Certo che era stata strana la nottata con Nora.
Eravamo venute entrambe in pochissimo tempo e la cosa mi faceva un po' ridere.
Aveva aspettato quel momento da tanto e poi quant'è durato? Mezz'ora? Un'ora?
Ma che mi frega, io e Nora stavamo praticamente insieme e saremmo andate a letto tutte le volte che volevamo.
E ora io e Nora eravamo già sveglie ed eravamo abbracciate, preparandoci insieme mentalmente per alzarci dal mio comodissimo letto.
Ma poi le cose si accesero quando le mani di Nora vagarono per la mia pancia.
-Credo che la colazione possa aspettare- Nora mi salì sul bacino e mi baciò.
-Concordo- e misi una mano sulla sua coscia ma prima che potessi fare qualcosa, la porta di camera mia si spalancò.
-JOHANNE!- la brutta faccia di mio padre con un sorriso a trentadue denti si rivelò.
Ci fu un secondo in cui ero completamente disorientata, mio padre era davanti alla porta spalancata, aveva la faccia completamente rossa nel momento in cui capì che ci aveva sorprese in un momento intimo.
-Papà!- sbottai mentre Nora scese velocemente da me coprendosi con il lenzuolo,
-Vi lascio sole, sono in sala- chiuse la porta borbottando e io guardai Nora.
Sì, mio padre ci aveva scoperte mentre stavamo per fare sesso, ma mio padre era a casa quando pensavo fosse a New York.
Mi alzai in fretta dal letto e cercai per terra dei vestiti adatti da mettermi. Trovai la felpa e i pantaloncini che usavo ad atletica.
Me li misi, erano sudati e puzzavamo, ma mio padre era tornato e non le vedevo da mesi interi e non mi interessava di puzzare o no.
E se invece fosse stata una bufala del tipo che doveva subito ripartire o che l'avessero licenziato? Chi lo sa.
Fatto sta che corsi giù in soggiorno e vidi mio padre seduto al tavolo della cucina mentre si grattava il mento.
-Papà! Papà!- lui si girò di scatto e venne ad abbracciarmi.
Fu un lungo, caloroso, forte e ricco di amore abbraccio.
Il profumo di mio padre, quello che ormai non sentivo in casa da tanto tempo.
Mio padre era tornato.
-Joha sembri molto più grande-
-Sono così felice che tu sia qui-
Per quanto cercai di trattenermi, i miei occhi si inumidirono e le lacrime iniziarono a sgorgare.
-Non piangere- mio padre mi asciugò le lacrime con la manica della sua camicia,
-Perché sei già qui?-
-Sono riuscito a farmi sostituire da un mio collega- lui mi sorrise,
-La prossima volta che partito sarà in primavera- lo abbracciai di nuovo e poi sentì dei passi avvicinarsi.
Mi girai e Nora sbucò dalle scale con una mia maglia indosso e dei pantaloni da ginnastica (sempre miei, mi aveva frugato nell'armadio a quanto pare).
-Disturbo?- lei si mise una ciocca dietro all'orecchio e si avvicinò a piccoli passi,
-Macché, vieni qui, lui è mio padre- mi asciugai gli occhi con la mia felpa e Nora si avvicinò a mio padre,
-Sono Malthe, molto piacere- mio padre strinse la mano a Nora,
-Il piacere è tutto mio, sono Nora, sono... uhm...-
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Renaissance
Teen FictionJohanne Hedengaard faceva parte del club più esclusivo e violento e criminale di tutta Brighton, il famoso e temuto Renaissance. Dentro al Renaissance non tutto era rose e fiori però. I casini erano sempre dietro l'angolo e puntualmente Johanne Hede...