Non furono facili i giorni successivi all'incidente di John. Andai ogni giorno, dalla mattina alla sera, a fargli compagnia ma lui non era più il ragazzo del quale mi ero innamorata. Era strano, non reagiva a niente, cercai di auto convincermi che si sentisse solo in imbarazzo dato la situazione, ma col tempo capii che tutto aveva una spiegazione.
Stavo crollando lentamente, giorno per giorno, andandolo a trovare era come se mi autolesionassi, sapevo che sarei stata male ma lo facevo ugualmente. Preferivo logorarmi il fegato piuttosto che non vederlo. Speravo sempre in un qualche modo per riallacciare il nostro rapporto, stargli vicina non era abbastanza a quanto pare. Cercavo di rendergli le giornate meno pensati, ma a fine giornata le rendevo pesanti a me stessa. Mi uccideva dentro ogni singola volta che fissava il vuoto senza dire niente, senza esprimere nessun tipo di emozione e poi mi rendeva ancora più vulnerabile quando guardandolo negli occhi non riconoscevo il suo sguardo, sembravamo quasi estranei. Lo amo così dannatamente tanto che darei via me stessa solo per passarci un'ora come ai vecchi tempi. In certi momenti pensavo che fosse tornato ad essere quello di sempre ma poi lo vedevo bloccarsi e non rivolgermi più la parola, ho pensato che forse volesse essere lasciato da solo...è così feci, il giorno dopo capitava la stessa identica cosa.
Quella mattina, come ogni altra mattina, presi il mio caldo Starbucks ed uscii dalla caffetteria. Nick mi aspettava all'angolo, con la sua lucidissima macchina nuova, gli sorrisi delicatamente e mi misi la cintura per farlo partire.
"Lauren, sei sicura di voler andare?" Mi chiede con lo sguardo preoccupato.
"Devo farlo per lui, gliel'ho promesso ieri." Dico con un filo di voce.
Mi prende il viso con le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi.
"Ti fai solo del male e basta, lui non se ne accorgerà neanche se andrai o meno."
Sentirgli pronunciare quella frase mi distrusse definitivamente, fa bene a dirmi la verità ma fa cosi male.
Notando le mie guance rigate di lacrime mi stringe forte a se, cercando di alleviarmi il dolore come ha sempre fatto. Non c'è niente che potrebbe farmi stare meglio, assolutamente niente, solo John.
Dopo vari minuti mi tirai fuori dall'abbraccio e lo guardai.
"Portami dove ti pare, voglio solo distrarmi." Gli dico cercando di fargli capire quanto ne ho bisogno con il mio sguardo.
Sorpreso dalle mie parole noto le sue labbra piegarsi, sta sorridendo.
Mi stringe la mano mentre parte, nel frattempo io accendo la radio e non trovando niente di decente la spengo.
Nick mi fa cenno di aprire il piccolo sportello davanti a me, ci trovo il CD degli Artic Monkeys che faccio partire immediatamente.
Sono felice dell'aiuto che mi stanno dando Nick, Spencer e Violette, non saprei come fare senza di loro, ma ciò nonostante non riesco a sfogarmi con loro, sento un grandissimo peso sopra di me e non posso liberarmene.
Si ferma in un parcheggio di un centro commerciale, non uno qualsiasi ma quello dove andavamo sempre da piccoli.
"Che film vuoi vedere? Puoi scegliere tra un horror e una commedia." Mi chiede.
"Mhh." Faccio finta di rifletterci anche se lui sa già che non sceglierei mai l'horror.
Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso l'entrata, sento una grandissima nostalgia nel farlo e lo guardo istintivamente per capire se anche per lui è così, ma lo vedo totalmente tranquillo. La verità è che probabilmente sono sbagliata io, nel far caso a queste piccole cose inesistenti, nessuno dà più la stessa importanza di prima alle cose o persone, stiamo diventando tutti impassibili e freddi.
Vado a prendere i popcorn mentre aspetto che Nick compri i biglietti.
Una mano mi tocca la spalla e sento dei brividi scendermi lungo la schiena, mi giro di scatto e vedo Nick ridere.
"Sei impazzito! Per poco facevi cadere i popcorn per terra."Gli dico sollevata che sia lui.
"Come puoi aver avuto paura?" Mi domanda continuando a ridere.
"Sai, è lunedì pomeriggio, non c'è nessuno al cinema."
Sembra che ci rifletta per qualche secondo prima di prendermi la mano e portarmi in sala.
Ringrazio me stessa per aver scelto la commedia quando noto che la sala è completamente vuota, guardo Nick cercando di fargli capire che senza una torcia abbiamo poche speranze di scendere le scale senza romperci qualcosa, mi fissa senza dire niente e comincia a scenderle tirandomi per un braccio ed è proprio in quel momento che cadiamo e insieme a noi anche i popcorn.
"Che maldestro! Adesso siamo rimasti senza popcorn."
Lui ridacchia cercando di capire la mia espressione.
"Non c'è niente di cui ridere, è colpa tua." Dico seria.
"Menomale che io caro vecchio Nick ha sempre una soluzione." Dice prendendo dallo zainetto del quale non avevo nemmeno fatto attenzione delle birre.
"Ora capisco perché eri così tranquillo" ghigno.
Ci andiamo a sedere e dopo poco inizia la pubblicità seguita dal film. Ci divertiamo un sacco a commentare le comparse di ogni personaggio mentre diventiamo brilli a forza di bere. E dopo le ultime due settimane mi sento bene, senza dover fingere. Abbraccio di colpo Nick e lui ricambia immediatamente, è il mio eroe, l'unico che mi capisce. Finito il film mi alzo in piedi e guardando Nick gli chiedo "sei in grado di guidare?"
"Certo, sei te quella messa malino in questo momento non io." Ridacchia.
"Allora andiamo." Dico decisa.
"Vuoi già tornare a casa?" Chiede stupito.
"No..voglio andare da John. Farò veloce, voglio solo assicurarmi che stia bene." Dico balbettando un po' per l'imbarazzo.
Lui si alza e comprensivo mi fa cenno di andarcene.
Dopo la mezz'ora passata in macchina a canticchiare le canzone degli artic monkeys sono pronta per vedere John, sono terrorizzata dal suo rifiuto ma questo non mi impedirà di vederlo. Entro nella sua camera e lo vedo disteso sul letto a dormire, mi avvicino a lui e sentendolo respirare mi sento sollevata, lo prendo la mano e gliela stringo dolcemente per non svegliarlo.
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Amore dell'altra sponda
ChickLitLauren Lancaster, normalissima ragazza di Brooklyn, indecisa sulla sua bisessualità si butta a capofitto in un nuovo inizio, una nuova vita. Ed il ragazzo che ha tanto odiato, potrebbe diventare la ragione del suo sorriso. Sta a lei decidere se ne v...