CAPITOLO 8

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«Supera questa prova e verrai assunta.»

«Accetto!» dico sfrontata.

«Bene piccola Luce, vai con Tina.» Lui fa schioccare le dita e una donna bellissima con una tuta attillata, di pelle nera, viene verso di me.

«Preparala per l'asta, la voglio vestita di bianco.»

Damien inizia a dare ordini. Mi viene ordinato di seguire Tina, entriamo in una stanza con delle pareti rosse, un letto al centro e uno specchio in alto sopra al soffitto.

«Dove lo trovo adesso io un intimo bianco? Di solito li chiedono neri o rossi, ora lui lo vuole bianco.» Si lamenta e inizia a tirare fuori di tutto da un cassetto marrone posizionato al lato del letto.

«Indossalo.»

«Grazie, ma...»

«Niente mah, non ho tempo, sbrigati!» Mi volto, inizio a spogliarmi, indosso questo intimo e poi una vestaglia di seta bianca sopra, Tina inizia a spazzolarmi i capelli, entra un'altra ragazza, con dei trucchi in mano.

«No, il grande capo ha detto niente trucco.»

«Va bene.» Finiscono di pettinarmi e usciamo dalla stanza, camminiamo di nuovo in un lungo corridoio, le luci sono basse e rosse, sembra tutto molto inquietante, infine entriamo in una camera dove ci sono solo specchi.

«Mettiti al centro, starai qui in piedi, dietro questi specchi ci saranno i nostri clienti che cominceranno l'asta. Ci sono dieci pulsanti rossi, qui vedrai la cifra che offrono per te e quando si ferma, si sfideranno a carte, e se si va avanti a scacchi, puoi vedere tutto su quel monitor. Quando tutto sarà finito vorrà dire che è stato deciso il tuo partner che poi aspetterai in un'altra stanza. L'ottanta per cento del guadagno andrà a Damien, l'altro venti lo prenderai tu.» Non ci sto capendo nulla, ma quando resto sola l'ansia mi assale. Forse ho fatto una stupidaggine e c'è solo un modo per uscirne, chiamare Luca, compongo il suo numero. «Luca?»

«Non dire nulla, so già tutto ma che cazzo ti salta in testa?»

«Lo so, volevo solo...» Non posso dirgli di Tommaso.

«Luca, aiutami ti prego!» Inizio a sentirmi male, ho paura.

«Tranquilla, partecipo all'asta e al gioco delle carte, quindi non preoccuparti.»

«Grazie.» Interrompo la telefonata e appoggio il cellulare sul comodino. 

Sobbalzo quando la luce si abbassa. Sono in mezzo a questa stanza e una piccola luce a led ispeziona tutto il mio corpo. Le luci rosse si accendono e partono con cinquanta euro, guardo fissa i vari display a destra e sinistra e resto sconvolta perché si arriva a dieci mila euro. Alcuni clienti iniziano ad abbandonare, ne restano tre che arrivano a venticinque mila euro, poi restano in due, appoggio la mano al cuore che sta battendo fortissimo. Arrivano a cinquanta mila e a sessanta mila, si accende un monitor appeso alla parete che mostra una partita digitale di poker, puntano molti soldi, poi un altro monitor si accende dove si può vedere una partita di scacchi, altri soldi vengono puntati, la partita dura quasi un'ora fino a quando uno dei due si ferma, ho paura, sono terrorizzata, ma so che Luca non si arrenderebbe mai e che lui è ricco, certo delle cifre così sono davvero alte. La luce si alza, Tina entra e mi ordina di seguirla. Arriviamo davanti ad una porta, la apre e resto meravigliata dal lusso della stanza.

«Accidenti! È la prima volta che si arriva ad una cifra così alta per il gioco delle carte e l'asta!»

«Tu sai chi l'ha vinta?» chiedo impaurita.

«No! Non si può sapere chi sono gli uomini dell'asta e del gioco, c'è molta privacy, neanche loro sanno contro chi si sfidano, per le partite con le carte giocano online,  posso dirti che ci sono stati due uomini che hanno combattuto fino all'ultimo centesimo per te!» lo dice in modo divertito, come se questo dovessi farmi sentire importante.

«Sei fortunata.»

«Cosa?»

«Di solito si usano altre stanze, questa è nuova mi hanno ordinato di portarti qui.» Resto sola, guardo i tappeti persiani a terra e il letto placcato di oro, c'è un grosso armadio di massello, le plafoniere sono d' oro puro, che razza di gusti strani. Sono impaurita, dentro una stanza che non è mia e seminuda, spero che Luca mi porti dei vestiti.

La luce si abbassa lasciando accesa una lampadina a led che rilassa gli occhi.

Sento dei passi, mi abbasso per prendere il mio telefono e sento la porta aprirsi.

«Luca, finalmente, hai portato i miei vestiti?» Mi volto, il mio cellulare mi scivola dalle mani, i suoi occhi freddi incrociano i miei.

«C...cosa fai qui?» chiedo con un filo di voce, ma lui non risponde, inizia a camminare verso di me, mentre io indietreggio a ritmo dei suoi passi. Mi sento in trappola e tocco la parete con la schiena. Lentamente si avvicina, è di fronte a me, non riesco a guardarlo, osservo meglio e vedo la sua canottiera, appoggia le sue mani ai lati del mio viso e riesco a sentire il suo profumo virile, da uomo. Ho paura e mi manca il respiro, mi tremano le gambe.

LA MIA LUCE #1 VOLUMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora