Scesi dalla macchina e la chiusi a chiave e poi mi avviai verso l'entrata della scuola.
Per me il lunedì mattina non era così tragico come tutti dicono, il punto è che tutti la prendono come una specie di morte del proprio io interiore, quando in realtà basta prenderla con calma, non avere la fretta e la preoccupazione che la frase 'il lunedì fa schifo' ti fa venire. Pensala di più come 'il lunedì è solo un nome, in realtà il lunedì è un giorno come un altro che noi etichettiamo come schifoso', basta pensare che il lunedì sia come il martedì e il mercoledì e il giovedì e tutti gli altri che non ho voglia di elencare. Per esempio tutti aspettano con ansia il venerdì perché il venerdì è bello ed è il preferito di tutti, niente scuola e niente lavoro, evviva! Ma il mio giorno preferito è il mercoledì perché sta al centro della settimana e perché pensi che manca poco al venerdì e manca molto al lunedì.
Alla fine bisogna prendere sempre le cose con calma, la fretta ci ammazza tutti.
Gli studenti della Longhill si scostavano anche se non dicevo niente e li ringraziavo mentalmente visto che non avevo voglia di spintonare qualcuno.
Aaron mi aveva mandato un messaggio dicendomi che c'era un terzino che voleva entrare nel club e che lo dovevo raggiungere ai tavoli esterni.
Così camminai fino ai tavoli esterni e vidi Richard seduto su una delle panche con Aaron da una parte e Marvin dall'altra, Zach era dietro di loro e Paul, Fitz, Ted, Denis e altri del club li circondavano.
Mi avvicinai e quando fiancheggiai Marvin mi salutarono tutti e guardai chi ci fosse seduto sulla panca opposta.
Un ragazzetto con un cappello con la visiera all'indietro e i capelli ricci e mori gli uscivano da sotto il bordo, aveva degli occhietti blu è un'espressione che sembrava si stesse per mettere a starnutire da un momento all'altro.
Proprio una faccia buffa. Certo, aveva una bella faccia ben curata e a prima vista la sua corporatura sembrava pompata, ma per me era tutto tranne che 'figo', con quell'espressione non riuscì dal trattenermi dal ridere e scoppiai in una fragorosa risata davanti alla sua faccia confusa,
-Joha che hai?- chiese Paul e io gli feci cenno di lasciar perdere,
-Chi è lui?- lo indicai e guardai Rich avvolto dalla sua gonfia pelliccia bionda,
-Jaxson Rivera, è quello che vorrebbe entrare nel club- rispose Aaron e io guardai il ragazzo il quale mi guardò,
-Americano?- domandai,
-Sì, mi sono trasferito da poco- il suo accento spiccato suonò e mi trattenni dal ridere di nuovo vista la sua solita espressione,
-Cosa hai scelto?- mi rivolsi a Richard,
-Gli diamo una possibilità- rispose il tinto di grigio e Jaxson sorrise,
-Da oggi dovrai picchiare uno del primo anno per ogni giorno della settimana e questo venerdì dovrai rubare una cosa infiltrandoti in una casa, ti spiegherò tutto più tardi in un luogo più sicuro, ci stai?-
Jaxson annuì e la campanella d'inizio lezione suonò. Guardai l'americano camminare verso l'entrata della scuola e ridacchiai di nuovo, chissà che faccia aveva quando stava per starnutire,
-Da dove è arrivato quello?- domandai a quelli del club,
-Boh, è venuto da noi chiedendoci se poteva entrare nel club- rispose Devis e annuì.
•••
Quando si trattava di fumare a noi non importava se eravamo nei bagni dei maschi o delle femmine, tanto non ci importava di chi entrasse per pisciare e di certo non avremmo fatto i guardoni.
Così quel giorno ci sedemmo contro al muro dei bagni delle femmine e iniziammo a fumarci un joint, io, Zach, Cornelius e il buon vecchio Teo.
Ma ormai eravamo così tanti nel club, certe volte non riconoscevo nemmeno subito le facce quando ci vedevamo perché molti membri stavano per le loro, facevano parte del club giusto per dire 'sì, faccio parte del Renaissance quindi non farmi incazzare'.
E poi quel Jaxson Rivera che è sbucato dal nulla chiedendoci se potesse entrare, al diavolo Jaxson non siamo mica una squadra di calcio, la storia di entrare nel club per me era roba vecchia ormai, ma Rich a quanto pare aveva ancora voglia di vedere i primini pestati.
E tra i pensieri e i colpi di tosse eravamo arrivati già a metà joint e mi sentivo già molto stonata, un fantastico lunedì mattina.
Ma proprio mentre stavo per far partire un po' di musica la porta del bagno si aprì e sobbalzai dalla paura visto che ero assorta nei miei pensieri.
Chiunque entrò sbuffò e camminò verso gli specchi. Zach mi diedi una botta sulla spalla e io alzai lo sguardo solo per vedere la bellissima Nora Lewis intenta a guardarsi il trucco allo specchio.
Quel giorno aveva il rossetto e se lo stava passando sulle labbra. Poi guardò me dallo specchio e io mi sentì esposta dal suo sguardo serio ma, a dire la mia, molto sensuale.
Ed ecco che nei miei pensieri nacque un'immagine perversa di cui Nora Lewis ne era la protagonista.
Nora Lewis tra le lenzuola accaldata e sudata.
Nora Lewis è deliziosa.
Nora Lewis con gli occhi al cielo dal piacere.
I gemiti di Nora Lewis.
Ma Nora Lewis ormai aveva finito di risistemarsi il trucco ed era pronta per andare a seguire di nuovo la lezione.
No Nora non andare. Ma la ragazza ovviamente non poteva sentire la mia richiesta disperata che echeggiò nella mia mente e partì verso la porta.
Come una modella, camminò davanti a noi stonati e io mi sentì in paradiso e guardare le sue gambe coperte dalla calza nera che arrivava fino alla coscia, giusto un piccolo pezzo di pelle veniva lasciato scoperto e poi iniziava la gonna della divisa scolastica. Oh accidenti Nora Lewis.
Non mi preoccupai di fare una brutta figura, la guardai camminare via con quel rossetto su quelle labbra che avrei baciato fino alla morte, e con quel culo che non pareva nemmeno reale talmente bello.
Poi Nora Lewis uscì e il bel trip su quella ragazza angelica svanì come l'odore di erba nel bagno.
Era da sabato mattina, quando mi risvegliai nel mio letto con i vestiti del giorno prima e il mio strap-on gettato da una parte della stanza, che mi immagino Nora Lewis al posto della ragazza ubriaca che mi ha succhiato il fallo rosso.
Avevo passato metà della nottata a letto con quella ragazza e l'unica cosa a cui potevo pensare era Nora Lewis, pensavo a lei mentre usavo la mia bocca, le mie dita e facevo avanti e indietro con i fianchi e pensavo a lei quando la ragazza venne gemendo una versione biascicata del mio nome.
Perché Nora Lewis mi sembrava così irraggiungibile? Come cercare di raggiungere il sole all'orizzonte, puoi camminare finché vuoi ma non ci arriverai mai.
Nora Lewis mi sembrava un fantasma che appariva e scompariva come un lampo, durava un secondo e poi più.
Era agonizzante pensare che Nora Lewis non avrebbe mai più avuto a che fare con me. Non che mi piacesse ammetterlo, ma mi affascinava ed era una tragedia, una tremenda tragedia.
Non c'era soluzione, pure mentre scopavo altre ragazze pensavo a lei, alla fine poi però era solo sentimento puramente carnale, mai e poi mai l'avrei frequentata in ambito romantico.
Perché l'amore frega e so che è una frase fatta ma è vero.
Per alcuni è bellissimo innamorarsi e per me no, innamorarsi per me significa cadere in un oblio disperato di stomachi in subbuglio e menti catturate come pesci dalla grande rete che ti fotte che tutti chiamiamo amore.
Svariate volte mi hanno spezzato il cuore e ho già capito l'andamento dell'amore, già mi sono stancata.
L'amore è come un fuoco che se non ci stai attento ti brucia e poi ti ammazza in una lenta e lunga agonia.
L'amore io lo lascio ai poeti depressi.
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Renaissance
Novela JuvenilJohanne Hedengaard faceva parte del club più esclusivo e violento e criminale di tutta Brighton, il famoso e temuto Renaissance. Dentro al Renaissance non tutto era rose e fiori però. I casini erano sempre dietro l'angolo e puntualmente Johanne Hede...