Solo dopo aver fatto una doccia e aver indossato dei vestiti, realizzo che oggi è domenica, i negozi sono chiusi e quindi addio alla idea di andar a fare la spesa! Ho perso la cognizione del tempo.In casa tutto tace, non so se Samuele ci sia oppure se non sia ancora rientrato. Non ho ancora ben capito che tipo è, quali siano le sue abitudini e i suoi orari.
Potrei aprire la porta della sua stanza per vedere se è in casa, ma con quale scusa?Tra qualche ora dovrò andare a lavoro, quindi di rimettermi a letto non se ne parla, finirei per essere uno zombie più tardi.
Che palle! Non ho niente da fare, non ho neppure nulla da studiare visto che corsi inizieranno solo domani.
Vorrei conoscere qualcuno con cui andare a fare un giro, senza il rischio di perdermi di nuovo.Non vedo l'ora che sia domani, almeno avrò come occupare il tempo tra una lezione e l'altra e, magari, mi farò degli amici. Ci spero davvero tanto, è decisamente dura non avere nessuno con cui parlare tutto il giorno, tutti i giorni.
Prima che me ne dimentichi, chiamo mia madre, risponde al secondo squillo. Le dico che va tutto bene, non che potesse cambiare molto in una notte anche se, nel mio caso, nulla può essere dato per scontato e tutto può essere possibile. E lo sappiamo entrambe.
Mi rifila almeno trenta raccomandazioni, che conosco a memoria, mi aspetto di sentirla da un momento all'altro dirmi qualcosa tipo: <<...e ricorda: non prendere caramelle dagli sconosciuti.>>
Le prometto di chiamarla in serata, dopo il lavoro, e riattacco.Ed eccoci qui, di nuovo al punto di partenza, non so che cosa fare. Dopo un momento, che sembra interminabile, passato a fissare l'unica pianta, tra l'altro ben avviata verso la morte, presente in casa, decido di andare in camera mia. E' brutta, è veramente brutta. Le pareti sono di un giallo acceso che quasi provoca fastidio agli occhi, ci sono dei quadri di natura morta alle pareti che sono, sotto un certo punto di vista, inquietanti.
Appunto mentalmente le cose da fare:
- fare la spesa,
- comprare vernice bianca.
Vorrei comprare anche qualche oggetto da mettere qui e la, ma per il momento meglio non spendere troppo.Sono le dieci, ho altre due ore prima di dover andare al bar. Salgo sul letto e, a fatica, tolgo il quadro di una pera sbiadita. Ne restano solo altri cinque, forza Mia ce la puoi fare, che si fotta l'affanno!
Sono sulla sedia impegnata a staccare l'ultimo insignificante quadro dal muro quando sento tossire alle mie spalle. Mi giro e quasi casco giù dalla sedia.
''Buongiorno, spero di non averti svegliato, non sapevo se fossi in casa o meno."
Guardo il mio coinquilino: i suoi occhi azzurri sono cerchiati di rosso, come se non avesse dormito abbastanza o come se avesse dormito troppo, ha i capelli neri arruffati, le spalle ricurve e il suo viso, già normalmente pallido, appare piuttosto provato. È molto alto e, nonostante la sua prestanza fisica, a guardarlo adesso sembra quasi un cucciolo indifeso risvegliatosi da poco da un lungo letargo.Si stiracchia e strizza gli occhi:
"Che fai?''
''Ho tolto questi quadri dalle pareti, mi mettono ansia...sono orribili!'' indico i quadri buttati sul letto.
''Si, in effetti lo sono!"si gira e se ne va. Sempre conversazioni belle intense con lui eh!Ritorna dopo trenta secondi con un sacco nero, lo guardo stupita.
''Vuoi buttarli, no?''
''E non rivederli mai più!'' esclamo sorridendo.Raccoglie tutti i quadri e li mette nella busta.
''Senti, io ho bisogno di caffè e in casa non ce n'è, ti va di andare al bar a prenderne uno? Così buttiamo anche questi." Non ci credo, dopo un'intera settimana ha deciso di iniziare a parlarmi come un normale essere umano. Evviva!''Si! Certo che...va bene.''
''Bene, vado a vestirmi.'' dice tra uno sbadiglio e l'ennesima stiracchiata.Neanche dieci minuti dopo siamo in strada, ha un aspetto orribile: enormi borse sotto agli occhi, un quantitativo industriale di vestiti addosso e cammina come se gli avessero spezzato una delle due gambe o, forse, entrambe. E' buffo e non riesco a trattenere una risatina vedendolo camminare in questo stato due metri davanti a me. Se ne accorge, si gira verso di me e mi guarda come per dire << Che c'è?>>
Sorrido di nuovo.''Scusa, ma sembra che un camion ti abbia appena investito e poi...non fa così freddo, perche hai tutti quei vestiti addosso?'' mi guarda di traverso, si starà pentento di avermi invitata a prendere il caffè con lui.
''Mi sento esattamente come se mi avesse investito un tir se proprio lo vuoi sapere e poi fa freddo, tu sei di Milano non puoi capire, sei abituata ai climi freddi!" si rinchiude ancora di più nella sua maglia, maglione, felpa, giubbotto e continua a camminare. Io mi limito ad un'alzata di spalle. Continuo a pensare che non sia del tutto normale.
Non ho un buon senso dell'orientamento, è piuttosto chiaro ormai, ma mi sembra di ricordare che da queste parti c'è il bar in cui lavoro.
''Ehi?! Ti muovi? Siamo arrivati.'' Ci mancava solo che fosse pure un tipo ansioso. Smemorato, strano e ansioso, un triangolo perfetto. Alzo gli occhi al cielo e aumento il passo. Arrivo all'angolo e vedo il bar. Si! Ricordavo bene, è quello in cui lavoro. Dovevo immaginare che saremmo venuti qua, visto che è quello più vicino, o almeno credo.
Andiamo al bancone, senza passare prima per la cassa. Il mio capo è di spalle, rivolto verso la macchina del caffè. Quando si volta verso di noi, un sorriso gli illumina il viso, per essere un uomo sulla cinquantina è ancora abbastanza affascinante.''Ciao Mia, vedo che hai conosciuto il nostro miglior cliente!'' Ride dando una pacca sulla spalla a Samuele. Li guardo interrogativa.
''Eh sì...ci vivo insieme, siamo coinquilini.'' lo dico con un velo di rassegnazione.
''Non mi guardare così, lo so che avevo detto di non voler convivere più con una ragazza, ma è andata così. Non dire niente, ci hanno già pensato Andrea e Martina a prendermi per il culo. Comunque, Diego dov'è?''
''Mi piacerebbe saperlo, ma non lo vedo da due, tre giorni. Pensavo fosse con te , sinceramente...''
''Chissà con chi starà sc....'' non ha il tempo di finire la frase che il mio capo lo ammonisce con uno sguardo.
"C'è una ragazza, datti una regolata!'' ride, poi prosegue '' Il caffè lo offro io, come al solito. Mia ci vediamo dopo, mi raccomando puntuale." Poi, guarda verso Samuele e fa uno smorfia:
"Hai un aspetto di merda!'' Non riesco a trattenere una risata. Credo che andrò proprio d'accordo con lui.
''Sarà per il tuo magnifico carattere che Diego non si fa vivo da giorni, a più tardi Pino!'' quasi urla quando ormai è fuori dal bar.
Lo seguo che ancora rido.
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Caos (in Corso)
Romance#20 in Forever Mia è tutta la vita che vive come se fosse sotto una campana di vetro fino a quando decide di trasferirsi a Napoli. Strano che una ragazza del nord si trasferisca al sud per studiare, quando normalmente succede l'inverso. Lei però h...