Quella sera, quando arrivò l'ora di cena mi accorsi che avevo finito il cibo e dovetti chiedere a Zach se potevo andare a cena da lui. Così mi ritrovai con Zach e Calvin a parlare di cosa avremmo fatto in futuro e di Calvin che ci offrì un viaggio in Scozia a costo zero.
Poi quando tornai a casa presi i vestiti sporchi e li misi in una sporta perché il pomeriggio dopo li avrei portati alle lavatrici self service. Avevo una lavatrice in casa ma mio padre non mi aveva mai insegnato ad usarla nonostante mi dicesse sempre che fosse facile e quindi mi ritrovo sempre a lavare i mie vestiti nelle lavatrici a gettone.
A proposito di mio padre, la prossima settimana sarebbe dovuto tornare a casa e sperai non se ne andasse per un lungo periodo di tempo.
•••
Il mattino seguente, quando arrivai a scuola, andai dai tavoli esterni dove erano riuniti alcuni del club.
-'Giorno- salutai i presenti e mi sedetti sul tavolo di pietra. Mi salutarono tutti tranne Richard che si mordicchiava un unghia e si guardava intorno.
E quando tutti iniziarono a parlare tra di loro mi avvicinai a Rich e gli chiesi sussurrando se andasse tutto bene,
-Sì sì- rispose in fretta e tornò a mordicchiare l'unghia del pollice. Col cazzo che ci credevo, quel comportamento non mi diceva niente di buono ma lasciai stare decidendo di parlarne più avanti quando saremo stati solo noi due.
Durante l'ora di chimica io e Ashley guardavamo fuori dalla finestra una classe giocare a calcio e io commentavo con battute stupide e cattive per far ridere Ashley. Alla fine c'erano i compiti da fare e Ashley mi disse che li aveva fatti e mi chiese se li volevo copiare in fretta, ma le dissi di no perché non me ne fregava niente e mi presi l'ennesima nota. Niente di nuovo.
Subito dopo scuola andai a fare la spesa perché sennò non avrei pranzato e presi cinque buste di roba da mangiare. Mi sarebbero bastate per le prossime tre settimane.
Appena varcata la soglia di casa iniziò a piovere a dirotto e pranzai guardando la pioggia annacquare il mio giardino. Una classica giornata inglese.
Aspettai che la pioggia smettesse per uscire, ma visto che non accennava nemmeno di calmarsi dovetti uscire sotto l'acquazzone. Il tempo di caricare in macchina la sporta con gli abiti sporchi ed ero già spolta.
E quando passai davanti alla San Peter pensai al giorno in cui Nora Lewis si avvicinò a me al Level e sorrisi. Particolarmente bello quel momento, Nora Lewis che si avvicina a me di sua spontanea volontà.
La giornata di ieri era stata un toccasana per la nostra amicizia (soprattutto per il fatto che le ho toccato le tette), ma mentre stavo per superare la chiesa vidi la nientepopodimeno di Nora Lewis uscire con un ombrello nero malconcio.
Frenai di colpo e feci retromarcia, fortunatamente non avevo nessuna macchina dietro sennò sarebbero stati cazzi amari. Ecco che un'altra possibilità di allacciare un legame più forte con lei mi era stata concessa.
Mi fermai davanti a lei con la macchina e abbassai il finestrino.
-Hey Nora- lei mi guardò e visto che si stava già incamminando sul marciapiede si fermò e mi sorrise,
-Ciao Joha- oh che suono meraviglioso.
-Vuoi un passaggio? Quell'ombrello non sembra molto affidabile- indicai i buchi nella tela e l'asta rotta.
-Davvero mi daresti un passaggio?- lei sorrise e io le ricambiai.
-Certo, salta sù!-
Nora chiuse l'ombrello salì in macchina.
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Renaissance
Teen FictionJohanne Hedengaard faceva parte del club più esclusivo e violento e criminale di tutta Brighton, il famoso e temuto Renaissance. Dentro al Renaissance non tutto era rose e fiori però. I casini erano sempre dietro l'angolo e puntualmente Johanne Hede...