Forgive me

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Lo guardai male ma non dissi altro ed andai in camera mia, installai whatsapp, Facebook e instagram sul telefono, mandai un messaggio a quel pezzo di merda di Justin e gli dissi che quello era il mio nuovo numero, non rispose, grazie a Dio.

Justin's p.o.v.
Avevo appena venduto la macchina, salii in un taxi e gli dissi di portarmi in una agenzia di viaggi, prenotai il biglietto dell'aereo e poi cominciai ad andare verso l'hotel, quando arrivai caddi a peso morto sul letto e mandai un messaggio a mio fratello e gli dissi che avevo i soldi, vidi che avevo un messaggio da parte di un numero che non avevo.

Da: 002482047
Hey, sono Selena.

Salvai il suo numero ma non risposi, non mi andava di parlare.
Presi un pacco di patatine che avevo dentro il comodino, ne mangiai un po' ma poi le misi via, non mi andavano più, presi il telefono e risposi al suo messaggio.

A: Selena.
Ti va di vederci domani?

Aspettai un po' prima di ricevere una sua risposta.

Da: Selena
No

A: Selena
Andiamo, non mi vedrai più per qualche settimana.

Da: Selena.
Meglio così.

A: Selena.
Non essere stronza.

Da: Selena
Non lo sto facendo.

A: Selena
Ti vengo a prendere domani alle otto.

Da: Selena
No.

A: Selena.
Si.

Da: Selena.
NO

A: Selena

Da: Selena
NO

A: Selena
Dai, è il mio ultimo giorno qui.

Da: Selena
E?

A: Selena
Stronza.

Da: Selena
Bastardo.

A: Selena
Ti vengo a prendere comunque

Selena's p.o.v.
Quando mi svegliai aprii l'armadio e presi delle calze nere proprio come l'abito, presi un copri spalle bianco e anche i tacchi, poi mandai un messaggio a Lilith dove le chiedevo se veniva ad aoutarmi con i capelli, venne dopo dieci minuti visto che viveva qui vicino.
"Dio, stai da favola" sorrisi e andai ad abbracciarla, poi mi sedetti sulla poltroncina, lei invece accese l'arriccia capelli.
"Immagino che hao un appuntamento con Justin" dedusse mentre sorrideva e annui per poi prendere un grosso respiro.
"Ti devo dire una cosa" lei annuì incerta.
"Nessuno deve sapere che tu lo sai" lei corrugò la fronte e mi girai verso di lei.
"Mi stai spaventando" presi un grosso respiro.
"Ti avevo parlato del fatto che siamo nei guai con i debiti" lei annuì ma non capiva.
"Quei debiti sono Justin" lei sgranò gli occhi.
"Il tuo ragazzo?" Chiese e annui.
"Mi ha chiesto in sposa per annullare i debiti" lei sgranò gli occhi incredula.
"Cosa?" Chiese e sospirai.
"E i tuoi hanno detto di sì?" Chiese e annui mentre lei mi guardava sconcertata.
"Deve esserci un modo" scossi la testa.
"C'è sempre un modo" i miei occhi diventarono lucidi e lei mi abbracciò.
Smettemmo di parlare e lei finì di sistemarmi i capelli, poi mi fece anche il trucco.
Lei se ne andò a casa io invece mi guardai allo specchio e i miei occhi diventarono lucidi, comiciai a pensare al grande giorno, non volevo sposarmi con lui, non volevo indossare l'abito bianco, non sapendo che avrei sposato un ragazzo che non amavo.
Le lacrime mi rigarono il volto e ringraziai il fatto che i trucchi erano Waterproof, sentii il clacson suonare fuori di casa, guardai fuori di casa e vidi una macchina che non avevo mai visto, corrugai la fronte ma poi vidi Justin dal finestrino, lo vidi buttare la sigaretta dalla finestra.
Sospirai pesantemente e scesi le scale, vidi la mia famiglia guardarmi sorpresa ma non dissi niente, uscii di casa, entrai nella macchina e lui mi guardò sorpreso mentre sorrideva.
"Stai benissimo" sorrisi debolmente e lo guardai, anche lui stava da Dio, aveva una giacca nera e la camicia bianca, invece di pantaloni aveva dei jeans neri.
"Hai pianto" dedusse guardandomi
"Non è così" sospirai e mi girai guardando fuori dal finestrino.
"Non sono stupido" non dissi niente, afferrò la mia faccia e mi accarezzò la guancia.
"Mi dispiace davvero tanto" sospirai e continuai a non dire niente.
"Preferisco quando mi insulti pesantemente che quando non mi parli, sospirò anche lui e mise in moto.
"Dove andiamo?" Chiesi dopo aver preso un grosso respiro.
"Ad una mostra d'arte" rispose e lo guardai sorpresa.
"E poi andiamo a mangiare fuori" aggiunse.
"Tuo fratello dice che ti piace l'arte" sbuffai.
"Non pensare che solo perché mi dai regali costosi e mi porti in luoghi eleganti, tu mi stia simpatico" dissi acidamente e lui rise.
"Non è ciò che voglio" lo guardai confusa.
"Ah, e sicuramente non ti amerò,mai" marcai bene la parola mai e lo vidi mordersi il labbro superiore il che lo rese ancora più sexy di quando lo era normalmente.
Detestavo ammetterlo ma era molto bello.
"Quando ci sarà il matrimonio?" Chiesi dopo aver preso un grosso respiro.
"Quando vuoi tu" ghignai sentendo quella risposta.
"Mai" mi guardò per un po' poi tornò a guardare la strada davanti a noi.
"Quella non fa parte delle possibili risposte" sospirai proprio come lui.
"E poi non dobbiamo pensarci ora, abbiamo tempo" corrugai la fronte.
"Non è detto che succederà ora, o quest'anno"
Parcheggiò la macchina davanti a una grande villa, vidi nel giardino varie persone vestite in modo fin troppo elegante, mi girai verso di Justin.
"Di chi è la macchina?" Chiesi visto che non era la sua.
"Di un amico" rispose e spense il navigatore.
Scesi dalla macchina subito dopo di lui, la chiuse e fece il giro della macchina per poi venire accanto a me, camminammo insieme ed entrammo, sorrisi nel vedere tutti quei quadri, erano bellissimi, lui mi disse che andava a prendere qualcosa da bere, io invece mi avvicinai a un quadro, era bellissimo, era una donna dai capelli color oro e mossi, gli occhi azzurri e le labbra carnose, era stupenda.
Sentii dei passi dietro di me ma non mi girai, pensavo fosse Justin.
"Ti piace?" Chiese e mi girai, vidi un ragazzo accanto a me che teneva in mano un piccadillo.
"Molto" sorrisi
"È bella quasi quanto te" sorrisi e poi sentii degli altri passi.
"Muovi il culo, ha un ragazzo" sentii la voce di Justin e ci girammo verso di Justin, lui venne accanto a me e mi diede un bicchiere con una bevanda rosacea.
Lui se ne andò e Justin mi guardò male ma non disse niente.
Camminammo lungo il corridoio pieno di quadri, erano bellissimi, cercavo di capire ciò che provavano i pittori e spesso ci riuscivo, guardai Justin che aveva gli occhi fissi su di me, aveva già finito il suo drink e aveva la mandibola serrata.
"Andiamo?" Mi chiese e scossi la testa.
"Sei geloso?" Chiesi incredula e roteò gli occhi.
"Andiamocene" scossi la testa di nuovo.
"Rispondi e possiamo andarcene" sbuffò e si avvicinò a me.
"Sì, sono geloso" rispose alla mia domanda.
"Ora andiamocene" misi il bicchiere sul tavolo e andammo fuori, salimmo in macchina e lui cominciò a guidare.
"Sel" mi chiamò e mi girai verso di lui.
"Tu mi piaci" lo guardai sorpreso ma non dissi niente.
Arrivammo in un ristorante, era piccolo, ma era davvero molto grazioso almeno da fuori, uscii dalla macchina e lui fece lo stesso, venne accanto a me ed entrammo dentro, vidi che non c'era nessuno, corrugai la fronte e poi sentii una musica di un lento, mi girai verso di lui che sorrise.
"Mi concedi questo ballo?" Mi chiese porgendomi la mano, ci pensai un po' ma lo guardai, aveva una faccia troppo adorabile per dirgli di no.
"Certo" afferrai la sua mano e lui sorrise vittoriosamente.
Appogiai la testa sulla sua spalla e cominciammo a ballare lentamente.
Lo vidi sorridere debolmente, la canzone finì e lui mi guardò negli occhi, mi guardò attentamente mentre sorrideva.
"Mi dispiace" sospirai e distolsi lo sguardo, mi baciò dolcemente la fronte per poi stringermi forte mentre mi rigavano il volto.
"Mi dispiace, mi dispiace" mi accarezzò i capelli.
"Perdonami" lo guardai negli occhi e sospirai.
"Non so se potrò mai farlo" lui si leccò le labbra e annuì.

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