.

«Ragazzo mio sono molto onorato di averti qui. Io sono Sebastiano Castro.» Un lecca culo di mio padre, ma evito di dirlo, mi saluta stringendomi la mano e baciandomi sulle guance.

«Spero che mio figlio si sia comportato bene.»

«Meravigliosamente.» Sorrido.

«Vieni, entra, i tuoi compagni?»

«Devono ancora arrivare, abbiamo un po' corso con la macchina.»

Entro in casa e la trovo molto semplice e carina. Ci sono dei lampadari a candela e un colore strano sulle pareti, sembra un lucido particolare, i divani sono in pelle e i pavimenti di marmo. La signora Anna Castro, la moglie di Sebastiano è molto gentile e cortese. Sul tavolo trovo tutto apparecchiato con tantissime prelibatezze calabresi.

«Spero che tu abbia fame, ho preparato tutti piatti calabresi piccanti.»

«Adoro la cucina italiana», affermo.

Dopo mezz'ora i miei amici arrivano e ci sediamo tutti a tavola, parlano di un nuovo locale che hanno appena aperto, una specie di nightclub.

«Sei passato dal panettiere?» Sebastiano si rivolge a suo figlio e stranamente in tavola cala il silenzio, lo sguardo di Luca si accende.

«Papà ascoltami, Bruno Neri ha chiesto un altro mese di tempo.»

«Ma come cazzo ti viene in mente? Spero che tu abbia rifiutato, vero?» Luca abbassa lo sguardo.

«Cazzo! Che figlio idiota! E tutto per quella troia che neanche ti scopi.» Mi viene da ridere. Che razza di coglioni sono queste persone, mandare a puttane un affare per una donna, guardo Tony e Dominick, anche a loro viene da ridere.

«Se si spargesse la voce che siete clementi con chi non rispetta le scadenze perdereste di credibilità», affermo serio, i due mi guardano.

«Hai ragione Damien.»

«Sebastiano stai tranquillo, risolveremo tutto, mio padre mi ha mandato qui per questo no?» parlo con Sebastiano ma fisso Luca.

«Vi avviso, i Neri non si toccano», urla Luca adirato, sbatte la sedia ed esce fuori seguito dai suoi amici, fisso Bruno.

«Purtroppo ha perso la testa per la figlia di Bruno Neri.»

«Le donne, la nostra rovina.» Alzo il bicchiere con il vino rosso in segno di pace e Sebastiano sorride.

LA MIA LUCE #1 VOLUMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora