Un campanello.
Il mio campanello.
Suonava e suonava e suonava. Driiiin driiiin.
Guardai l'orario sull'orologio appeso sopra la porta di camera mia ed erano le dieci del mattino. Avevo dormito due ore e ora c'era un qualche stronzo che suonava alla porta di casa mia.
Mi alzai a fatica e scesi le scale. Quando aprì la porta vidi Nora Lewis con addosso un cappotto bianco e aveva i denti che battevano dal freddo.
E solo dopo pochi secondi mi resi conto che Nora Lewis era davanti alla porta di casa mia ed era venuta per me.
-Uhm...- lei non parlava ma mi guardava,
-Posso fare qualcosa per te?-
-Posso entrare? Sto gelando-
-Oh certo- mi feci da parte e lei si fiondò in casa mia.
E ora Nora Lewis era in casa mia e non avevo idea del perché fosse in casa mia.
-Come fai a sapere dove abito?- lei disse che aveva le sue fonti.
-Sono qui perché penso ti debba delle scuse- mi sedetti sul divano e le feci cenno di sedersi.
-Perché?- lei si sedette ad almeno un metro da me.
-Perché in questi giorni ti ho ignorato di proposito e dopo quello che è successo venerdì sera mi sentivo in colpa ad ignorarti-
E rimanemmo zitte entrambe perché io non sapevo cosa dire e Nora aspettava una mia risposta.
Nora mi guardava con quei bellissimi occhi e io mi sentivo davvero una gelatina anche se Nora mi aveva ferita.
-Si comportano tutte così dopo che ci sono andata a letto- e il viso di Nora si trasformò da basico a compassionevole,
-Ora che ci siamo chiarite puoi andare- mi alzai dal divano e andai verso la porta.
-No Joha! Sono qui perché voglio tornare tua amica!- lei si alzò.
Amica. Certo che sì, amiche, migliori amiche per la pelle. Perché tu sei etero e mi pensi solo come un'amica non come una possibile fidanzata. No, Alberic è il tuo fidanzato.
Ed ecco che mi trasformo in una forma umana fatta di roccia vulcanica e mi sgretolo e mi sgretolo e mi sgretolo. I miei pensieri vanno tutti ad un'unica soluzione, dirle che mi piace.
Magari se le dico che mi piace lei inizia a starmi lontana e così sarebbe più semplice da dimenticare. Di solito funziona.
E così guardai Nora Lewis e mi sentì così confusa che pensai mi stesse per esplodere il cervello.
Glielo dico o no? Sì o no? Sì o no? Sì o no?
-Mi piaci- ha vinto il sì. E lei mi guardò e poi sbatté un paio di volte le palpebre.
-Oh, anche tu, è per questo che sono qui, sei un'amica fantastica e non voglio di certo perderti, sei sempre così...-
-No no, non mi piaci come amica- e lei mi guardò silenziosa,
-Sono lesbica, Nora, mi piaci da un sacco di tempo, ero al settimo cielo venerdì sera, mi piaci come a te piace Alberic-
E lei stette zitta, avevo rovinato tutto come secondo i piani.
-Oh- disse soltanto e io aprì la porta, ma lei non uscì.
-Puoi fare il palo da un'altra parte? Vorrei andare a dormire, ho perso una notte di sonno-
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Renaissance
Teen FictionJohanne Hedengaard faceva parte del club più esclusivo e violento e criminale di tutta Brighton, il famoso e temuto Renaissance. Dentro al Renaissance non tutto era rose e fiori però. I casini erano sempre dietro l'angolo e puntualmente Johanne Hede...