CAPITOLO 4

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LUCE

La mia famiglia purtroppo non naviga nell'oro e compiuti diciassette anni ho lasciato la scuola per aiutare mio padre nel forno di famiglia.

Ieri sera ho fatto tardi in piazza con le mie amiche, verso le undici è arrivata quell'antipatica di Sara, lei mi odia, perché ha un debole per Luca, si vantava di averlo visto con un nuovo ospite, in realtà da ieri non si parla d'altro, si parla solo di lui, l'imprenditore Damien Nicosia, ospite dei Castro, la cosa mi spaventa moltissimo. Mi chiedo cosa ci possa fare un albanese da loro. Guardo l'ora, sono le otto e trenta del mattino, sistemo il pane nei vari reparti e poi vado verso la cassa ad accendere le luci.

Alzo lo sguardo e i miei occhi incontrano degli occhi verdi chiari, gelidi, che mettono soggezione.

«Buongiorno, cosa posso servirle?»

Guarda in aria verso il soffitto e poi le pareti, indossa una canottiera bianca e ha tutte le braccia e il collo tatuato, i capelli castano chiaro e ben pettinati, un piercing al naso

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Guarda in aria verso il soffitto e poi le pareti, indossa una canottiera bianca e ha tutte le braccia e il collo tatuato, i capelli castano chiaro e ben pettinati, un piercing al naso. Continua ad osservare il piccolo forno e poi analizza me, mi sento sotto esame.

DAMIEN

Sono in auto con i miei amici Tony e Dominick. Le strade della Calabria sono tutte piccole, in realtà sto visitando i vari paesi, devo ammettere che mi piace molto come posto.

«Sarebbe un posto meraviglioso se non fosse dimenticato dallo stato.»

«Fermati!» Ordino a Tony che sta guidando e si ferma davanti al forno della famiglia Neri. C'è una piccola insegna con la scritta forno che lampeggia di verde, la porta è piccola e la zona poco trafficata.

«Cosa vuoi fare?»

«Riportare ordine negli affari dei Castro.»

«Veniamo con te?»

«No, vado solo.» Scendo dalla macchina e apro la porta scorrevole del piccolo negozietto, dietro al bancone, c'è una ragazza che si alza e sgrana gli occhi quando mi nota, deve essere la figlia di Neri, la ragazza che ha fatto perdere la testa a Luca. Non è male, anzi è molto carina, capelli lunghi lisci e neri, occhi da gattina spaesata, un fisico esile ma con le forme giuste. Indossa un grembiule bianco e ha il viso sporco di farina.

LUCE

«Tuo padre?» La sua voce è profonda, calda e calma.

«Mio padre arriverà tra poco.»

Mette le braccia conserte e noto la tensione nelle sue braccia, non so perché ma sono spaventata.

«Posso esserle utile io?» Fa solo segno di no con il volto, ma non distoglie mai lo sguardo da me mettendomi in difficoltà.

Quando mio padre entra dalla porta, diventa pallidissimo nel notare questo ragazzo.

«Signor Nicosia è un onore per me averla qui.» Mio padre gli porge la mano e resto sconvolta quando questo mostro lo guarda dall'alto in basso e non ricambia il gesto. Noto l'umiliazione che sta provando il mio papà, vorrei urlare e piangere. I miei genitori hanno faticato tantissimo per aprire questo posto e, oltre a pagare le tasse, dobbiamo pagare questi mafiosi.

«Tesoro, hai offerto qualcosa a questo ragazzo?»

«No papà.»

«Perché non vai su in casa a preparare un caffè?»

«Sì.» Tolgo il grembiule.

DAMIEN

Quella ragazza toglie il camice, sotto indossa una magliettina rosa attillata che mette in risalto le sue forme, mi passa vicino per uscire e noto il suo sguardo di rabbia e sfida, nessuno si era mai permesso di guardarmi così, esce sbattendo la porta.

«La prego di scusarla, Luce è una ragazza un po' particolare.»

«Non sono qui per parlare di tua figlia.»

«Allora cosa posso fare?»

«I soldi! Sono qui per i soldi che dovete ai Castro.»

«Ho già preso accordi con Luca e...»

«Forse non ti è chiara una cosa.» Lo prendo per il collo e stringo forte.

«Questa sera tu andrai dai Castro e porterai quei soldi, sono stato chiaro?» Lo spingo con violenza a terra.

LUCE

Per tornare in negozio devo attraversare la strada, un'Audi R8 passa e si ferma per farmi attraversare, sorrido e alzo la mano per ringraziare, ha il finestrino aperto e noto che all'interno dell'auto c'è Damien Nicosia.

Corro al forno e trovo mio padre in piedi con il viso basso.

«Papà cosa succede?»

«Niente tesoro.»

«Papà, per favore dimmelo!»

«Nulla tesoro.»

Mi sorride, ma è molto triste.

La sera chiudo il negozio e vado al mio solito posto con le mie amiche dove c'è anche Luca, che resta con noi a parlare e bere.

LA MIA LUCE #1 VOLUMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora