Effettivamente, non mi eri ancora chiesta quante possibilità avevo di far pace con Nora Lewis.
E qualche giorno dopo la rissa la vidi intenta a mettere a posto i suoi libri nell'armadietto, ma notai la sua difficoltà e fu lì che pensai che avevo meno del 5% di probabilità di farci pace, ma per me il 5% era abbastanza.
-Lascia che ti aiuti- parlai quando le fui affianco e le presi i libri dalle braccia.
Lei si girò di scatto e prima guardò la mia mano fasciata e dopo mi guardò negli occhi.
-Lasciami stare, posso farlo anche da sola- rispose e cercò di riprendersi i libri ma la bloccai,
-Come no, ho visto che sei in difficoltà- lei osservò con i suoi occhi azzurri la mia espressione seria poi prese il suo zaino da terra, lo aprì e mi disse di mettere quei libri dentro.
Poi posò a terra lo zaino e mi diedi in mano altri libri, mise a posto qualcosa nel suo armadietto e riprese i libri per poi metterli dentro. Chiuse l'armadietto e afferrò il suo zaino iniziando a camminare.
-Si ringrazia- la seguì e lei sospirò,
-Grazie- sibilò a denti stretti e io sorrisi.
-Smettila di seguirmi, non hai lezione?-
-La lezione non è importante, come sta il tuo bambinone?-
-Albi? Albi sta bene ma ha difficoltà a giocare, spero ne siate felici- lei mi guardò con le sopracciglia corrugate e io alzai gli occhi al cielo,
-Quante storie, proprio un viziatello-
Nora Lewis mi diede una gomitata sulle costole e ridacchiai,
-Dai dillo, 'non chiamare Alberic in questo modo!'- imitai la sua voce e mi diede un leggero schiaffo sul braccio,
-La mia voce non è così! E smettila di prendermi in giro-
Io risi e lei sbuffò ancora, poi scendemmo le scale e lei andò davanti ad una classe,
-Sono arrivata, vattene ora- ringhiò lei e io sorrisi,
-Ci vediamo, salutami Alberic- Nora Lewis entrò nella classe e alzò il medio nella mia direzione.
Forse quel 5% era più del 5%.
•••
Jaxson Rivera alla fine aveva picchiato un primino per ogni giorno della settimana scolastica e il venerdì era arrivato.
So che Jaxson Rivera aveva paura ad entrare in casa di Mr. Harvey e rubare la sua amata bandiera, ma le regole sono le regole e lui non si tirò indietro.
Una delle regole che creò Richard era che uno dei tre fondatori, io o Richard o Aaron, dovevano accompagnare il novizio nella fantastica avventura dentro la casa di Mr. Harvey. Io non avevo nessuna voglia di rischiare la galera così scappai dalla casa di Richard prima di cena, così non sarei stata a sua disposizione.
Ero stata da lui tutto il giorno e lui mi disse che per le dieci e mezza Jaxson avrebbe rubato la bandiera e dopo baldoria.
Ottimo Rich, chiamatemi quando festeggiate.
Così mi ritrovai a camminare per raggiungere casa mia. E camminavo e camminavo in mezzo alle persone che avevano passato una giornata di shopping e che ora erano felici di tornare a casa soddisfatte.
Non avevo preso la macchina quel giorno, Richard mi era venuto a prendere con la sua e ora mi pento di non averla presa visto il freddo. Quando passavo davanti ai negozi aperti mi arrivavano le folate del riscaldamento ma poi il freddo arrivava come un pugno in faccia, di nuovo.
La mia giacca non teneva, dovevo comprarmene una più pesante o semplicemente potevo prenderne una da mio padre. Ma sono troppo pigra per tirare fuori tutte le giacche così preferisco congelarmi il culo.
Poi un ticchettio sulla mia spalla mi fece uscire dai miei pensieri e mi girai curiosa, eccola, Ashley Thompson con un sorriso genuino sul viso e il naso rosso dal freddo,
-Ciao Joha!- mi salutò felice e mi diede un brevissimo abbraccio,
-Torni a casa?- le domandai e lei annuì,
-Ho appena salutato Nora, stasera noi andiamo all'Haunt, tu che fai?-
L'Haunt era una discoteca che dava sulla spiaggia e la mio opinione era che i drink erano troppo annacquati , ma alla fin fine chi frequenta le discoteche sono scemotti che bevono per inerzia.
-Non ne ho idea, di sicuro usciamo ma potrei dire agli altri l'idea di venire all'Haunt- Ashley sorrise e io mi chiesi come potesse guardarmi in quel modo dopo che avevo picchiato Alberic Wilson con brutalità,
-Sarebbe fantastico! Magari ci incontriamo in mezzo alla folla e stiamo un po' insieme, ti do il mio numero così possiamo trovarci senza troppa fatica-
-Uhm... sì, ecco il mio telefono- presi il mio telefono dalla tasca e lo sbloccai per poi darglielo.
Lei lo prese e iniziò a digitare il suo numero e mi domandai del perché Nora non poteva essere aperta e gentile e simpatica come Ashley.
-Ecco a te, scrivimi stasera- e se ne andò facendomi l'occhiolino e per un attimo pensai che fosse lesbica o bisessuale, avrei potuto farci un pensiero sopra.
Ripresi a camminare e il mio telefono inizi a squillare, 'Richard', lessi sullo schermo e accettai la chiamata.
-Pronto?-
-Joha abbiamo avuto un problema-
-Di che tipo?- svolti a a destra in una viuzza buia e spopolata,
-Del tipo che stasera Ron ha un incontro al Fight Club e io non posso accompagnare Jaxson perché ho il ginocchio che mi fa male-
Il pomeriggio del giorno della rissa Rich si lamentò del male al ginocchio perché gli avevano dato un forte calcio, ora zoppicava quando camminava ed era sempre dietro a lamentarsi.
-Quindi mi stai dicendo che devo accompagnare Jaxson?-
-Sì-
-Mi dispiace ma no-
-Eddai Joha non fare così, fallo per il club-
Fanculo al club. Avrei voluto dire così ma avrei spezzato il cuore di Rich e alla fine accettai a denti stretti.
Al diavolo il Renaissance, Aaron e il suo maledetto Fight Club e a Jaxson Rivera.
Così tornai a casa e cenai, poi andai da Richard dove trovai Jaxson e Rich ci disse che appena rubata la bandiera dovevamo correre a casa sua.
Ottimo, mentre lui se ne sta in panciolle a me toccava rischiare la prigione. Prima di uscire di casa gli diedi un pugno nello stomaco e lui si piegò dal dolore,
-Perché l'hai fatto!- sbraitò e io gli dissi che al prossima volta doveva fare meno l'approfittatore.
La mia gentilezza era diventata una puttana per lui.
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Renaissance
Teen FictionJohanne Hedengaard faceva parte del club più esclusivo e violento e criminale di tutta Brighton, il famoso e temuto Renaissance. Dentro al Renaissance non tutto era rose e fiori però. I casini erano sempre dietro l'angolo e puntualmente Johanne Hede...